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martedì 15 ottobre 2024

Rachele

Post di Rossana Rolando

Oggi abbiamo fatto visita a Rachele, una ragazza di soli 16 anni, portata via da una malattia feroce.

Poteva essere mia alunna, l’avrei sicuramente molto amata, per quel sorriso luminoso, per il desiderio di imparare, per il gusto del bello, per il sentimento profondo dell’amicizia che in quell’età è legame genuino e travolgente.

Una bara bianca, del colore che si sceglie, come segno di pura innocenza, per i bambini morti. Sono angeli che passano tra noi e noi non li vediamo se non quando sono andati via. Così doveva essere Rachele.

Intorno a lei una famiglia piegata dal dolore – troppo forte e lacerante da portare – ma non distrutta dentro, sostenuta da rapporti che superano la semplice parentela e danno un’intima, segreta forza. E’ l’unione data  da una fede solidissima, eppure umanissima, non priva di lacrime, ma capace di cogliere - nelle trame di un evento giudicato comunemente insensato - tracce di luce, oltre il tempo e il limite del finito.

Ogni attimo è eterno – dicevamo oggi con la zia di Rachele – se è colmo di senso e valore. Perciò non è la lunghezza di un’esistenza a dirne la riuscita, ma l’intensità con cui la si è vissuta.

Rachele ha amato la vita, tanto più in questi mesi in cui si preparava in lei la morte. Ha coltivato la vita e ne ha lasciato eredità feconda alle amiche, ai conoscenti e a tutti i suoi cari.

Rimaniamo ammirati per tanta bellezza, in tempi di aridità spirituale, in cui spesso il dolore si consuma nella durezza del non senso.

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