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giovedì 13 marzo 2014

Elogio della bicicletta: ad Albenga?!!?


Vogliamo esaltare la bicicletta ...
“La bicicletta richiede poco spazio.
Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un’auto,  se ne possono spostare trenta  nello spazio divorato da un’unica vettura.  Per portare quarantamila persone
al di là di un ponte in un’ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta.” 
(Ivan Illich, Elogio  della bicicletta Bollati Boringhieri, To, 2011, p. 58).

... vogliamo lodarla 
perché occupa poco spazio ...
Le piste ciclabili ad Albenga sono  una barzelletta o, se preferite, ferme alla preistoria.  Ne volete una prova? Andate a vedere le piste del ponente imperiese oppure Parma o, meglio ancora, città europee come Malmö in Svezia (nuovo parcheggio di 1.500 bici, con tutti i servizi annessi e connessi!),  Copenaghen e Groningen con le loro quote di spostamenti in bici del 28% e del 58%.
... vogliamo cantarla perché 
permette a molti di spostarsi ...
Chissà se nei programmi dei diversi candidati  ci sarà anche quest’aspetto, meno banale e marginale di quanto si sia portati a ritenere, tanto che  altrove promuovere la mobilità ciclistica sta diventando una nuova professione (“promotore della mobilità ciclistica”: v. Università di Verona), tanto che la bicicletta è sempre più presente sulle strade di molte città italiane, dove da tempo le amministrazioni  curano una vasta rete  di piste ciclabili.
... se vengono predisposte vere piste ciclabili, 
come in terra d'Olanda ...
Da noi tutte le trascorse amministrazioni si sono limitate a fumosi e pericolosi tracciati, in realtà uno slalom in cui sopravvive chi riesce a scansare i pedoni e a non essere investito da moto ed auto. Non hanno capito o non hanno voluto capire che le piste ciclabili (quelle vere) sono una fantastica opportunità per il turismo (ma anche per lo sport, la salvaguardia dell’ambiente…), un’alternativa all'uso quotidiano sempre più caotico dell'auto casa-lavoro e tempo libero, soprattutto in questi  momenti di crisi.  Tutto ciò non è poco.
... vogliamo promuoverla 
per suggerire un diverso turismo ...
Ma le piste ciclabili significano molto di più: uscire dal nostro radicato provincialismo, recepire  i segnali dei tempi, cominciare a porsi in prospettiva europea (quando Albenga diverrà città  a misura d’Europa?), pensare finalmente  in modo diverso la mobilità e lo sviluppo del territorio, riappropriarci  della città, oggi rapinata dal transito e posteggio  delle auto.
... vogliamo indicarla 
come mezzo per evitare l'auto ...
Non basta la buona volontà e l’improvvisazione per diffondere l’uso della bici, per attuare politiche urbane, sviluppare piani di ciclabilità, installare ciclo-parcheggi e bici-stazioni.

... se solo si predispongono parcheggi ...
Ma non si tratta neppure di ricominciare da zero. Basterebbe sfruttare con intelligenza le esperienze altrui, studiarne le soluzioni adottate, eliminando il negativo ed accogliendo il positivo: semplicemente per non rimanere imprigionati in un’italietta arretrata di 20 o 30 anni. Nulla di fantascientifico!

... come a Groningen, in terra d'Olanda...
Nessuno vuole  abolire le auto (anche se sarebbe una gran bella cosa), solo “riscoprire la ruota”, uscire dalla “mobilità autocentrica” della nostra città, sempre più a rischio di paralisi, con due semplici soluzioni: dare prevalenza al trasporto pubblico, rapido ed efficiente, e sostenere la ciclabilità diffusa.

 ... vogliamo contrapporre 
la bellezza della bicicletta ...
... al traffico estenuante ...
Ripeto “diffusa”: vale a dire non collocata ai margini, ma  sulla viabilità principale, sulle grandi direttrici di scorrimento, distribuita  su tutta la città in una rete continuativa e sicura e proprio per questo appetibile, attraente, capace di sottrarre forti quote di mobilità all'auto. Toccano poi ai tecnici ed agli esperti le soluzioni pratiche: il reticolo di servizi all'interno della rete ciclabile, parcheggi e bici-stazione, zone 30 a tappeto, aree di socialità, spazi stradali condivisi con i pedoni, attenti ai bambini che vanno a scuola o giocano, alle mamme con carrozzine, ai disabili, agli anziani  …
 
... vogliamo cantare la gioia della bicicletta ...
“La bicicletta è il modo inventato per dare il massimo di libertà a tutti e il massimo della democrazia ad una città”
(I. Illich, cit. p.91).
 
... il gusto della libertà ...
Se ciò è vero, quanta libertà e quanta democrazia albergano ad Albenga?

3 commenti:

  1. Rossana Rolando con Gian Maria Zavattaro13 marzo 2014 alle ore 07:20


    Amiamo la bicicletta perché è segno di gioia, di libertà e di democrazia …

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  2. Sono d'accordo!!

    La vita con la bicicletta e' decisamente migliore!!
    Ho vissuto 4 anni ( 3 in svizzera e 1 in Spagna ) senza dover comprare un automobile, carrellino da attaccare per mio figlio, o seggiolino quando era piu grandicello.
    in svizzera tuta antipioggia da mettere sopra i vestiti per arrivare al corso di tedesco fresca e asciutta.
    A valencia dovevo caricarla dentro casa perche' pertroppo le rubavano nonostante i pesanti catenacci.
    ho evitato traffico, ho respirato aria fresca, ho risparmiato tempo e denaro, non ho dovuto pagare assicurazioni benzina soldi del parcheggio, non ho dovuto pagare corsi in palestra perche' era un ottimo esercizio fisico.

    Ma soprattutto ho assaporato quella fantastica sensazione di liberta'!
    la stessa che si prova quando da bambino inizi a raggiungere gli amici al parco giochi con la tua prima bicicletta

    Ora in Australia abbiamo l'automobile, perche' senza sarebbe quasi impossibile spostarsi per le grandi distanze e perche' purtroppo non ci sono molte piste ciclabili...
    la bicicletta pero' e' stato lo stesso il nostro primo acquisto: ancora prima dei mobili per la casa, perche' oltre ad essere un efficace mezzo di trasporto, e' ottima per godersi la domenica con la famiglia!

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    Risposte
    1. Formidabile! La Sua esperienza, il mondo pieno di personce che in bici sanno gustare la vita e le bellezze dei paesaggi, che non hanno bisogno di fare i palestrati... E poi la bici mi sembra quasi uno strumento di pacificazione e di fraternizzazione... Un caro saluto anche da parte di mia moglie.

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