Immagini delle incisioni di Gustave Doré (1832-1883).
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Gustave Doré, illustrazione raffigurante Satana, nel "Paradiso perduto" di John Milton |
Nel corpo dottrinale del Cristianesimo gli si
attribuisce discendenza angelica: Belzebù, il principe degli angeli ribelli,
mosso da suprema invidia verso Dio. S’incornicia così l’essenza del Male.
Se ne trova conferma nella teologia, visto che Male
è assenza, privazione. In Satana si enuclea l’incapacità, per essenza, di
volere e fare il Bene, di essere Bene.
Non possiamo e non dobbiamo, però, rinchiudere il
Cristianesimo in una dottrina, in astratte normative. Il Cristianesimo è
praxis: agire in virtù del Bene (ante rem), in osservanza del Bene (in re) e
secondo il fine del Bene (post rem).
Questa, a mio avviso, la ragione prima per la
frequente “lettura” del satanico in modalità metaforica. Nasce in questo contesto la revisione in chiave dialettica su Satana e i suoi
complementi (Inferno).