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Samuel Hirszenberg (1865-1908), Spinoza scomunicato |
“Siccome, povero com’era, gli
rinfacciavano l’inutilità della filosofia, dicono che, avendo previsto, in base
a computi astronomici un abbondante raccolto di olive, ancora nel cuore
dell’inverno, disponendo di una piccola somma di denaro, si accaparrò tutti i
frantoi di Mileto e di Chio, dando una cifra irrisoria perché non ce n’era
richiesta alcuna: ma quando giunse il tempo della raccolta, poiché molti
cercavano i frantoi, tutt’insieme e d’urgenza, li dette a nolo al prezzo che
volle e così, raccolte molte ricchezze, dimostrò che per i filosofi è davvero
facile arricchirsi, se lo vogliono – e invece non è di questo che si
preoccupano” (Aristotele, Pol. A 11. 1259 a 6 sgg.).
L’imbarazzo nasce in primo luogo dalla possibilità, qui suggerita – anche se subito esclusa – di un uso del sapere volto a raggirare chi è più semplice e sprovveduto: il sapere come dominio e manipolazione. In secondo luogo, il disagio si accresce riflettendo sul concetto stesso di utilità, inteso qui come profitto personale, messo in atto a danno degli altri. L’equivoco si alimenta, infine, al pensiero che i filosofi non si preoccupino del guadagno – come si conclude – solo e semplicemente perché chiusi nella torre d’avorio dei loro studi, avulsi dalla comune quotidianità.
L’imbarazzo nasce in primo luogo dalla possibilità, qui suggerita – anche se subito esclusa – di un uso del sapere volto a raggirare chi è più semplice e sprovveduto: il sapere come dominio e manipolazione. In secondo luogo, il disagio si accresce riflettendo sul concetto stesso di utilità, inteso qui come profitto personale, messo in atto a danno degli altri. L’equivoco si alimenta, infine, al pensiero che i filosofi non si preoccupino del guadagno – come si conclude – solo e semplicemente perché chiusi nella torre d’avorio dei loro studi, avulsi dalla comune quotidianità.