Post di Rosario Grillo
Immagini delle opere del pittore francese Robert Delaunay (1885-1941).
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Robert Delaunay,
Arcobaleno
(simbolo di speranza nei disegni dei bambini,
nel tempo del Coronavirus) |
La morsa del coronavirus si stringe ancora di più
obbligando il nostro governo a dichiarare tutto il territorio italiano come
zona rossa, mentre il responsabile di OMS dichiarava lo stato di pandemia.
Un autorevole professore di scienze, David Quammen,
ripassa, attraverso un’intervista su Wired, le ragioni dell’allarme lanciato
nel suo libro Spillover del 2012 (1). Ragioni che si restringono nel principio
di Darwin dell’unità stretta degli esseri viventi;
esse costituiscono un momento fondamentale della responsabilità ecologica, che
tutti dobbiamo assumere.
La condizione di allarme e di paura ha scatenato
un’indagine sui rimedi, che abbisogna di un arco temporale di articolazione,
onde assumere la veste della oggettività.
Un tumulto di passioni soggettive accompagna il
momento, tanto più che, inevitabilmente, nello spazio in cui siamo ristretti e
dentro... una certa inattività forzata, il pensiero vaga di qua e di là,
turbato e, solo a tratti, in “zona critica” attiva. Per questo, penso di affrontarla
più che con una proposta organica, con un excursus attraverso le parole
correnti al tempo del coronavirus.
Debbo, per correttezza, premettere un augurio che mi
faccio e che rivolgo a tutti: prendere lo sprone dell’evento pauroso per
riorganizzare ogni cosa da cima a fondo: Istituzioni, politica, economia,
relazioni, atteggiamento morale, bisogni e consumi.