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martedì 12 luglio 2022

Frammenti alla deriva.

Spazzatura e spunti provenienti dai mondi culturali.
Post di Rossana Rolando
Immagini delle opere di Bordalo II (qui la pagina facebook).
 
Bordalo II, Mezzo colibrì
Detriti, resti, immondizia, spazzatura: nomi tutti che richiamano alla mente tutto ciò che è logoro e, ad un tempo, sporco – immondo –, fatto per essere spazzato via.
Sentiamo ogni giorno notizie che riguardano l’emergenza rifiuti in molte città. In particolare Roma, capitale splendida, coperta da cumuli di spazzatura, che attirano animali mai visti prima nelle strade cittadine; Roma devastata da incendi e soffocata da effluvi maleodoranti. Ci colpisce per il suo valore simbolico, ma sappiamo che il degrado coinvolge molte parti d’Italia, deturpando la bellezza naturale e la ricchezza culturale del nostro paese.
Le soluzioni sono rese difficili da ingarbugliate matasse di questioni politiche, economiche, sociali, civili. Nel frattempo, il rischio è quello dell’assuefazione allo sporco, al brutto e alla logica del buttar via.
I mondi culturali non sono indifferenti al tema e possono illuminare in molti modi il rapporto con l’oggetto-rifiuto.
Non mi riferisco alla pur bellissima poetica del detrito - lontana dalla problematica ambientale - che ha idealizzato lo scarto, facendone una tematica esistenziale, metafora di un mondo a cui si sente di non appartenere, che rigetta come il mare le sue scorie.¹
Piuttosto penso ad alcuni spunti che pongono proprio al centro della riflessione o della creazione artistica ciò che resta, senza alcuna idealizzazione.
 
Bordalo II, Lince iberica, Lisbona
💥 La spazzatura, come “forma definitiva” di ogni città. Già Italo Calvino ha letterariamente affrontato il tema del consumo e dei suoi risvolti. Leonia, una delle città invisibili, si caratterizza perché “rifà se stessa tutti i giorni”, sostituendo i resti della Leonia di ieri, caricati sul carro dello spazzaturaio, con i nuovi oggetti di oggi: “più che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi di una ricorrente impurità”. Ma Leonia è solo il prototipo di un sistema economico e sociale. In tutte le città la ricerca del nuovo genera detriti che si mescolano: intorno ad ogni metropoli cresce la spazzatura, respinta fuori e accumulata in montagne di rifiuti, in ogni momento pronte a franare, sommergendo le città stesse.²
 
Bordalo II, Balena di plastica
💥
L’uomo diventato detrito.
"Homo detritus" è il titolo di un libro, uscito pochi anni fa, 
ad opera del sociologo francese Baptiste Monsaingeon. Esso evoca la faccia nascosta dell'homo oeconomicus e propone una critica radicale alla società dei rifiuti. Il titolo è azzeccato perché, in una sola espressione, unisce la grande criticità della
situazione immondizia con il destino stesso dell'uomo sulla terra. Pensare che sia sufficiente una raccolta dei rifiuti ben fatta – riassumibile nella sigla delle 3R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare -, rischia di oscurare il vero problema che è quello della salvezza del pianeta e della possibilità di una sopravvivenza della vita sulla Terra. La produzione di agenti inquinanti, infatti, si ritorce contro l’uomo stesso, che diventa oggetto di rigetto da parte di una natura resa viepiù incontrollabile.³
 
Bordalo II, Panda, Berlino.
💥
La Street art e il ritorno alla natura.
Concludo con un artista contemporaneo che, della spazzatura, ha fatto il materiale delle sue creazioni. Si tratta di Artur Bordalo, in arte Bordalo II, giovane portoghese, la cui denuncia della società consumistica si esprime attraverso la costruzione di immensi animali, composti da scarti di utensili, bottiglie, parti di macchine ed elettrodomestici, plastica varia… uniti in coloratissimi e giganteschi animali che grandeggiano in varie città del mondo. Il messaggio di denuncia – che contraddistingue la Street Art - è contenuto nella rappresentazione della natura (gli animali), tramite l’utilizzo di quegli oggetti che distruggono la natura stessa.
 
💥 Note.
1. Soprattutto Camillo Sbarbaro, Eugenio Montale. Ma anche Umberto Saba.
2. Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi, Torino 1972, pp. 119-121.
3. Cfr. qui.
 
Bordalo II, Passi umani 

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7 commenti:

  1. Rosario È un post spiazzante. Per nulla effimero, però.
    Anzi, opportunamente interrompe la folle corsa, il cieco quotidiano “ usa e getta” che opprime il Pianeta, che “ lorda” l’immagine di chi è stato eletto custode del creato.
    Il discorso gira, non a vuoto, si riconnette a tanti altri post, che hanno fustigato il “ tempo veloce”, il consumismo sfrenato, il presentismo.
    “Ciò che resta”, poi, mi rimanda all’antropologo Vito Teti, che ha con il cesello esplorato le mille sfaccettature della “ restanza “.
    Ultima nota, cara Rossana : felice la scelta dell’ occasione, perché l’estate, tempo di vacanze e di svago, facilmente induce allo spreco.🫂🔝

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    1. Grazie, Rosario! Hai ragione, credo che, su questo tema, dobbiamo lasciarci "spiazzare". Oggi sentivo dire a radio3 - nella trasmissione dedicata all'emergenza climatica - che è più facile immaginare la fine del mondo piuttosto che la fine del capitalismo. E' così, siamo inseriti in un sistema di cui non riusciamo a ipotizzare alternative credibili e possibili, pur individuandone le conseguenze nefaste sulla natura.
      Un caro abbraccio, Rossana.

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  2. Concordo col commento che precede. Leggo e rileggo e mi interrogo. Grazie Valeria Cupis

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    1. Grazie di cuore, Valeria, per la costante attenzione dedicata al nostro blog! E' davvero un onore e il commento di oggi è molto gradito. Un caro saluto.

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  3. Cara Rossana, è sempre un piacere leggerti e sentire una grande vicinanza nei contenuti trattati. Grazie anche per la condivisione delle splendide foto delle opere di Bordalo. Un abbraccio e buon tutto.

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