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sabato 16 settembre 2023

Appello di oltre 60 studiosi sui danni del digitale a scuola.

“Appello per un rigenerato umanesimo del terzo millennio rivolto a insegnanti, studenti, genitori, cittadini”.
Post di Gian Maria Zavattaro 
Immagini di Adrià Fruitós (qui il sito instagram).
 
Adrià Fruitós, Intelligenze artificiali
“Non si tratta di dichiarare guerra alla modernità, ma semplicemente di governare e regolamentare quel mondo virtuale nel quale, secondo le ultime stime, i più giovani trascorrono dalle quattro alle sei ore al giorno. Si tratta di evitare che si realizzi fino in fondo quella «dittatura perfetta» vaticinata da Aldous Huxley quando la televisione doveva ancora entrare in tutte le case e lo smartphone aveva la concretezza di un’astrazione fantascientifica: « Una prigione senza muri in cui i prigionieri non sognano di evadere. Un sistema di schiavitù nel quale, grazie al consumismo e al divertimento, gli schiavi amano la loro schiavitù». Giovani schiavi resi drogati e decerebrati: gli studenti italiani. I nostri figli, i nostri nipoti. In una parola, il nostro futuro”. (Indagine della Settima Commissione del Senato, comunicata alla presidenza il 14.6.2021”.)
(1)
 
💥 “Appello per un rigenerato umanesimo del terzo millennio rivolto a insegnanti, studenti, genitori, cittadini”: è il titolo di un articolo - non di grande evidenza - su Avvenire del 3 settembre, p. 6, a firma di Vito Salinaro. Poiché l’articolo rimandava al documento citato in epigrafe,  ho letto e riletto entrambi, dai quali attingo per tentare di formulare qualche riflessione.
L’appello è stato sottoscritto da oltre 60 studiosi di fama nazionale ed internazionale: invoca la “rinascita della scuola” sempre più soggetta a “logiche di aziendalizzazione e digitalizzazione pervasiva”, forzate dalle “élite al potere” che come obiettivo ultimo pongono “il pensiero unico e il trionfo della tecnocrazia”. Il Piano Scuola 4.0. intende accelerare il processo di digitalizzazione della didattica: “una scuola digitale, uno studente digitale, un insegnante digitale, una pedagogia digitale” (2).
Adrià Fruitós, Censura
Ma sulla scorta del documento di Palazzo Madama occorre chiarire bene che la didattica digitale “genera dipendenza, produce danni fisici e psicologici, rimuove modalità importanti dell’apprendimento”. Ancor più grave “la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza, la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica”. (3)
I rischi: immergere passivamente lo studente in realtà virtuali o prefabbricate scambiate come realtà naturali, senza fornire strumenti critici, perché la didattica digitale si fonda sulla “dematerializzazione e assenza di corpo”. Così viene meno la rielaborazione critica degli argomenti che, nella classe come comunità interpretativa, si costruisce attraverso il dialogo, la reciprocità dello sguardo, il movimento dei corpi, l’incontro umano. La pedagogia digitale disconnette gli studenti dal mondo fisico per collegarli ad uno virtuale: “nega l’umano, nega la vita”. È quanto pone in evidenza la relazione finale della settima commissione del Senato - dal titolo Sull’impatto del digitale sugli studenti”- che si è avvalsa di pareri di psichiatri, neurologi, psicologi, pedagogisti. I dispositivi digitali generano dipendenza, riducono lo sviluppo di aree cerebrali responsabili di singole funzioni: “niente di diverso dalla cocaina” si legge nel documento di Palazzo Madama. (4)
Al temine della disanima la Settima Commissione precisa che “dal ciclo delle audizioni svolte e dalle documentazioni acquisite, non sono emerse evidenze scientifiche sull’efficacia del digitale applicato all’insegnamento". Anzi, tutte le ricerche scientifiche internazionali citate dimostrano, numeri alla mano, il contrario. “Detta in sintesi: più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano sia le competenze degli studenti sia i loro redditi futuri”.
 
💥 Conclusioni dell’indagine della Settima Commissione:
Adrià Fruitós, Resistenza
“Rassegnarsi a quanto sta accadendo sarebbe colpevole. Fingere di non conoscere i danni che l’abuso di tecnologia digitale sta producendo sugli studenti e in generale sui più giovani sarebbe ipocrita. Come genitori, e ancor più come legislatori, avvertiamo il dovere di segnalare il problema, sollecitando Parlamento e Governo ad individuare i possibili correttivi. Avanziamo alcune ipotesi: - scoraggiare l’uso di smartphone e videogiochi per minori di quattordici anni; - rendere cogente il divieto di iscrizione ai social per i minori di tredici anni; – prevedere l’obbligo dell’installazione di applicazioni per il controllo parentale e l’inibizione all’accesso a siti per adulti sui cellulari dei minori; - favorire la riconoscibilità di chi frequenta il web; - vietare l’accesso degli smartphone nelle classi; - educare gli studenti ai rischi connessi all’abuso di dispositivi digitali e alla navigazione sul web; - interpretare con equilibrio e spirito critico la tendenza epocale a sopravvalutare i benefici del digitale applicato all’insegnamento; - incoraggiare, nelle scuole, la lettura su carta, la scrittura a mano e l’esercizio della memoria”.
 
💥 Conclusione dell’appello degli oltre 60 studiosi
“È ormai inderogabile contrastare queste tendenze se vogliamo gettare le basi per un rigenerato umanesimo del terzo millennio e proporre con forza una scuola ed una educazione dell’uomo orientate verso il senso e le finalità profonde della sua natura ed esistenza”, prefigurando “una scuola che abbia come compito prioritario più quello di educare che di istruire, più quello di formare che di informare”. (5)
L’attuale Ministro “dell’istruzione e del merito” mi pare abbia colto di tutto ciò sic et simpliciter la proibizione dei cellulari a scuola…. 
 
💥 Note.
Adrià Fruitós, Test nazionali
1.Atti Parlamentari, Senato della Repubblica XVIII LEGISLATURA. Conclusione del documento approvato dalla 7ª commissione permanente (istruzione pubblica, beni culturali) nella seduta del 9 giugno 2021. Relatore: Cangini a conclusione dell’indagine conoscitiva proposta dalla commissione stessa nella seduta del 9 aprile 2019, svolta nelle sedute del 9 maggio 2019, 11 giugno 2019, 2 e 24 ottobre 2019, 27 novembre 2019, 14 gennaio 2020, 22 settembre 2020, 21 ottobre 2020, 2 dicembre 2020, 7 aprile 2021 e conclusasi nella seduta del 9 giugno 2021 sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento (articolo 48, comma 6, del regolamento) comunicato alla presidenza il 14 giugno 2021.
2.V. Salinaro, art.cit.
3. INDAGINE della 7° Commissione. “Ci sono i danni fisici: miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscolo-scheletrici, diabete. E ci sono i danni psicologici: dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminu­zione dell’empatia. Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concen­trazione, la memoria, lo spirito critico,l’adattabilità, la capacità dialettica”.Sono gli effetti che l’abuso di smartphone e videogiochi produce sui più giovani. “Un quadro oggettivamente allarmante, anche perché evidentemente destinato a peggiorare”.
4. INDAGINE della 7° Commissione. Corea del Sud, Cina, Giappone sono oggi, i nostri “modelli avanzatissimi già da anni quanto a diffusione della tecnologia digitale, perciò anticipatori degli effetti che il crescente uso di smartphone e videogiochi produrrà fatalmente sui nostri figli, sui nostri nipoti, sui nostri amici, su di noi e di conseguenza sulla società in cui viviamo. I numeri impressionano. In Corea del Sud il 30% dei giovani tra i 10-19 anni è classificato come « troppo dipendente » dal proprio telefonino: vengono disintossicati in s16 centri nati apposta per curare le patologie da web. In Cina i giovani « malati » sono 24 milioni. Quindici anni fa è sorto il primo centro di riabilitazione, naturalmente concepito con logica cinese: inquadramento militare, tute spersona­lizzanti, lavori forzati, elettroshock, uso generoso di psicofarmaci. Un campo di concentramento. Da allora, di luoghi del genere ne sono sorti oltre quattrocento. Analoga situazione in Giappone, dove per i casi più estremi è stato coniato un nome, hikikomori. Significa « stare in disparte ». Sono giovani tra i 12-25 anni che si sono completamente isolati dalla società. Non studiano, non lavorano, non socializzano. Vegetano chiusi nelle loro camerette perennemente connessi con qualcosa che non esiste nella realtà. Gli hikikomori in Giappone sono circa un milione”. Tutte le ricerche internazionali giungono alla medesima conclusione.” Analogo effetto si registra nei bambini cui è stata limitata la « fisicità ». Nei primi anni di vita, infatti, la conoscenza di sé e del mondo passa attraverso tutti e cinque i sensi: sollecitare prevalentemente la vista, sottoutilizzando gli altri quattro sensi, impedisce lo sviluppo armonico e completo della conoscenza. È quel che accade nei bambini che trascorrono troppo tempo davanti allo schermo di un iPad o simili. Per quest’insieme di ragioni, non è esagerato dire che il digitale sta decerebrando le nuove generazioni, fenomeno destinato a connotare la classe dirigente di domani. Mai prima d’ora una rivoluzione tecnologica, quella digitale, aveva scatenato cambiamenti così profondi”. Lo smartphone non è più uno strumento, è “un’appendice del corpo”, soprattutto nei più giovani, da cui dipendono anche la loro autostima e identità. Difficile convincerli a a mettere da parte il telefonino per un po’: privarsene è doloroso e assurdo quanto subire l’amputazione di un arto. Usarlo incessantemente è per loro naturale: li inducono le continue sollecitazioni di algoritmi programmati per adescarli e tenerli connessi il più a lungo possibile. È naturale perché a disconnettersi percepiscono la sgradevole sensazione di essere « tagliati fuori », esclusi, emarginati. È naturale “soprattutto perché essere connessi è irresistibilmente piacevole” perché l’uso del digitale favorisce il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore della sensazione di piacere. Piacere effimero: "dal 2007, anno in cui debutta lo smartphone, depressioni e suicidi tra i giovanissimi hanno raggiunto percentuali mai viste prima.]…] Stessa tendenza, in rapida crescita, riguarda i casi di autolesionismo, di anoressia, di bulimia. […] A tutto ciò vanno sommate le conseguenze sui più giovani dell’essere costantemente a contatto con chiunque e con qualsiasi cosa. Istigazione al suicidio, adescamento, sexting, bullismo, revenge porn: tutti reati in costante crescita. Reati facilitati dal fatto che nelle nuove piazze virtuali non trovano spazio le regole in vigore nelle vecchie piazze reali: vige l’ano­nimato, i controlli sono scarsi, i minori vi si avventurano senza alcuna sorveglianza da parte dei genitori.
5. V. Salinaro, art. cit.

5 commenti:

  1. Rosario : Un tempo - quanto tempo fa? - si diceva ALIENAZIONE, oggi la parola è passata di moda. Se noi tralasciamo le “ mode”, che passano e sono frivole, se ci curiamo di ciò che permane ( valori, nell’ educazione) dobbiamo far tesoro delle parole che attenzionano ed Alienazione è tra queste. Più che evidente che la dipendenza da “materiale virtuale”, preconfezionato e fortemente soggetto a manipolazione, non rende onore alla e-ducazione, che invece richiede impegno e collaborazione del soggetto ad “ estrarre fuori da se stesso “.
    Con ciò condivido, caro Gian Maria, il tuo allarme e la tua battaglia.
    Resistenza ad oltranza! Ti abbraccio 🤗

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  2. Paolo: concordo, seppur non mi consideri un "apocalittico" (secondo la definizione di Umberto Eco...del resto, se stiamo condividendo opinioni a distanza di km. lo dobbiamo proprio alla tecnologia digitale). Condannerei l'abuso della tecnologia nella scuola, l'uso acritico, non la sua "esistenza" che mette a disposizione un mondo di dati e informazioni che necessiterebbe di una costante e attenta verifica, e quindi un approccio critico. Proprio oggi ho sviluppato una lezione di letteratura latina sfruttando delle fonti rintracciate in rete, che mi hanno portato, ad esempio, anche a correggere una citazione in nota di Wikipedia. Quanto alla linea tecnologico-tecnocratica "imposta" dall'alto, faccio notare che lo stesso Valditara, che si straccia le vesti per l'utilizzo in classe dello Smartphone, è un acceso sostenitore della prima ora niente meno che DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE...non mi sembra un buon segno di coerenza...

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    1. Gent.le Paolo, condivido le sue riflessioni. Anch'io non mi sento
      "apocalittico", in sintonia con la citazione in epigrafe del post, con l'uso quotidiano di questo blog e, non ultimo, con Umberto Eco (mio conterraneo) che non ha fatto sconti né al fascismo di oggi né all'impudicizia di troppi social. Un caro saluto e grazie per la sua costante attenzione al nostro blog.

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  3. Thanks for the time and dedication you've put into this blog

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