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domenica 3 settembre 2023

L'oggi della Chiesa.

Crisi della Chiesa: cause e possibili vie d'uscita.
Post di Rosario Grillo.
 
Brunetto Salvarani, Senza Chiesa e senza Dio
Esperiamo nel nostro quotidiano la crisi della Chiesa. Vocazioni in vistoso calo con poca disponibilità di preti, calo vertiginoso dei praticanti con ripercussioni sul numero dei credenti, tiepidezza della fede fino a giungere alle soglie dell’ateismo, scandali dentro l’episcopato: i segni.
È varia e complessa la fenomenologia della crisi; l’opera di B. Salvarani (1) la descrive e spiega con lo scopo di studiare vie d’uscita. Cercando le cause, Salvarani punta sul generale fenomeno della secolarizzazione sotto l’insegna della “morte di Dio”, con tanto di disincanto del mondo cosparso del sale di un individualismo esasperato. Si destreggia, Salvarani, tra sociologia e teologia, rivelandosi accorto conoscitore di entrambe; vi aggiunge l’ecclesiologia.
Da quest’ultima vien fuori innanzitutto l’esportazione di Dio, cioè una reale “sostituzione”, perché le terre madri del Cristianesimo (dalla terra di Canaan a Gerusalemme all’Occidente intero) hanno perso terreno di fronte all’avanzata di Africa ed Asia, Oceania inclusa. Va detto inoltre che la tendenza, già prospettatasi negli anni sessanta, è stata interpretata e governata dai documenti approvati dentro il Concilio Vaticano II. Su questa via s’incontrano il problema delle relazioni con le altre religioni monoteiste (islamismo, ebraismo) e quello globale dell’ecumenismo che tocca il dialogo, a cominciare dai “separati in casa” (protestanti, ortodossi, ebrei).
La crisi non è però alimentata da quest’ultimo ostacolo, perché ivi si registrano piuttosto progressi sensibili ed appianamenti di controversie secolari, in virtù di un approccio meno dogmatico, più pratico che teorico, sulle ali dello spirito di fratellanza che il documento di Abu Dhabi ha chiosato.
Gli screzi del difficile rapporto con gli ebrei, alimentati da un sostanziale giudaismo, si sono dissolti, anche in virtù del documento conciliare Nostra Aetate, corroborato dai passi ufficiali dei pontefici. (2)
Il tarlo corrosivo si trova quindi dentro la normalità della vita quotidiana, nel vivere reale dei fedeli; su tale piano bisogna agire. Vien fuori nella disamina delle virtù teologali fondamentali (fede speranza e carità) la possibile chiave dell’avvio alla risoluzione della crisi. Essa per altro conferma l’energia che ha spinto il Cristianesimo a propagarsi - che, di certo, non è stata la guerra santa -. Il quid della fede, condito con la speranza, che ha costituito lo spirito - è lo Spirito Santo che spira - della comunità.
William James, Volontà di credere
Si entra nel secretum della fiducia, della volontà di credere. Qui con-siste la roccia da cui sgorga la sorgente vivificatrice: essa ha fondamenta antropologiche, visto che l’uomo, da sempre, solo attraverso la fiducia può assumere il rischio di ogni iniziativa. Le fondamenta sono anche sacre, perché regolarmente alimentate da Dio, dal dono divino intrecciato con l’invocazione di Dio.
Volontà di credere è un concetto di William James (3), noto filosofo dell’ultimo periodo dell’Ottocento, che vuole mettere in risalto la connotazione pratica, e pragmatica, della fede. È un cespite inesauribile e dinamico che si può interpretare come “l’istinto innato” per il quale partecipiamo alla creazione continua.
Ora è venuto il momento di interrogarci non accademicamente, di farci parte in causa della crisi: ed è una crisi che si allarga a tutta la compagine della società mondiale. Sembra infatti che ci si sieda passivi, facendoci travolgere da una miriade di agenti distruttivi. Non viviamo più come “lievito della terra”; in primis: noi cristiani.
Da qui muove la via che Papa Francesco ha indicato: in uscita. (4)
Sul vestito dobbiamo mettere, in bella evidenza, il segno che ci contraddistingue mentre agiamo come promotori di prossimità, consapevoli che l’amore è il nostro linguaggio, il dialogo: il metodo ad hoc, muovendoci nello scenario di un mondo che unisce, che cura, a partire dal povero, dai deboli. (5)
Commoventi e, al contempo, vivi e vibranti: gli ultimi due capitoli dell’opera di Salvarani, dove, in un fortunato compendio, sono richiamati i soggetti, le teologie, i cardini della Chiesa veramente in cammino (di Salvezza).
 
💥 Note.
(1) Brunetto Salvarani, Senza Chiesa e senza Dio, Laterza 2023.
(2) Vedi capitolo Quel che resta di Gesù
(3) W. James è figura complessa, in certo modo espressione di un tentativo di interpretazione generale della realtà. Psicologo, epistemologo, iniziatore del pragmatismo americano, partorì un pensiero carico di ottimismo. Notoria anche la sua rivisitazione dell’argomento della scommessa di derivazione pascaliana.
(4) “E, in una prospettiva cristiana, cioè umana, si deve sperare in chiave comunitaria, plurale” p. 205 dell’opera di Salvarani. Le nuove virtù teologali: il capitolo in cui Salvarani ribalta la passività in dinamismo.
(5) A Nietzsche che rimproverava al Cristianesimo la compassione replico che c’è più “volontà di vivere” in questo scenario che nelle stanze dell’aristocrazia.
 
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3 commenti:

  1. Il viaggio in Mongolia di Papa Francesco, in corso, è il concreto dispiegarsi del cammino ad-venire ( la Chiesa è movimento come la Fede), stupenda conferma, anche negli scenari “ immacolati” della Purezza. Con un tantino di polemica, osservo: peccato che abbia scarsa risonanza nel “ vociare” del nostro Occidente.

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  2. Thanks for providing such an interesting and informative blog

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