Post di Gian Maria Zavattaro
![]() |
Andrea Previtali, Annunciazione, 1508 |
"Viviamo in un tempo nel quale è diventato difficile guardare oltre la siepe di casa nostra. Non siamo più capaci, come il Leopardi de L’infinito, di sederci e ammirare “sterminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete”. Viviamo come rassegnati e ciechi, prigionieri del presente, incapaci di vedere un futuro davanti a noi […] L’Avvento è una dimensione permanente del cuore, un pellegrinaggio che spinge ogni giorno il credente a cercare sentieri di speranza e orizzonti di senso. […] È un’avventura dello Spirito che porta a scrutare nella notte, “dalle profondità degli abissi” i segni di un giorno che viene. […] Questo sguardo sul futuro ci permette di iniziare ogni giorno una nuova avventura, di orientare i nostri passi e di dare un senso alla nostra fatica quotidiana, scrutando nel buio della storia i segni promettenti della presenza del Signore. Sì, nel mondo non c’è solo devastazione e violenza: ci sono anche semi buoni di pace e di giustizia, i segni del Regno.[…] Possiamo allora domandarci; “Quando verrà il Signore e ristabilirà ogni cosa?” Il Signore è già venuto nella debolezza della nostra carne umana e ha piantato la sua tenda in mezzo a noi. Viene ogni giorno nella Parola e nel Pane, nei segni sacramentali della Chiesa. Viene nel povero e nello straniero, nel volto di chiunque grida la sua disperazione dall’abisso del mare o dalle macerie devastanti delle migliaia di bombe sganciate ogni giorno da ogni latitudine del pianeta. Sì, Cristo è là ed è in questi terribili luoghi sacri che si attende.[…] Certo, Cristo verrà un giorno nella manifestazione della sua gloria e consegnerà il Regno al Padre suo, quando anche l’ultimo nemico, la morte, sarà sconfitto.[…] Quando egli verrà tutto sarà riconciliato e pacificato in lui e Dio sarà tutto in tutti”. (Comunità monastica di Marango, LO SCANDALO DELLA SPERANZA. Cammini di risurrezione nel tempo di Avvento, ed. Paoline, 2024, pp.5 e 13-15). Gli autori: "le sorelle e i fratelli della comunità di Marango, un piccolo monastero che è sorto nella estrema periferia orientale della diocesi di Venezia nella Pentecoste del 1984” (o.c. pag.5). Un libro che invito a leggere, che può accompagnarci in tutte le quattro settimane di Avvento, spronarci a meditare, a ripensare noi stessi, a pregare, ascoltare la Parola e coerentemente impegnarci a soccorrere e tutelare tutti i ”terribili luoghi sacri” ovunque siano...
* * *