L'incantatrice Ipazia (Mario Luzi)
Post di Rossana Rolando
Jules Maurice Gaspard, Ipazia, 1908 |
In che cosa Ipazia rappresenta un simbolo cui rimanere legati al di là del tempo e dello spazio? La sua vicenda appartiene ad un antico passato, ma non è conclusa con il suo semplice essere accaduta, può di nuovo ripresentarsi nel mondo, nel fascino archetipico di un femminile luminoso che, ci si augura, sia tuttavia sottratto al tragico epilogo di una morte violenta.
Ipazia vive tra il IV e il V secolo dopo Cristo, in quella Alessandria d’Egitto dove fonda una scuola filosofica in cui la cultura ellenica trova il suo centro propulsivo nel Museo (lì, ha insegnato il padre Teone, grande matematico), nel momento di passaggio tra un paganesimo al tramonto e un cristianesimo divenuto religione di stato (Editto di Tessalonica, 380 d. C., al quale seguono decreti sempre più ostili nei confronti dei culti pagani).
Chi è Ipazia? Che cosa ci trasmette oggi il suo messaggio?
💥E’ anzitutto una donna, assassinata per la sua appartenenza ad un genere - quello femminile - da sempre violato nella sua fragilità fisica. Uccisa barbaramente da monaci fanatici (detti parabalani) al servizio del vescovo Cirillo, nel 415 dopo Cristo, probabilmente per la sua ingombrante presenza di intellettuale scomoda rispetto al potere che si sta instaurando.
Per questa sua emblematica vicenda, ella diventa riferimento critico nei confronti di tutti i contesti in cui la donna è sottomessa ed oltraggiata, ma anche delle uccisioni (femminicidi) che sono il risultato di culture solo apparentemente affrancate da logiche maschiliste e padronali.
💥 E’, inoltre, l’immagine dell’intellettuale libera: scienziata che applica geometria ed aritmetica all'astronomia; filosofa neoplatonica, in cerca della verità e della saggezza, cui dedicare ogni sforzo della propria vita. Non si converte alla religione cristiana, quando essa viene imposta, sentendosi chiamata a promuovere l'uso continuo della ragione e il fecondo incontro tra le diverse culture.
💥 E’ la negazione del pensiero dogmatico, in tutti i sensi in cui questo termine può essere declinato (sapere trasmesso in modo irrigidito, ipse dixit, certezza che non ammette critica, rifiuto dell’interrogazione filosofica e scientifica).
💥 E’ personalità che esce dall’ambito privato e diventa figura pubblica, autorità la cui saggezza è venerata dai cittadini di Alessandria. Nella sua cerchia si formano i politici che a lei chiedono consiglio, secondo il modello platonico. Vive nel tempo di transizione tra il partito degli elleni, a servizio dell’Impero romano d’Oriente, e il prevalere di un potere intollerante verso ogni alterità, quello stesso da cui riceverà la morte. Di questa autorevolezza di studiosa e maestra è testimone l’epistolario del discepolo Sinesio di Cirene, partito dalla lontana Libia per seguirne le lezioni: i suoi discepoli «la vedono quasi fosse ad immediato contatto con qualcosa di misterioso e di soprannaturale e la ammirano muti ed incantati». Scrive Mario Luzi, il grande poeta fiorentino che ad Ipazia ha dedicato un’opera drammaturgica: «Non nascondo di essermi lasciato trasmettere dal mio Sinesio una sorta di esaltazione nei suoi riguardi e non so dire quale dei suoi pregi vi contribuisse di più: la giovinezza, la bellezza, la scienza, la fierezza...».²
Sinesio rimane fedele ad Ipazia, anche quando viene scelto come vescovo, dichiarando esplicitamente di non voler rinunciare in nessun modo all’esercizio della ragione da lei appreso.
💥 E’ soprattutto la donna stimata per l'intelligenza e le qualità interiori, che insegna ad elevarsi al di sopra delle pulsioni generate dalla sfera corporea. Dichiara di voler rimanere libera nei suoi rapporti con gli uomini, senza interferenze sessuali (famoso l’aneddoto della pezza intrisa di sangue mestruale, che mostra ad un allievo innamorato di lei, per porlo brutalmente di fronte alla sua passione ed aiutarlo ad innalzarsi su altri piani). La bellezza che intende coltivare non accetta di essere ridotta all’esteriorità del corpo, per rivendicare la conquista di un desiderio più alto, posto platonicamente al di sopra della mera istintualità.
Questo messaggio è ancora oggi, più che mai, di grande monito nei confronti di una femminilità vilipesa, spesso reificata e alienata nella fisicità di in un corpo ridotto ad oggetto. Ipazia mostra che la bellezza è soprattutto intelligenza, fascino interiore, finezza del ragionare, così per gli uomini, come per le donne.
💥Note
1. Cfr. Rosanna Pozzi, Dalla storia alla scena Il libro di Ipazia di Mario Luzi, p. 2 e 3 (qui, l'articolo online).
2. Ibidem, p. 7.
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Grazie, eccellente lettura!🫠
RispondiEliminasplendida lettura, grazie. conoscevo la storia di Ipazia, la sua tragica morte. p.s. sono già iscritta, solo non entravo nella pagina da moltissimo tempo lo dico perché appare -iscriviti-. grazie
RispondiEliminaVi ringrazio entrambe per essere passate di qui ed aver condiviso con noi l'interesse verso questa straordinaria figura. Buona giornata.
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