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giovedì 5 giugno 2014

Qohelet e le sette malattie dell'esistenza.


“Qohelet, piccolo gioiello della letteratura biblica,
 è un medico che si fa vicino ai suoi lettori
 per dare un nome alle malattie che, più o meno impreviste, 
minacciano il senso dell’esistenza umana sotto il sole, giorno dopo giorno”
 (Gianfranco Ravasi)
Recensione.
Breve recensione/sintesi dell’agile volumetto del Card. Gianfranco Ravasi, Qohelet e le sette malattie dell’esistenza (Qiqajon, Comunità di Bose, Magnano, 2013, 5° ristampa).

Il Qohelet (L’Ecclesiaste) raccoglie le meditazioni di un  aristocratico intellettuale ebreo del III sec. a.C. E’ un libro, variamente interpretato, che  “scuote profondamente chi accetta di ascoltarlo”, perchè enigmatico, inquietante, problematico.  Qohelet è l’uomo dell’oscurità o della gioia? L’interpretazione di Ravasi si  pone  all’interno di un “singolare intrico di luce e tenebra, o meglio di luce dalla tenebra”, in un percorso di sette malattie che minacciano ogni giorno l’esistenza umana.

Le malattie che minacciano l'esistenza umana...
(Johann Heinrich Füssli, Silenzio).
1. La malattia che mina la parola.  
Tutte le parole sono logore e l’uomo non può più usarle” (Qo.1,8). 
Sintesi della nostra odierna malattia della comunicazione, che si vale spesso di parole senza significato, “chiacchiera ostentata”. Il rimedio è nel ritrovare la parola efficace, la voce  “che inquieta e tormenta”.


La malattia della comunicazione ... 
(Johann Heinrich Füssli, Autoritratto)
2. La malattia che riguarda l’agire.  
Quale valore-senso ha faticare per il vento?(Qo. 5,15). 
La nostra frenesia produttiva e consumistica non è che inconsistenza e tentativo di stordirci e sfuggire l’angoscia che ci abita. L’invito è quello di stare in guardia dall’alienazione del fare: fermiamoci a pensare, meditare, contemplare (un tramonto, un fiore, suggerisce Ravasi…).

La malattia dell'agire ...
Johann Heinrich Füssli, 
Donna seduta.
3. La malattia che concerne l’intelligenza.  
Ho consacrato il mio cuore a ricercare e ad esplorare con sapienza tutto ciò che accade sotto il cielo.[…] Ho visto tutte le azioni fatte sotto il sole: ecco, tutto è vuoto e fame di vento… Grande sapienza è grande tormento: chi più sa, più soffre” (Qo. 1,13-14,18). 
Volere capire la realtà e comprendere il mistero della vita è l’autentico segno della dignità umana, ma è  fonte di sofferenza e di lacrime, perché comporta la scoperta del negativo, della finitudine, del male. Solo con la sapienza ci si riconcilia con l’intelligenza.
La malattia dell'intelligenza ...  
Johann Heinrich Füssli, 
Autoritratto.
4. La malattia relativa al tempo
Tutto ha la sua stagione, ogni evento il suo tempo sotto il cielo; il tempo di nascere e il tempo di morire, il tempo di piantare e il  tempo di sradicare…” (Qo. 3,1-8). 
La pagina di “questa eloquente litania dei tempi dell’esistenza umana”  è costituita da 14 coppie di polarità, 28 elementi scomponibili in due totalità simboliche, “il 7 della pienezza dell’essere ed il 4 dei punti cardinali”. L’invito - rivolto ad ogni uomo e donna, immersi nell’esperienza indecifrabile della ripetizione - è quello di imparare a vivere un atteggiamento di umiltà nei confronti del proprio  tempo e spazio, smitizzando ogni luogo comune di celebrazione del ciclo della storia.

La malattia del tempo ...  
Johann Heinrich Füssli, 
Artista commosso dalla bellezza 
di antichi frammenti ...
5. La malattia che tocca la società
Io mi sono messo a considerare tutte le violenze perpetrate sotto il sole: eccole le lacrime delle vittime da nessuno consolate, da nessuno consolate contro il forte potere dei violenti” (Qo. 4,1-2). 
E’ la rilevazione della violenza ed ingiustizia, della solitudine delle vittime, della strutturale fragilità della condizione umana. In 4,13-16 Qohelet tratteggia una spietata critica di ogni forma di potere,  che  prima o poi finisce per riproporre l’oppressione. “La cecità di chi è al potere innalza gli stupidi  nelle alte cariche” (Qo. 10, 5-6).

La malattia della società ...  
Johann Heinrich Füssli,  
Soldati che combattono.
6. La malattia più radicale che infetta l’esistenza umana.  
“Il destino degli uomini e il destino delle bestie è un unico destino. Come muoiono queste, così muoiono quelli, in tutti c’è un unico alito di vita. L’uomo non è superiore alla bestia. Sì, tutto è vuoto!” (Qo. 3, 19-20). 
E’ la lezione durissima sulla nostra strutturale caducità e finitudine.  Tutta la realtà e noi stessi siamo hevel, termine ebraico usato da Qohelet 38 volte  su 73 totali della intera Bibbia ebraica. Difficile la resa nella traduzione: vanità, fumo, niente, miseria, vuoto. Insomma realtà inconsistente, esistenza priva di senso. L’ultima pagina, forse la più nota, è un “addio alla vita”, degno suggello all’intera opera. Riporto nelle pagine di questo blog il testo, piuttosto lungo, che merita di esser letto per intero. 

La malattia della finitezza ... 
Johann Heinrich Füssli, Le Parche.

7. La “malattia teologica”.  
Quando pronunci parole  davanti a Dio, non essere precipitoso con la bocca e frettoloso col pensiero:  Dio è nei cieli e tu stai sulla terra… Perciò, poche parole!” (Qo. 5,1–4).  
Il pudore verbale  e il rispetto di Dio (mai indicato come Jhwh, al più come Elohim o “il Dio”) è  l’atteggiamento essenziale che colloca  il Creatore e la creatura nelle loro posizioni esatte. Abbandoniamo i luoghi comuni, non moltiplichiamo le parole inutili  su Dio, sradichiamo  la tentazione del “Dio tappabuchi” (Bonhoeffer), perché – commenta Ravasi citando Is, 55,8 -  “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore”.

La malattia teologica ... 
Johann Heinrich Füssli, 
Tiresia preannuncia il futuro 
ad Odisseo.
Il Qohelet è parola di Dio?  Secondo Origene “il vero Ecclesiaste è Cristo il quale essendo in forma di Dio, ha svuotato se stesso, assumendo la forma di servo”.  Qohelet ci aiuta a comprendere l’incarnazione  di Dio all’interno della storia ed i limiti dell’uomo. 

La parola di Qohelet 
penetra dentro ...
...dentro l'incertezza...
...dentro il vuoto...

Conclude Ravasi: “In Qohelet, parola di Dio nella crisi dell’uomo, la desolazione del non senso è fecondata ed irradiata e nelle sue riflessioni è già all’opera il germe segreto e nascosto della redenzione, come nella notte che contiene in sé l’alba della Pasqua”.
... dentro le malattie di oggi ...
Il pittore e disegnatore di cui abbiamo riportato le opere è Johann Heinrich Füssli.  Vissuto tra il 1741 e il 1825,  di origine svizzera, ha svolto la sua attività prevalentemente  in Gran Bretagna. 

Pubblichiamo nelle “pagine”, segnalate a lato destro di ogni post, una nuova “pagina” relativa a Qohelet, complementare al presente articolo e contenente il citato “addio alla vita”.


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