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martedì 2 febbraio 2016

Il diritto alla pienezza di vita di chi è "diverso".

Allen Ginsberg, Il peso del mondo...
Lesser Ury, Il tappeto rosso
 “Il peso del mondo 
- è amore.
Sotto il fardello 
- della solitudine,
sotto il fardello - dell’insoddisfazione.
Il peso, 
- il peso che trasportiamo - 
è amore”


Lesser Ury, 
Scene nel caffè.
Tolleranza non è una brutta parola, non significa supina accettazione e sopportazione dell’altro, non ha neppure nulla in comune con l’indifferenza o il permissivismo o la pavida debolezza: alla faccia delle distorsioni di qualche postnietzschiano per il quale rimane una “subdola malattia moderna”.
Lesser Ury, 
Serata al caffè Bauer
E’ semplicemente un principio dell’esistenza personale e sociale. Si fonda sul valore e la libertà di ogni singola persona, di cui non è possibile disporre, e riconosce senza riserve il diritto alla pienezza di vita di chi è “diverso” nella religione, nella cultura, nell’ideologia, nei comportamenti. Conseguentemente si manifesta e si realizza nella prassi che rinuncia ad assolutizzare il proprio punto di vista ed a costringere con violenza, non importa se manifesta o subdola, altri alla perdita della propria identità.
Tolleranza - dal latino “tollere”, ovvero  assumere su di sé oneri e responsabilità, portare il peso dell’altro – è segno di solidarietà tra tutti gli uomini, è coscienza che i problemi della società plurale possono essere affrontati e superati solo se tutti (persone, stati, religioni, ideologie) si rispettano  reciprocamente e si curano gli uni degli altri.
Lesser Ury, 
Stazione a Bülowstrabe
Nella particolare situazione del nostro tempo sembra a taluni che la tolleranza sia messa fuori gioco da svariate forme di intolleranza. La più eclatante è rappresentata dal fanatismo spietato e dalle diverse minacce alla convivenza umana. Una seconda forma è data dall’escalation dell’indifferenza, di chi chiude di fronte agli altri volutamente gli occhi, di chi “non vuole avere fastidi”, di chi rifiuta di  “tollere”, assumersi  la responsabilità di essere donna ed uomo  aperta/o agli  altri. Ma c’è una terza forma, più sottile e strisciante: l’intolleranza  dichiarata verso gli intolleranti, quasi che la tolleranza sia un optional che può trasformarsi in caricatura di un principio irrinunciabile.
Lesser Ury, 
Campi Elisi con Arco di Trionfo
La tolleranza non ha bisogno certo di essere riabilitata dal sottoscritto. Forse invece  ha bisogno di essere presentata per quello che è e  prima ancora per quello che non è. 
Atteggiamento di fondo di fronte all’umano, raccoglie  in sé l’essenza delle  quattro virtù cardinali e si ancora nel cuore stesso della persona,  la quale  solo se   è  congruente con se stessa  è capace di tolleranza, cioè di portare oneri e responsabilità.
Lesser Ury, 
Una strada di Berlino nella pioggia
Non può essere forzata e piegata a significare modi di comportamento secondari, marginali, banali. Non è dimensione astratta e statica, ma atteggiamento che si realizza nell’essere-con-gli-altri e si rivela nei comportamenti, nelle azioni  che compiamo. Non significa abbandonare i propri ideali e la propria identità,  anzi ne presuppone la presenza: accettare l’altro nel suo essere diverso e proteggere questa diversità comportano da una parte la capacità di sopportare limiti e carenze inevitabili nell’esistenza storica di ogni persona, dall’altra la difesa della propria diversità.
Lesser Ury, 
Viale dei tigli sotto la pioggia.
Ope legis non può essere imposta  né  invalidata,  perché appartiene primariamente all’etica e non alla politica ed è disponibilità che ognuno liberamente assume.


Arte e anticipazione
Lesser Ury, 
Coppia che passeggia 
nel bosco
Lesser Ury (1861-1931) è stato un pittore impressionista tedesco. Nelle sue opere - spesso raffiguranti caffè, strade, quartieri - si rappresenta, da una parte, l’allegria di un mondo che si trasforma con vistose accelerazioni (dalla carrozza alla macchina) e si anticipa, dall’altra parte, quella spersonalizzazione dell’anonimato urbano che caratterizza il Novecento. Le forme umane sono appena tratteggiate ed il vero oggetto della scena è tutto spostato nella raffigurazione delle atmosfere, dentro i locali, o nella descrizione degli spazi, con la dinamica dei colori, delle luci, della pioggia. Dentro l'attimo che la pennellata cattura, tutto è ancora vitale, in movimento, espressione delle speranze riposte nelle nuove promesse della scienza e della tecnica, ma già si respira quell'estraneazione indifferente che la modernità industriale porta con sé come possibile frutto venefico e disumanizzante. Ancora una volta l’arte - anche quando è descrittiva, “impressionistica”, priva di un esplicito contenuto concettuale - sa suggerire una direzione, sa cogliere un pericolo, sa predire un dopo.

Post di Gian Maria Zavattaro.
Scelta delle immagini e commento su Arte e anticipazione di Rossana Rolando.

4 commenti:

  1. Grazie delle riflessioni e delle bellissime immagini. Buona settimana.

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  2. Grazie. Il linguaggio delle immagini è diventato per noi molto importante, complementare rispetto ai contenuti espressi. Può rimanere inosservato, ma non sfugge a chi legge con attenzione. Un caro saluto e buona settimana.

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  3. Grazie.Riflessioni che devono sprigionare forza interiore ed entusiasmo.

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  4. Grazie a Lei per l’apprezzamento e l’attenzione. Abbiamo visto la Sua bella pagina di Google e siamo felici di essere entrati in contatto. “Per aspera ad astra!” Buona giornata.

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