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mercoledì 31 agosto 2022

Perché e per che cosa votare?

Riflessione sulle prossime elezioni, rivolta a tutti gli amici del blog.
Post di Gian Maria Zavattaro
Disegni di Eugene Ivanov (qui il sito).
 
“Può darsi che non siate responsabili della situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. (M.L.King)
“Chi mente abolisce la società”. (I.Kant)
 
Eugene Ivanov, Riflessioni sulla vita, particolare
Il mio identikit: cittadino del mondo, italiano ed europeo; non rappresento nessuno; sono laico cattolico, fedele al magistero della Chiesa e del Vaticano II; cerco con tutte le mie fragilità d’impegnarmi a servizio degli altri; non mi rassegno alle ingiustizie e squilibri sociali guerre fame povertà; non ritengo ineludibili fatalità le discriminazioni divisioni odio pregiudizi sopraffazioni indifferenza. Con Mounier sono convinto che “vi sono cattolici di destra e di sinistra: è un fatto ed è un fatto opportuno e ciò prova che il cattolicesimo supera tutte queste vicende politiche”.
Provo a riflettere sulle prossime elezioni. Non celerò le mie opinioni, ma eviterò di proposito esplicite indicazioni di voto, problema di coscienza di ognuno di noi.
Seguo poco i social ed i mille salotti virtuali. Mi interessa documentarmi, leggere, “pensare”, e magari far pensare, a quale futuro democratico porterà il voto di ognuno di noi, a tutti augurando un voto “innocente”, nel senso etimologico che non contribuisca a recare la rovina del bonum commune.
Eugene Ivanov, Riflessioni sulla vita
Ovviamente andrò a votare: il rifiuto è resa al pessimismo, tradimento del dovere di cittadinanza, regalo ad ignoti troppo noti, sicuri delle loro prezzolate truppe cammellate. Non intendo esecrare nessuno né stilare liste di proscrizione. Ciò non significa rinunciare a giudicare comportamenti e ideologie per me inaccettabili. Ogni persona è sacra, degna di rispetto, d’ascolto, d’accoglienza ma anche di dialogo dissenziente e di ferma contrarietà.
Stiamo tutti vivendo un inquietante clima preelettorale, ulteriore sintomo della grave malattia in cui versa la politica. Difficile in questo clima per i cittadini avere fiducia in chi si presenta candidato. La “politica” autentica concreta è dimensione ubiqua dell’esperienza umana, fa parte di noi stessi: nella polis trascorriamo la nostra vita intera governata da relazioni dentro ogni situazione od istituzione (famiglia, gruppo, impresa, sistema nazionale e globale). Proprio per questo non ci si può improvvisare politici di professione: alla “politica” ci si deve formare (1), come forse avveniva un tempo, sia a livello culturale sia soprattutto oserei dire a livello spirituale con l’esercizio virtuoso del discernimento. Il governo del nostro paese è cosa troppo importante per accettare il vortice di troppi candidati a dir poco incompetenti: timeo questi novelli danaos et dona ferentes! Perché il vero guaio è la diffusa carenza di “parresia”: non c’è verità.
Eugene Ivanov, La notte
È soprattutto nel tempo delle elezioni che il dovere morale di dire tutta la verità ai cittadini è il contrario della seduzione. La parresia è una cartina di tornasole: mette a confronto ogni candidato e i suoi discorsi con la coerenza o doppiezza della sua vita, separa il politico dal politicante.
Quest’ultimo tutto teso alla conquista del potere mediatico e del consenso, a eccitare le proteste (spesso legittime) di tanti “umiliati ed offesi” contro chi, indifeso capro espiatorio, è ancor più umiliato ed offeso, a gettar fango sugli “altri”. La “neolingua” mediatica è strumento appreso alla scuola di manipolatori-sondaggisti a pagamento, che ben conoscono la leva delle pulsioni pilotate e degli interessi di parte per irretire i creduloni. Non è facile smascherare la menzogna mediatica come arte politica: nel fluire continuo di notizie video messaggi slogan, la continua ripetizione per centinaia di volte di una menzogna le conferisce veridicità, in particolare il martellamento di stordite promesse. Proprio di recente si è assistito all’efficacia, si fa per dire, di un video, notizia in sé veridica, cinicamente enfatizzato e diffuso (STUPRO) per gonfiare il senso di insicurezza-pericolo verso i migranti, in potenza tutti stupratori. Fantastico beneficio lucrato in vista delle prossime elezioni! E capisco la lotta per il controllo dei media!
Eugene Ivanov, Sogno nebbioso
Che cosa vogliamo diventi la nostra Italia, l’Europa, il mondo?
Póleis scisse in cui ognuna prende le distanze dall’altra piene di sospetti, frantumate in sottosistemi chiusi e confinate in mondi a parte? Oppure un’Italia plurale interculturale, società aperta, in cui i diritti di tutti sono al primo posto ed è possibile incontrarsi senza sospetti, sorridersi, riconoscersi come persone, sognare insieme il futuro dei nostri figli e nipoti, eredi di un cammino da noi aperto di pace fraterna? Pace: cioè giustizia, solidarietà senza barriere ed esclusioni, nella fermezza della propria identità.
Non mi rassegno a finire i miei giorni in una società disfatta sistematicamente per essere poi carpita da coloro che da tempo si sono preparati, così impudenti da convincere i semplici e così scaltri da cooptare i furbi. Ma la cosa che m’indigna di più sono gli ipocriti, quelli che fiutano il vento, si adattano subito e in giro mettono in fila parole “vuote” piene di interessi di parte: parolai che non capiscono, non vedono, non ascoltano l’altrui sofferenza. Ogni dolore è unico, ogni cicatrice ha forma diversa e solo chi ha subito violenze fame guerra discriminazioni povertà (forse in parte anche chi da anni nello stile di S. Weil si è educato all’ “attenzione”) sa cosa significhi e quanto profondamene si resti feriti.
Eugene Ivanov, Senza titolo, particolare
Che fare?
Per quanto mi riguarda, ritengo il rapporto etica-politica fondamentale, pretendo dai “politici” linguaggio veritiero e coerente testimonianza, ritengo obbligo morale (sollen) “pensare” e non dare fiducia a priori a nessuno. Infine per scoprirmi ulteriormente, provo ad elencare alcune stringenti questioni decisive (impossibile l’elenco completo), alla luce del monito “sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5,37).
NO ai Candidati che inquinano le parole che non valgono nulla, non rispettano il legame dire-fare, ci sommergono di impossibili promesse, cambiano per convenienza perché “è vero solo ciò che raggiunge l’effetto”, tanto la gente non serba memoria. Inquinamento terribilmente pericoloso per la democrazia: “distrugge il mondo, il senso,la relazione”, perché la parola “ci fa esistere come persone, ci costituisce come società” ma esige disciplina altrimenti non c’è relazione né si può camminare insieme intendersi decidere promettere. (2)
SÌ. In quanto elettore m’impegno a non espormi a qualunque social; alternerò al rumore-confusione silenzio riflessione e discernimento indissolubilmente connessi alla vita partecipativa  nella mia comunità, per mettere “alla prova le parole che usiamo e che sono usate da chi troppo spesso ci vuole abbindolare” (3).
Eugene Ivanov, Senza titolo
NO all’elezione diretta del Presidente della Repubblica e alla sua trasformazione in capo del governo
. Introdurre il presidenzialismo aggraverà la crisi, provocando lacerazioni e contrapposizioni continue nella società in cui stentiamo a ritrovarci in “una casa comune” dove nessuno è super partes. “La crisi attuale della democrazia è anzitutto crisi di un comune senso di appartenenza”, ora garantito dal preciso ruolo del Presidente della Repubblica, in cui ognuno può riconoscersi. “La sua imparzialità aiuta a tenere unito un paese sempre più sottoposto a spinte disgreganti” (4).
NO al tranello di taluni sondaggi in base ai quali c’è chi proclama per scontata la vittoria clamorosa di una parte politica, nella convinzione della resa all’effetto Pigmalione. Nessuna rassegnazione a trasformare ed introiettare dati per loro natura discutibili (per quanto attiene tempi, metodi, campioni rappresentativi) in dogmatiche aspettative. Nessun abbandono alla sindrome della sconfitta. Anzi! (5)
ai candidati che presenteranno coerenti impegni riguardanti le parole chiave espresse dall’appello di organizzazioni sociali imprese istituzioni formative con una visione comune sulle migliori pratiche indicanti vie nuove per evitare la deriva della coesione sociale e ancor più per non arrivare impreparati alle sfide che ci attendono: generatività sussidiarietà partecipazione cittadinanza attiva coprogettazione consumo e risparmio responsabile economie della cura e delle relazioni inclusione atteggiamento contributivo e non estrattivo. (6)
Eugene Ivanov, Cavallo di Troia
perché il mondo sia un mondo per i giovani: 73 milioni sono di senza lavoro. L’ultimo rapporto ILO mostra gli effetti della pandemia sulla occupazione giovanile dai 15-24 anni: 6 milioni di disoccupati in più e 282 milioni di Neet (giovani che non studiano né lavorano). La situazione delle ragazze è peggiore rispetto a quella maschile; decisamente significative le differenze nord-sud. 
al tassativo passaggio dagli aiuti di emergenza ad una ripresa economica più inclusiva, che risolva i problemi legati a disoccupazione inattività precarietà scuola pubblica, salute pubblica, immigrazione, politiche ecologiche, globalizzazione, fine della guerra e delle guerre…
p.s. Non so se riuscirò a trovare nella mia circoscrizione elettorale un candidato che in percentuale conveniente possa rappresentare le istanze indicate. La speranza, matrice del mio “ottimismo tragico”, mi suggerisce di sì….
 
Note.
1. Invito caldamente a leggere o rileggere su questo blog il post di Rossana, pubblicato una settimana fa: La politica come professione. Si veda inoltre Hannah Arendt, La menzogna in politicaRiflessioni sui “Pentagon Papers”, a cura di O. Guaraldo, Marietti, Genova-Milano 2006.
2. Succinta sintesi  del bel editoriale di Avvenire  UN’ECOLOGIA DELLA PAROLA campagna elettorale e democrazia (p.1 del 12 agosto) a firma di M. Magatti.  Da leggere.
3. M. Magatti, idem.
4. Sintesi dell’editoriale di Avvenire LA CURA NON È PRESIDENZIALISTA istituzioni e crisi della democrazia (p.1 del 17 agosto) a firma di A. Giovagnoli. Da leggere.
Eugene Ivanov, Senza titolo
5. Riflessione - segnalatami dall’amico Rosario - che Raniero La Valle conduce da par suo sulla guerra in Ucraina identificata con la “fine della pace”, l’abbandono delle politiche ecologiche, la rinuncia alla prospettiva di un’umana unità nel mondo e, in particolare, la resa-rassegnazione, prima ancora del voto del 25 settembre, ad abbandonarsi alla sindrome della sconfitta. Da leggere su facebook , pagina di Raniero La Valle : resistenza e resa del 13 agosto.
6. cfr. su Avvenire l’articolo di L. Becchetti (pp.3 e 7 del 2 agosto) UN’AGENDA CONDIVISIBILE PER IL DOMANI:LAVORIAMOCI INSIEME. L’appello  di organizzazioni sociali, imprese, istituzioni formative è rinvenibile a p.7: L’ALLEANZA CHE SERVE AL PAESEL’appello che parte dalla società civile per una connessione  ‘trasversale e inclusiva’ tra le migliori energie sul territorio pace, clima, scuola, Europa, welfare:‘basta con gli schemi del ’900, la politica va pensata nelle forme del terzo millennio’.

6 commenti:

  1. Rosario commenta. Ma quale commento, se il testo è già completo così. Va solo pensato e ripensato per “ prendere decisione “.
    Solo un giro d’orizzonte per soffermarmi sui “nuclei”. Politica da polis, con una proiezione a creare sinergia di poleis dove una tradizione infausta frena con retaggio di municipalità ed anche dove ( Europa)” poleis scisse” confliggono con il disegno spinelliano.
    “ Attenzione” : la parola-programma di Simone Weil, perché attraverso il vissuto si può dare “ vera partecipazione “.
    Parresia: il “formato spirituale “ per dialogo, visto che politica è sviluppo di dialeghestai. ( Feroce contestazione dell’arte del persuadere attraverso la menzogna).
    Ritorno al sano confronto, quello che avveniva nelle piazze dove ci si poteva guardare negli occhi. ( piuttosto che i dibattiti televisivi auspicherei una quotidiana mezz’ora per riflettere sui fatti e sui processi.
    Ricambio generazionale perché i giovani sono il ritratto della vita carica di energia.
    La Pace : trait d’union.
    Grazie, grazie caro Gian Maria ✨💫🍀🤗

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    1. Caro Rosario, una explicatio che mi allarga il cuore. Grazie, come sempre.

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  2. Grandissima lezione di serietà di fronte a un dovere che ci interpella interrogandoci, appunto, prima di tutto su cosa chiediamo alla politica e, specificatamente, ai politici. Chiariamoci le idee - questo è il primo passo essenziale - e poi controlliamo chi ci offre un programma che meglio di altri risponda alle nostre esigenze politico-sociali nel pieno rispetto della nostra straordinaria Costituzione.

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    1. Sintesi egregia del “dovere che ci interpella”. Sottolineo il “pieno rispetto della nostra straordinaria Costituzione”, la cui paventata trasformazione significherebbe la sua terribile parodia.

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  3. Grazie, GianMaria. Ho girato il link delle sue riflessioni a un gruppo di amici. Buona domenica.

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