Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

sabato 11 febbraio 2023

Trasmissione.

L'invito all’amicizia, del post precedente, si colloca nel contesto drammatico in cui siamo immersi: guerre ingiurie attacchi personali odio...
Post di Rosario Grillo.
Immagini del pittore russo Ilya Repin (1844-1930).
 
Ilya Repin, Che libertà!
Riusciremo mai a capire che il terrorismo si alimenta con l’imitazione mimetica?
La violenza esercita una forte attrazione e scatena tra gli esseri umani, a detta di alcuni,  un impulso imitativo. 
Secondo R. Girard  a questo meccanismo sottostà il "capro espiatorio" o la "vittima sacrificale". 
Non è gratuito osservare che questa tesi esercitò una certa influenza negli anni di piombo, sui brigatisti in ispecie. Indagandoci sopra, si giunge fatalmente a scoprire che l’individualismo esasperato ed eccentrico è di frequente una matrice ad hoc. 
Soprattutto nel mondo dell’anarchia si nota spesso una definita propensione, forse una  propedeutica. L’anarchia -  e mi rifaccio a Marx Stirner e alla dottrina dell’Unico -  teorizza il "senza legge", associando essa ogni legge/norma ad una istituzione, ad un corpo-totalità che la sovrasta, negante l’istanza libertaria. 
Qui bisogna far partire la differenza tra "libertario" e "liberale", dentro il seno del concetto di libertà. Il primo intende la libertà come un "incondizionato" e, per questa ragione, combatte ogni oppressione/oppressore, il secondo sa (o dovrebbe sapere) (1) che la libertà è "condizionata", in pratica è "finita" perché è definibile attraverso una limitazione, in quanto una sana libertà richiede lo scambio/riconoscimento della reciprocità. Quindi la mia libertà entra in positività quando riconosce le altrui libertà, venendone limitata. 
Per la ragione suddetta, il completamento della "libertà liberale" richiede il diritto: un corpo di principi giuridici esplicativi e confermativi della libertà. 
La Costituzione ne è il testo di riferimento.  
Le vicende storiche, tra la rivoluzione francese e i moti liberal-nazionali, sono state il documento di questa impresa. Al suo interno si accese successivamente la miccia delle rivendicazioni, a scopo di democrazia compiuta e di socialismo, fatta scoccare dal disagio per la libertà formale e dalla rivendicazione della uguaglianza reale.
 
Populismo russo.
Ilya Repin, Studente nichilista
Una vicenda, ormai trascurata, diventa l’exemplum, sul quale si può verificare l’assunto teorico. Mi riferisco al populismo russo. La sua stessa dinamica ci dà una misura: delle ragioni di insorgenza, della evoluzione, delle conseguenze del fallimento. 
In essa va cercata la conferma della genesi del terrorismo. Il populismo russo, appunto, è il simbolo riconosciuto del precipitare di un movimento ideale in azione terroristica. Per mano di un terrorista avvenne l’uccisione dello zar Alessandro II. Nel romanzo di Dostoevskij L’idiota abbiamo per giunta un ritratto, con la meccanica del peccato terrorista. (3) 
Cercherò, con la guida di un’opera classica di Francesco Venturi (4), di ricostruire quella dinamica storica per salvaguardarne l’autenticità e per saggiare eventuali ripercussioni nella realtà presente. Francesco Venturi è  già lo specchio di un metodo storiografico attento al movimento delle idee e contrario ad una lettura sbrigativamente marxista, fondato sulla ricerca d’archivio. 
Cita, nell’introduzione al suo libro, il resoconto di un vasto e vario battito che si svolse in Occidente in Oriente con importanti contributi degli storici franco e angloamericani e superando i freni inibitori della selezione politica decisa da Stalin; il tutto per rendere con fedeltà l’animo di quel movimento. 
Senza dirlo, agisce nel suo background il "consiglio" dello storicismo che lo porta a stabilire contatto con certi presupposti: i decabristi, ad esempio .
"Preso terra" o "misurato il campo", egli si muove, senza voli pindarici, piuttosto in aderenza alla realtà. 
La realtà, risultando dalle fattezze dell’impero zarista, dall’epidermide delle riforme occidentali avviate da Pietro il grande a Caterina di Russia, dalle radici del feudalesimo russo contornato dal fungo della "obscina", chiede di aderire, per obiettività, agli usi e costumi della società russa, districando l’intreccio dei problemi legati al "complesso" dell’Impero zarista. 
Ilya Repin, Ivan il terribile
Il ritorno su questo "scoglio" ci conferma la caratura pratica della storia, perché l’interesse rivolto al populismo russo viene risollevato oggi dal caso della guerra ucraina, entro la quale le movenze della Russia di Putin prendono la forma della riedizione imperiale (5). 
Si sedimenta, aldilà della superficiale capacità di comprensione della diplomazia occidentale, il peso enorme di una caratteristica geopolitica della Russia: la tradizione imperiale.
Tornando al populismo russo, il consiglio è dunque: quello di scorrere "i grani" della sequenza storica, partendo dai decabristi e passando per il 1848.
Il ‘48, come si sa, fu una "primavera dei popoli". In questo frangente conta il rivolo del socialismo marxiano, viene pubblicato il Manifesto del partito comunista, si accendono molteplici focolai di lotta nazionale. 
La frustrazione della Russia imperiale la ritroviamo  nella guerra di Crimea con le novità della nazionalismo balcanico e con le complicazioni legate al mercato dei cereali; quindi con le ragioni che provocarono l’abolizione della servitù della gleba. 
È il momento clou del populismo russo, che  privilegia il rispetto delle tradizioni rurali russe, appoggiandosi al nemico del capitalismo divoratore.
È questa la traccia;  è qui il fulcro della slavofilia. Di questi elementi si alimentò il leninismo, che nel volgere della rivoluzione russa, cercò una sintesi senza trovarla. Resta un documento inoppugnabile e duraturo: la configurazione reale (non distorta) della intellighenzia russa. Al suo interno menziono A. Herzen, Cernicevskij, Turgenev, Dobroljubov (ed a loro rimando).
 
Note.
(1) Rimando alla tradizione del pensiero liberale da  Locke a B. Constant a J. Stuart Mill.
(2) Occorre spianare il terreno dall’equivoco di una identità tra quel populismo e il populismo odierno. Quello russo incorpora sì il paternalismo degli intellettuali, ma si muove attraverso il radicamento popolare.  L’odierno è addentrato ai meccanismi della leadership congiunta al verbo dei social.
(3) Fu pubblicato a puntate a partire dal 1868.
(4) Il populismo russo in due volumi, Einaudi, 1952.
(5) Richiamo qui le pregnanti considerazioni svolte da Lucio Caracciolo sul numero 2/22 di Limes.
(6) Solo partendo da questo si possono movimentare i dati derivati dalle ideologie  recenti, vedi A. Dugin e altri.

2 commenti:

  1. Da Rosario.
    Un ringraziamento speciale a Rossana sulla scelta mirata delle immagini a corredo 🌹💫

    RispondiElimina
  2. Leggo con appassionato interesse il tuo post. Libertà condizionata-incondizionata, legge - senza legge, il populismo russo... E le tue riflessioni sul nostro Dostoevskij: proprio in questi miei giorni, anzi notti insonni, in cui ho riletto per l’ennesima volta – guidato dal saggio stupendo di Divo Barsotti “Dostoevskij La passione per Cristo”- indimenticabili figure del bene e del male: Miskin, Raskolnikov e Sònja, Aljòša DMitrij Ivan, lo stariez Zosima, il Visitatore misterioso. Respiro la distanza abissale del nostro tempo dai "problemi maledetti" di Dostoevskij: perdizione collettiva che non sa e non vuole distinguere il lecito e l’illecito, libertà e licenza, limite ed illimite, giusto ed ingiusto. Come te, caro amico, non sono né rassegnato né disperato; come te, amo la terra dei viventi, coltivo la speranza che è insieme denuncia ed annuncio, resistenza e proposta. La strada che indicava Dostoevskij nei suoi tormentati indimenticabili personaggi è invito a riscoprire la potenza del negativo come premessa di riscatto e possibile apertura al bene. Sarebbe troppo presentarli come modelli, ma come monito sì, per tutti, perché ognuno di noi porta in sé qualcosa di Raskolnikov, Dmitrij, del Visitatore misterioso. Grazie, caro Rosario (un caro saluto anche da Rossana).

    RispondiElimina