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sabato 28 dicembre 2024

Giubileo 2025, dedicato alla Speranza

Post di Rosario Grillo
 
Kazimierz Wojniakoski, Allegoria della Speranza, 1812
“La grazia di un Giubileo è spalancare, aprire e, soprattutto, aprire i cuori alla speranza. La speranza non delude (cfr Rm 5,5), mai! Pensate bene a questo. Anche io lo penso, perché nei momenti brutti uno pensa che tutto è finito, che non si risolve niente. Ma la speranza non delude mai. A me piace pensare alla speranza come all’àncora che è sulla riva e noi con la corda stiamo lì, sicuri, perché la nostra speranza è come l’àncora sulla terraferma (cfr. Eb 6,17-20). Non perdere la speranza. È questo il messaggio che voglio darvi; a tutti, a tutti noi. Io il primo.” (apertura della Porta Santa al carcere di Rebibbia su
questo sito)
 
Mentre scrivo questo post mi giunge notizia della scomparsa di un ragazzo del paese che abito. Le circostanze della morte rimandano alla desolazione che circonda molti giovani di oggi, ai quali molto spesso, io credo, manchino, senza propria colpa, ideali forze e proventi per affrontare il futuro. Nella triste situazione si ritrovano i reclusi delle carceri italiane, vittime di un sistema punitivo carente di rieducazione, osteggiati oltretutto da una opinione comune unilateralmente contraria. Il rendiconto annuale già annovera 88 suicidi, dietro le sbarre. Guardo anche ad una situazione internazionale, che registra un “mercanteggiamento” dei popoli, se si considera quel che accade in Medio oriente e in Ucraina, presi come casi non unici ma lampanti.

domenica 22 dicembre 2024

Natale 2024. Auguri

Da Gian Maria Zavattaro, Rosario Grillo e Rossana Rolando 

Sandro Botticelli, Natività mistica, 1501, parte
Siamo stati indecisi se fare o non fare gli auguri tipo “Auguriamo di cuore a tutti un lieto Natale ed un Nuovo Anno ricco di serenità e di bene”: è la recita di ogni anno, frutto di una vacua seriale ritualità collettiva, sbandierata all’altare del consumismo e del mercato.
Poi abbiamo deciso: “Sì, facciamoli !” perché “augurare” (il bene, la serenità, l’amore, la salute, la pace, la giustizia. la felicità…) può e deve essere meraviglioso, sempre traducibile in preghiera nutrita dalla speranza ed in azioni coerenti all’attesa. Auguri rivolti non indiscriminatamente a tutti (cioè a nessuno), ma al “volto” di ogni persona che ci legge e/o incontriamo. BUON NATALE dunque a voi ed a noi, pieno di sane inquietudini, colmo di gesti, di mani tese, di reciproci sorrisi e insieme di attenzione e sguardi per le innumerevoli vittime di ogni atrocità: bambini/e sfruttati affamati assetati d’amore, donne profanate, giovani disoccupati, anziani piegati nella solitudine, periferie del mondo in rivolta, fuggitivi sparsi in tutte le plaghe del mondo e che nel Mediterraneo continuano a morire…
E allora auguriamo che ognuno di noi e di voi, credenti e non credenti, tra il frastuono di eventi bellici e melodie natalizie, possa testimoniare la verità del Natale, più forte di ogni violenza. Che il Natale 2024 sia di attesa gioiosa, anticipazione e annuncio di cieli e terre nuove e non un “Natale Nero” (1).

domenica 15 dicembre 2024

In assenza di maestri.

Post di Rossana Rolando
 
Han Kang, L'ora di greco
«Fin da quando ero bambina, ho sempre voluto conoscere. Conoscere il motivo per cui siamo nati. La ragione per cui esistono la sofferenza e l'amore. Queste domande sono state poste dalla letteratura per migliaia di anni e continuano a essere poste oggi»
- Dal discorso di Han Kang alla cerimonia di premiazione 
del Premio Nobel per la Letteratura.
 
παθεῖν/μαθεῖν
Soffrire e apprendere: due verbi quasi identici, non un semplice gioco di parole. 
Trovo questo accostamento nell’intenso libro, dal titolo L’ora di greco, di Han Kang, vincitrice del premio Nobel 2024. Un legame – quello tra soffrire e capire – tutt’altro che ovvio, anche se gode di un’antica tradizione, a partire dal mondo antico, in particolare dalla tragedia di Eschilo.
L’autrice coreana si riferisce ad un presunto passo platonico, in cui fa dire a Socrate che παθεῖν/μαθεῖν sono due atti simili di reciproca implicanza. E spiega, poco dopo, la prossimità dei termini, notando come, per Socrate, apprendere significhi letteralmente soffrire. In particolare, l’identificazione viene ad attuarsi dopo il noto responso dell’oracolo di Delfi, che ha definito Socrate il più sapiente tra gli uomini, perché sa di non sapere. A partire da lì, viene dato inizio alla seconda parte della vita socratica, paragonabile ad una nave in mezzo alle onde, sballottata qua e là.

sabato 7 dicembre 2024

Angoscia, paura e speranza

Post di Rosario Grillo
Immagini di Maisara Baroud (qui il sito facebook)
 
Maisara Baroud, Gaza, 22 novembre 2024
La guerra è la cosa più schifosa della vita, bisogna capirlo, capire questa terribile necessità. La guerra è guerra, non un gioco. Lo scopo della guerra è l’omicidio, gli strumenti della guerra sono il tradimento, la spoliazione degli abitanti, il saccheggio, il furto, l’inganno e la menzogna chiamati stratagemmi militari. Tutti i re danno la ricompensa maggiore a quello che ha ammazzato più gente... Si incontreranno per ammazzarsi, massacreranno, storpieranno decine di migliaia di uomini e poi celebreranno funzioni di ringraziamento per aver ucciso e proclameranno la vittoria. Come può ascoltarli Dio da lassù? (Tolstoj)
 
La rovina, nei giorni nostri, è il ritorno prepotente dell’azione bellica. La guerra - cosa incredibile - ha conquistato un posto di rilievo nei programmi politici dello scenario internazionale. Tre guerre, in un contesto di crisi generale, travagliano vistosamente le società e i popoli: nell’Ucraina, nella terra di Israele, nel Sudan. Immagini di distruzione, di morti ed eccidi, momenti che sembrano evocare perfino il “genocidio”.
Scorrono queste immagini: alcune dal 2022, altre dal terribile 7 ottobre 2023, altre ancora da più tempo (Sudan), mentre vedo un grave rischio di assuefazione.
La Comunità europea, simbolo di volontà di Pace, in quanto creata con il fine di abbandonare la strada del confronto armato tra le Grandi Potenze, mette addirittura a capitolo primo di un Piano di ripresa (leggi Piano Draghi) la spesa per le armi.