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sabato 28 dicembre 2024

Giubileo 2025, dedicato alla Speranza

Il Giubileo della Speranza
Post di Rosario Grillo
 
Kazimierz Wojniakoski, Allegoria della Speranza, 1812
“La grazia di un Giubileo è spalancare, aprire e, soprattutto, aprire i cuori alla speranza. La speranza non delude (cfr Rm 5,5), mai! Pensate bene a questo. Anche io lo penso, perché nei momenti brutti uno pensa che tutto è finito, che non si risolve niente. Ma la speranza non delude mai. A me piace pensare alla speranza come all’àncora che è sulla riva e noi con la corda stiamo lì, sicuri, perché la nostra speranza è come l’àncora sulla terraferma (cfr. Eb 6,17-20). Non perdere la speranza. È questo il messaggio che voglio darvi; a tutti, a tutti noi. Io il primo.” (apertura della Porta Santa al carcere di Rebibbia su
questo sito)
 
Mentre scrivo questo post mi giunge notizia della scomparsa di un ragazzo del paese che abito. Le circostanze della morte rimandano alla desolazione che circonda molti giovani di oggi, ai quali molto spesso, io credo, manchino, senza propria colpa, ideali forze e proventi per affrontare il futuro. Nella triste situazione si ritrovano i reclusi delle carceri italiane, vittime di un sistema punitivo carente di rieducazione, osteggiati oltretutto da una opinione comune unilateralmente contraria. Il rendiconto annuale già annovera 88 suicidi, dietro le sbarre. Guardo anche ad una situazione internazionale, che registra un “mercanteggiamento” dei popoli, se si considera quel che accade in Medio oriente e in Ucraina, presi come casi non unici ma lampanti.
 
I GIUBILEI NELLA STORIA
Evelyn De Morgan, La Speranza imprigionata, 1887
Il Giubileo si allaccia alla tradizione ebraica (1), nel Nuovo Testamento Gesù, entrando nella sinagoga, richiama il profeta Isaia e dice di venire ad annunciare “l’anno di grazia del Signore” inaugurando così la tradizione cattolica dei Giubilei. Essi si distinguono tra ordinari e straordinari, rispettando, in gran parte, i primi, una scadenza periodica. Nel travaglio storico della Chiesa medievale si confusero con le Perdonanze, indetti cioè per interrompere conflitti in corso e/o per chiamare ad uno spirito di penitenza. La progressiva temporalizzazione della Chiesa (Stato della chiesa, teocrazia, lotta per le investiture, cattività avignonese) fu alla base del celebre Giubileo indetto da Papa Bonifacio VIII nel 1300. Da lì possiamo ritener continua la sequenza che portò alla nascita della Riforma protestante, provocata, oltre che da ragioni teologiche ed ecclesiologiche, dalle ragioni morali e spirituali che gli stessi “cattolici evangelici” diffondevano. Il “commercio delle indulgenze” fu insieme il tarlo che corrodeva il corpo della Chiesa di Roma ed il fulcro attorno al quale si raccolse l’opposizione illuminista al potere ecclesiastico.
Intanto si andava addensando, dentro la Chiesa, il tradizionalismo più ostile allo “spirito moderno”, che troverà il suo manifesto nel Sillabo di Papa Pio IX (1864). Affiancato al Concilio Vaticano I rappresenta l’arroccamento della Chiesa, che successivamente, da Leone XIII in avanti, si muoverà verso una ridefinizione con l’abbandono definitivo del potere temporale.
Gustav Klimt, La Speranza, 1908
Con un salto, mi porto ora ai Giubilei indetti da Francesco I, nel pieno rispetto dell’indirizzo che ha voluto dare alla Chiesa: mondialità, umiltà e carità, in uscita e verso le periferie. Dopo quello straordinario del 2016, incentrato sulla Misericordia di Dio, il più recente ha preso avvio in questo Natale, esplicitamente dedicato alla Speranza, con lo scopo di risvegliare dal torpore le genti e specifiche categorie sociali (2).
Dentro la Chiesa, alcuni movimenti sono critici, portando a confronto la crisi di cui soffre la Chiesa. Fuori di essa, ancora più tendenzioso l’attacco sferrato dalle forze laiciste, incentrato sulla galoppante secolarizzazione, che provocherebbe una inarrestabile fine della Chiesa, ancora una volta attenta al “sistema delle indulgenze”.
 
PAPA FRANCESCO NEL TORNADO DELLA POLITICA
L’attuale pontefice ha ridotto sensibilmente la “compiacenza” diplomatica verso la politica, considerata nel suo fluire e rifluire (adattamento al tempo ed alla società). Si è posto frequentemente in posizione polemica verso un “fare”, che è lontano dalla giustizia e dalla carità. Per questo, ha scritto esplicite encicliche su temi come: ambiente, fratellanza, amore. Frequenti sono state le “reprimenda”, negli stadi di raduno, al palazzo di vetro dell’ONU, davanti al parlamento europeo e a quello italiano. Simbolici gesti, come l’apertura della Porta Santa in un lontano paese africano e quella recentissima nel carcere romano, sottolineano mancanze, bisogni, urgenze, modi di improntar futuro…vie di speranza.
George Frederic Watts, Speranza, 1885
Al di là di questa soglia, impediscono di andare sia la resistenza dei “conservatori” dentro la chiesa, sia i tradizionalisti, sia le forme della diplomazia. Intanto la politica, come modo di governare la “cosa pubblica” attraversa un brutto momento. Si richiedono, alla prima osservazione, sensibilità e cura della prossimità, coscienza del palcoscenico sociale, senso del “bene comune”, attenzione al binario delle comunità.
Il centro motore, comunque, si pone nella virtù della Speranza, che Papa Francesco ha messo a cardine del presente Giubileo e dell’intero suo pontificato. Io spingo a considerarla come “una sorgente di vita”, risorsa indispensabile.
 
Note
(1) La voce “ giubileo” su Wikipedia porta informazioni chiare ed attendibili. Dalla tradizione socio antropologica si passò a quella religiosa, in un tempo in cui si fusero autorità sacra e quella politica, dando un senso giuridico al “yobel”
(2) Ricordo il disegno complessivo rappresentato dal Sinodo e dal Giubileo.

5 commenti:

  1. Bellissimo post,grazie.Se ti piace il mio blog iscriviti.Buon anno da Olgica

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  2. Caro Rosario, commento il tuo "bellissimo post" con due citazioni a noi care: “Speranza di fatto è una parola centrale della fede biblica al punto che in diversi passi le parole “fede” e “speranza” sembrano intercambiabili”.(Benedetto XVI). “La fede vede ciò che è. E la speranza vede ciò che sarà. La carità ama tutto ciò che è, e la speranza ama tutto ciò che sarà” (Ch. Péguy).

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    Risposte
    1. Ricevere la lode da un maestro e’ una gioia. Avresti scritto sull’argomento meglio di me. Ho considerato opportuno il momento per inaugurare il nuovo anno, perché senza speranza non si va da nessuna parte: è orizzonte del nostro cammino. Un abbraccio e buona continuazione 💫Rosario

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  3. Grazie del suo scritto, gentile Rosario. Confessa che per me oggi coltivare semi di speranza è assai difficile...

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