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sabato 15 marzo 2025

Un cammino possibile

Ripensare l'Europa: azzardare il pensiero creativo
Post di Rosario Grillo
Immagini tratte dalla Allegoria del buon governo di Ambrogio Lorenzetti (1290-1348).
 
“Ma gli stessi grandi popoli, si pensava, dovevano aver acquisito tanta comprensione per ciò che fra loro vi è di comune, e tanta tolleranza per quanto vi è di diverso, da non dover più, come avveniva nell’antichità classica, confondere in un unico concetto lo ‘straniero’ e il ‘ nemico’” (Freud, Sulla guerra).
 Ieri
Ambrogio Lorenzetti, Danze delle nove fanciulle (particolare)
Senza andare lontano nel tempo, nelle fibre di molta filosofia del Novecento si trova un esame attento del pericolo che potrebbe provenire dal predominio della Tecnica. Scendendo sul terreno delle argomentazioni, si evidenzia che si trattava di difendere il lato umanistico del sapere ed anche di salvaguardarne l’unità. Nel cimento, si faceva argine a empiti aggressivi, comunque forieri di un’acritica dinamicità, che sfiorava, quando addirittura non invocava, il bellicismo. Si indicava, per contrappunto, “la radura”, la poesia, la serenità della natura, la donna come portatrice di vita.
Maturava, nel frattempo, l’occasione per dare ancora uno shock all’antropocentrismo, cominciando ad esplorare il lato a-razionale (non decisamente irrazionale): l’inconscio.
Il padre della psicanalisi, Freud, predispose le “zone” della psiche con l’obiettivo - ancora dichiaratamente prigioniero del Positivismo - di ammonire l’individuo a controllare l’esuberanza delle pulsioni con la disciplina della morale sociale. Da questo contesto nasceva il suo disappunto per il precipitare del conflitto mondiale (vedi exergo).
Guerra fu ed ebbe seguito complessivamente con ben due conflitti mondiali.
Uno sguardo critico cominciava ad avvertire il peso del colonialismo, ma era troppo presto per allargare la gittata del fenomeno a tutta l’età moderna. Per allora ci si fermò al nesso tra imperialismo e colonialismo. Il progresso scientifico sembrava interagire attraverso il contributo delle esplorazioni geografiche, senza interrogarsi ancora su un aberrante principio: il “ res nullius”
Nazionalismo - antisemitismo - fascismo - nazismo - totalitarismo erano i complementi logici di quell’età.
🍀
Ambrogio Lorenzetti, Pace (particolare)
Nel seno di quel periodo la Chiesa cominciò a cambiare volto, a dissociarsi dal potere temporale, ad instaurare un rapporto con il liberalismo, ad incamminarsi oltre il concetto della “guerra giusta”. Aiutavano nuove filosofie come il Personalismo, J. Maritain e Mounier. Un background denso che permise ai pontefici di esprimersi contro “l’inutile strage” (1917) e con la Mit Brennender sorge (1937).
L’input era tale da portare successivamente alla maturazione del Secondo Concilio Vaticano, alle due ispirate encicliche di Papa Giovanni XXIII.
Da allora un continuum fino all’attuale pontefice, che ha denunciato la realtà della “guerra a pezzetti”, ha superato dichiaratamente il concetto di “guerra giusta”, ha criticato i fondamentalismi religiosi come incubatori di guerre, ha reiterato instancabilmente gli appelli alla pace.
 
Oggi
Con l’ultima citazione siamo entrati nell’oggi storico. Un presente che clamorosamente smentisce i propositi di pace, che semmai rinfocola minutamente le spinte aggressive, che si va caratterizzando come un’epoca di angoscia continua.
Cercando il fattore responsabile di questa condizione si finisce per dare risalto al nesso stabilitosi tra Tecnica, Finanza, Capitalismo digitale. Gli episodi della guerra ucraina e dell’eccidio di Gaza (1) sono chiari esempi del ricorso al ricatto tipico delle potenze militari, molto al di là degli ideali di pace e democrazia. Ne è implicato il potere di imperi come quelli di Amazon, di Google, di Apple, di Musk (ci troviamo davanti a colossi che nel bilancio hanno maggiori risorse di certi Stati sovrani).
In breve risulta lampante il loro disegno nella “cordata di potere” che affianca la seconda presidenza Trump, esplicita nel disegno di una great America, di un imperialismo sfacciato, di un ordine mondiale, che non considera in alcun modo la fraternità e la solidarietà.
Ambrogio Lorenzetti, Effetti del buon governo in campagna (particolare)
Il sofferente Papa Francesco, dal letto dell’ospedale, ha inviato un messaggio all’assemblea generale della Pontificia Accademia della Vita e ribadisce:” Il nostro modo di intendere la “creazione continua” va rielaborato, sapendo che non sarà la tecnocrazia a salvarci (cfr Lett. enc.
Laudato si’, 101): assecondare una deregulation utilitarista e neoliberista planetaria significa imporre come unica regola la legge del più forte; ed è una legge che disumanizza.” (2)
Specifica subito dopo: “per questa dimensione comunitaria della speranza, davanti a una crisi complessa e planetaria, siamo sollecitati a valorizzare gli strumenti che abbiano una portata globale. Dobbiamo purtroppo constatare una progressiva irrilevanza degli organismi internazionali, che vengono minati anche da atteggiamenti miopi, preoccupati di tutelare interessi particolari e nazionali. Eppure dobbiamo continuare a impegnarci con determinazione per «organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali» (Lett. enc. Fratelli tutti, 172). In tal modo si promuove un multilateralismo che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile (cfr Esort. ap. Laudate Deum, 35). Si tratta di un compito urgente che riguarda l’umanità intera.”(3)
 
🍀
Enorme lo scompiglio che si è creato, tanta la fatica di annullare il vecchio e di tentare di immaginare il nuovo. Dopo la crisi, dopo il cosiddetto “pensiero debole”, dopo le etichette che iniziavano con “post…” è venuto il tempo di azzardare il pensiero creativo.
Ambrogio Lorenzetti, Effetti del buon governo in città (particolare)
Considerando la storiografia tra le scienze ipotetiche, che perciò restano legate a diverse ipotesi di lettura del divenire storico, dopo il lavoro dei grandi studiosi del fenomeno del Colonialismo, dopo Edward Said (4), è cominciato il tempo della storia de- occidentalizzata, sulla frontiera di nuovi assi geografici. In grado - questa la sua potente arma di lettura - di creare ponti per la considerazione degli esclusi, di dare spazio alla parità femminile, di mettere sub judice l’ingiustizia perpetrata dal Colonialismo (esteso in lungo per tutta la storia umana). (5)
Le guerre in corso - cito per emblema: quella ucraina, israeliano-palestinese, Sudan e Congo - hanno manifestamente questa ragione scatenante e mettono in evidenza l’ingombro di quelle materie prime strategiche che rientrano nel programma della Tecnologia.
In ultimo, nell’ottica della de-occidentalizzazione, un consiglio all’Europa di ripensare a se stessa fuori di ogni prosopopea.
 
Note
(1) Guerra ucraina: competizione che nasce dall’aggressione russa con la presenza di uno zampino degli USA già presente dalla presidenza Obama ed ora esplicita come richiesta del tipo di indennizzo. Guerra israeliano - palestinese conseguente al terrorismo di Hamas, con una reazione spropositata degli israeliani fino al limite dell’eccidio, ben aldilà delle garanzie ONU e con esplicite finalità di colonizzazione. Bisogna prendere nota della tipologia dell’insediamento ebraico, denominata appunto colonialismo d’insediamento.
(3) Come sopra.
(4) Numerose le fonti in Internet per inquadrare la figura di Said (1935-2003) residente in America e di origine palestinese. Protagonista della crisi mediorientale e collaboratore di OLP (fino alla rottura). Diede impulso a nuovi criteri per interpretare il Colonialismo. Si cominci con il consultare la voce su Wikipedia.
(5) Un metodo che permette di combinare la questione ecologica con quella coloniale e, a dispetto di preclusioni, allunga l’asse storico del loro nesso fino alla preistoria. In questa direzione si muove Storia del mondo diretta da Akira Iriye e Jürgen Ostenhammel, che stravolge completamente la successione temporale abituale. Da vedere anche di Renata Pepicelli, Nè Oriente nè Occidenta, il Mulino.
 
Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del buon governo

3 commenti:

  1. Sempre grazie, caro amico Rosario. Ho letto - riletto il tuo post che condivido totalmente. Ne apprezzo la lucida schiettezza e competente profondità, segni di una riflessione (anche dolorosa) che resiste: insieme denuncia e invito--invocazione a non disperare e ad agire - .ognuno di noi , per quel e come può - coerentemente.

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    1. Da altri commenti trasuda arroccamento. Del resto, per molti versi, la tesi comune si stringe attorno alla tipica aggressività umana ed organizza società di conseguenza. Certi filoni dell’antropologia però, poco dibattuti, sottolineano una traccia comunitaria già preistorica e perfino vincente ( ne parla Adriano Favole su La Lettura di qualche settimana fa ) e fa discorso comune con chi indaga la storia con la lente anti colonialista. Nel Cristianesimo poi “ l’occhio per occhio “ è superato da parecchio. Grazie Gian Maria ! Un abbraccio da Rosario

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