Post di Gian Maria Zavattaro (condiviso da Rossana Rolando e Rosario Grillo), con postilla di Rosario Grillo
Immagini tratte dalla rivista satirica "L'Asino" (1892- 1925).
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"Concedi al tuo servo un cuore
docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il
bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?".
Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa
cosa. Dio gli disse: "Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato
per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la
vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel
giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio
e intelligente"
(Primo libro dei Re, 9-12).
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Giocattoli di stagione,
copertina de "L'Asino", 1904 |
🌟Perché votare? Che cosa votare? Chi votare?
Non c’è bisogno di alcun accredito umanista (o
tempora o mores!) per riconoscere che si vive un inquietante “tempo
di privazione”, in cui il clima preelettorale è ulteriore sintomo della grave
malattia in cui versa la politica: attacchi e contrattacchi impietosi, inganni
e seduzioni da ciarlatani, scoop intesi a demonizzare l’avversario, effetti
scenografici, stordite promesse, linguaggi intollerabili. Non credo che le
prossime votazioni riusciranno a riavvicinare i cittadini alla politica. Eppure
la “politica” (qualis esse debet, non qualis est!) è una funzione, una
dimensione ubiqua dell’esperienza umana, fa parte di noi
stessi, perché nella polis trascorriamo la nostra vita intera: è presente
dentro ogni situazione od istituzione (famiglia, gruppo, impresa, sistema
nazionale e globale) e ne governa le relazioni. Per questo non ci si può
improvvisare “politici”: alla “politica” ci si dovrebbe formare, come avveniva
un tempo, sia a livello oserei dire culturale (lo studio delle
interconnessioni tra le varie dimensioni del vivere in un mondo sempre più
complesso) sia soprattutto a livello oserei dire spirituale (con l’esercizio,
l’habitus virtuoso del discernimento). Insomma la “politica” dovrebbe
promuovere la vita di tutti i cittadini. Il rischio invece è che soffochi
ancor più il gusto per la polis.