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sabato 10 novembre 2018

Il profumo del tempo.

L'arte di indugiare (prendere tempo) sulla cose recupera il senso della bellezza, della fedeltà, della "durata" e della continuità.
Post di Gian Maria Zavattaro 
Immagini delle illustrazioni di Alessandro Coppola (qui il sito), per gentile autorizzazione.

Alessandro Coppola, 
Una finestra sull'universo
“È necessaria una rivitalizzazione della vita contemplativa: la crisi del tempo sarà superata solo nel momento in cui la vita activa, anch’essa in piena crisi, accoglierà nuovamente in sé la vita contemplativa. […] Solo nell’indugiare contemplativo, anzi in una moderazione ascetica, le cose svelano la loro bellezza, il profumo della loro essenza. Ed essa consiste di sedimentazioni temporali che appaiono solo nella loro luminosità fosforescente” (Byung-Chul Han, IL PROFUMO DEL TEMPO, L’arte di indugiare sulle cose, Vita e Pensiero, Mi, 2017, pp.8 e 57).
Il libro è stato pubblicato in Germania nel 2009 e tradotto in italiano nel settembre 2017. Al di là delle provocazioni e denunce anticipate nei  precedenti testi circa i mali e le patologie del sistema capitalistico e consumistico, Han sviluppa una propositiva, attualissima, pars construens, foriera di speranza, con  digressioni ora strettamente storico-filosofiche e letterarie (da Aristotele a S. Tommaso,...Baudrillard, Lyotard, Bauman..., soffermandosi su Proust e nel dialogo critico con Nietzsche Heidegger e Arendt), ora intensamente appassionate, cariche di toni poetici là dove inneggia al profumo del tempo contemplativo, quale vero e proprio tempo libero e liberante (cfr. il gr.“scholè” e il lat. otium”).

IL NOSTRO TEMPO “IN-TEMPESTIVO” SENZA PROFUMO.
Alessandro Coppola, 
Un dono d'amore
“L’odierna crisi del  tempo dipende non da ultimo dalla assolutizzazione della vita activa” (1) tesa a realizzare l'uomo nel produrre-consumare. In realtà ciò che realizza è il nostro tempo come “epoca dell’affanno”, segnata da ansia, disorientamento, disgregazione. La crisi non riguarda in astratto il periodo storico in cui viviamo, ma ciascuno di noi, il tempo della nostra vita “travolto da un “presente contratto e fugace” (2). In crisi è la nostra identità, soffocata da una perenne dispersione temporale e da un'accelerazione continua, senza direzione. Tempo senza profumo: discontinuo, spogliato di ogni significato profondo, condannato ad una insensata corsa  puntellata di  attimi sconnessi dove non ci sono pause o intervalli né orizzonti di riferimento né tensione dialettica tra passato presente futuro. Scompaiono così le soglie che separano l’invisibile dal visibile, l’ignoto dal noto, l’estraneo dal familiare (3): tutto deve essere presente, perché ciò che non è riducibile al presente non esiste e “ci si affretta piuttosto da un presente all’altro”. Soprattutto scompare la durata” (4). 
Alessandro Coppola, 
Per un soffio
Ma se non c’è durata, non c’è autentica esperienza di verità conoscenza e bellezza (5), non c’è narrazione, non c’è significanza, non c’è continuità temporale che possa consentire la persistenza di strutture e pratiche sociali (6) quali promessa, fedeltà, legame, perdono, ospitalità, che vincolano il futuro legandolo al passato e indicando l'orizzonte di riferimento (7).
Anche la rete svilisce il tempo nel qui ed ora. Nulla è prioritario o definitivo. Si naviga, si esplora, ma è  un movimento senza direzione, che può cambiare in qualsiasi momento:  non è un vero cammino (8).
La noia è l’altra faccia della vita activa, dell’attivismo forzato deprivato di ogni forma di contemplazione (9). Le cose legate al tempo invecchiano molto più velocemente di prima, diventano rapidamente passato, sfuggono all’attenzione. “Si invecchia senza diventare vecchi. E infine si perisce intempestivamente. Proprio per questo morire è diventato oggi più difficile che mai” (10). 

IL PROFUMO DEL TEMPO.
Alessandro Coppola, 
Profumo di papaveri
Può il tempo assumere la forma di un profumo? Si può misurare il tempo con l’incenso? Fino alla fine del XIX era in uso in Cina un orologio a incenso, detto hsiang yin (letteralmente, “sigillo di profumo”). Gli europei, fino alla metà del XX secolo, credevano si trattasse di un comune turibolo. A quanto pare, era loro estranea l’idea di misurare il tempo con l’incenso, e forse anche in generale il pensiero che il tempo potesse assumere la forma di un profumo”(11). L'indugiare dello sguardo contemplativo (12) restituisce al tempo il suo permanente profumo: fragranza della memoria, aroma dell’odierno spazio, effluvio di promessa per un futuro altro rispetto a quanto siamo adusi. Allora il citato orologio ‘a profumo’ non è solo una trovata stravagante: il tempo inizia a profumare quando si fa durata che l’andirivieni dell’indugiare fa traspirare (13), narrazione che fa “profumare il tempo” (14), rendendo le nostre esistenze vive, irripetibili come un profumo. 
Alessandro Coppola, 
Oblò della speranza
Nell’indugiare contemplativo emerge il tempo giusto, tensione dialettica di un presente  tra un già e un non ancora, tra qualcosa che è stato e ciò che verrà. Solo in questo intreccio di orizzonti temporali, insito nell’indugiare,  le cose svelano la loro bellezza, profumo della loro essenza (15), ed il sapere differenzia la conoscenza dalla mera informazione-enumerazione. Si recupera perciò il significato sia del tempo di lavoro sia del tempo libero che la società dei consumi ha smarrito con la perdita della  capacità di indugiare e la soppressione della durata. Gli oggetti di consumo non si contemplano, devono essere consumati il più in fretta possibile per fare posto a nuovi prodotti e bisogni. L’indugiare invece presuppone che le cose durino. Se il tempo di lavoro, privo di durata, consuma il tempo nel produrre,la vita contemplativa (o della meditazione) è invece una pratica di durata,  fonda un altro tempo, è l’arte di perdere tempo, che diventa prendere tempo, vincere il tempo (16). Allora concetti come promessa, vincolo, pazienza fedeltà abbandono esitazione inquietudine memoria attesa pudore ritegno… fondano  una relazione positiva con ciò che si sottrae a ogni attimo fugace, preservano il futuro dalla violenza dell’intempestivo e generano una continuità temporale.
Alessandro Coppola, 
Anna dai capelli rossi 
(ispirato al romanzo di Lucy Maud Montgomery)
Sia chiaro che l’animal laborans non è affatto in contraddizione con l’animal rationale. “La mera attività intellettiva è infatti un lavoro” e “lo sguardo lungo e contemplativo si esercita nella salvaguardia della distanza  dalle cose senza tuttavia perdere la prossimità a queste. La sua formula spaziale è “prossimità nella distanza” (17). “La vita contemplativa senza azione è cieca. La vita activa senza contemplazione è vuota.”. L’indugiare contemplativo è pratica di cordialità piena di riguardo. 
Han conclude il suo saggio con la coerente prospettiva rivoluzionaria di un cambiamento radicale per una veritiera liberazione umana: “La democratizzazione del lavoro dovrebbe allora essere seguita da una democratizzazione dell’otium, perché la prima non degeneri in schiavitù di tutti” (18). 

🌟Note.
1. cf. op.cit.  pp.8 e 28. 
2. o.c., p.14.
3. cfr o.c., p.7.
4. La durata  è l’ineliminabile dimensione storica di continuità di un lungo periodo. Per Han consumo e durata si contraddicono: l’imperativo capitalista della crescita comporta la scadenza come elemento costitutivo, ossia che le cose vengano prodotte e consumate sempre più velocemente. L’economia si fermerebbe del tutto se la gente iniziasse improvvisamente ad avere riguardo per le cose, a proteggerle dalla loro caducità, a procurare loro una durata: cfr. pp. 107-108.
5. Per Han la vita nel tempo intempestivo non è fatta di esperienze, così come la verità non è data dalla sommatoria delle informazioni che sempre più inonderanno la nostra vita digitale. La verità e la conoscenza hanno un effetto duraturo e profondo, riposano sulla durata ed entrambe sono contrassegnate da un’estensione temporale: la verità deve perdurare ma di fronte ad un presente sempre più breve svanisce;  la conoscenza è il risultato di una ri-unione temporale che inserisce passato e futuro nel presente. La temporalità del bello è altra cosa rispetto alla sfilata cinematografica delle cose. Nulla è in grado di generare la durata ed anche  i prodotti tecnologici diventano obsoleti velocemente. /cf. p.50).
6. o.c., p.27.
7. cfr. pp. 8 e 28.
8. cfr. p.72 e 48.
9. cfr pp. 96-97.
10. o.c. p.20. Intempestiva  è la morte in un mondo in cui la vita non si conclude in una forma compiuta, dove la morte non giunge al momento giusto ma in modo intempestivo, inopportunamente come un ladro  (cfr. pp.10-11). La morte pone allora fine intempestivamente alla vita, considerata come un presente che corre senza direzione. Con il presente attuale ridotto alla punta visibile dell’attualità, il tempo è vuota durata senza inizio né fine, tempo 1613-20  disarticolato disorientato senza né un prima né un dopo sensati   né ricordo né attesa. Il tempo della vita non viene più articolato attraverso tagli, conclusioni, soglie e transizioni, ci si affretta piuttosto da un presente a un altro.
11. o.c. p..65. Come non è possibile separare, anatomizzare, gli elementi di un profumo –  rimarrebbe solo una lista di dati in sé “insignificanti e asignificanti” – così il tempo e  la nostra vita senza narrazione, la continuità della durata, si scompone in mera enumerazione e cronologia di eventi.
12. Indugiare dal lat. Indutiae:  tregua - prendere tempo – quiete – tranquillità e, in senso figurato, sollievo.
13. cfr. pp. 78 e 82-83.
14. p. 28.
15. cfr. è 57.
16. cfr. pp. 124, 108-109 e 116.
17. cfr. pp.127 e 90.
18. cfr. pp. 129, 131,132.

20 commenti:

  1. La tua recensione “ profuma” come il libro di Byun. Un libro hemi ha tenuto compagnia per l’intera estate, dove ho gustato il profumo, quando mi sono dilungato in meditazioni ed...analisi. Queste ultime, però, che mi prendono la mano, per la pressione della mia precedente professione, rischiano di soffocare la lievita’ del pensiero contemplativo, che si aggira per tutto il libro. A scelta : la “ durata” e “ l’indugiare” , due momenti magici dei diversi temi. L’orologio ad incenso riassume l’arte di gustare il tempo, di essere tempo.. .Complimenti Gian Maria! Super!🌈

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    1. Caro Rosario, c’è una profonda sintonia che fonda la nostra amicizia e che trova proprio nella durata e nell’indugiare segnali illuminanti per gustare il tempo giusto, non intempestivo: per amare, per dare tempo agli altri e avere tempo per loro, per attendere, per assicurare ai nostri giovani la possibilità di un tempo sensato, per perdonare, per promettere e mantenere ciò che si è promesso, e così via… Ciao.

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  2. Un articolo annunciato mesi fa e che aspettavo. Per me è stata una lettura impegnativa difficile e molto stimolante nel senso che mi pare aprire una prospettiva di bellezza calma attenta nello scorrere del tempo.
    Sen non avessi letto il saggio, la lettura del tuo articolo mi avrebbe dato, senza asprezze, il senso compiuto del libro.
    Sono rimasto sorpreso dalla data di pubblicazione in Germania: anche questo è spread!
    Al profumo di incenso forse preferisco il papavero ��
    Quale giorno migliore del sabato per indugiare? Grazie e un abbraccio.

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    1. Caro Gianni, aggiungerei anche oggi, domenica, un bel giorno per indugiare a risponderti, ricambiando il tuo abbraccio con il mio e quello di Rossana, e cercando di “aprire una prospettiva di bellezza attenta nello scorrere del tempo”. Anch’io prediligo i papaveri, che ricordano prepotentemente la mia infanzia ed i campi primaverili di grano ridenti di papaveri e fiordalisi…. (ho colto il senso della tua battuta. Alessandro Coppola ha pensato questa immagine per raffigurare il mago di Oz).

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  3. Grazie dell'interessante recensione. Ritornano alla mente le filoofie ellenistiche, dedite alla cura di sé coniugata alla vita attiva: come non pensare a Marco Aurelio?

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    1. Il suo commento, bella proiezione del suo quotidiano impegno professionale, è l’invito, che raccolgo volentieri e rilancio a tutti i nostri lettori, ad “indugiare”, non rinunciare “alla cura di sé coniugata alla vita attiva”, nella persistente attualità, di un pensare antico che ci aiuti a sottrarci dal tempo intempestivo per un tempo giusto. Buona domenica.

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  4. Ho letto il libro poco tempo fa e l'ho trovato affascinante anche se non facile, almeno per me. Ma è interessantissimo e necessario questo richiamo alla necessità di indugiare sulle cose, dare spazio al tempo, fondere vita attiva con una vita contemplativa che le dia un'anima e una direzione. La nostra esistenza sta diventando infatti un fare sempre più convulso e soprattutto sfasato rispetto al tempo dell'anima.
    Grazie di questa attenta recensione che offre tanti spunti di approfondimento!

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  5. Gent.le Annamaria, “Il profumo del tempo”, come ogni libro che non si crogiola nell’attimo fuggente, apre una molteplicità di interpretazioni così come ogni lettura (e la scelta stessa del leggere) è soggettiva e relativa ed insieme proiezione del proprio vissuto e della propria weltanschauung. Era possibile porre in risalto tanti altri temi interessanti ed attualissimi del libro. A me premeva evidenziare l’urgenza di quanto Lei ha ben sintetizzato: “fondere vita attiva con una vita contemplativa che le dia un'anima e una direzione”. La decisione di quale anima e quale direzione è responsabilità di ognuno di noi ed è la bellezza dell’autentica libertà. Le auguro una serena settimana.

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  6. I papaveri, che non profumano, sensori del tempo profumano anch'essi.
    Grazie della segnalazione di un libro che intuisco molto attraente.

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  7. Non c’è solo una critica severa alla velocità ( lo stile del presente), non si stigmatizza solo, come ama fare il filosofo coreano, la standardizzazione , si aprono squarci per vedere sotto un’altra dimensione l’uomo e la natura, insieme l’essere .
    Ed è un libro epocale a far da guida : Essere e tempo, togliendo l’intonazione strettamente esistenzialista.
    Il tempo ha mille sfaccettature e, noi, in simbiosi con il tempo, siamo chiamati a sentirle.

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    1. Gent.le Laura, alla chiosa di Rosario aggiungo una breve riflessione. Il profumo dei papaveri come “sensori del tempo” (annotazione che non ci ha sorpreso…) mi pare emblematico per ciascuno di noi: vivere con gioia non incosciente il “tempo giusto”, la “buona stagione” (che appare “quando lo spirito se ne sta tranquillo, quando riposa in se stesso”) in com-unione (raramente ho visto e vedo papaveri isolati e solitari) , consapevoli della finitudine che ci accomuna, inquietamente tesi a scoprire ovunque la bellezza, intravvedere oltre il mistero e sperare.

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  8. Bellissimo ritrovare i tempo per la contemplazione, il sacro e la poesia.
    Saluti Vito.

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    1. Verissimo: si tratta di ri-trovare quanto si è perso.

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    2. Complimenti per la SUA INIZIATIVA.
      Assistiamo inermi e soccombiamo alla
      mancanza di etica, pulizia mentale e poesia.
      A PRESTO.

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  9. Questa è filosofia pratica.....
    Indugiare....prendere tempo... fare una tregua.... cercare la quiete... la tranquillità..... e * il tempo * non può non avere un buon profumo ....il profumo del sollievo... il profumo di una attiva attenzione e di una forma di vita più... " ecologica " ....
    Grazie....vengo a conoscenza del " sigillo di profumo " orologio cinese a incenso......pensare che l' incenso ha una miriade di profumi ricercati....Grazie....

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    1. Scrive Han (p.66): “Il nome di ”sigillo di profumo” deriva dal fatto che l’incenso, quando si consuma bruciando, assume appunto la forma di un sigillo”. Un cordiale saluto.

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  10. che bello che bello "Il profumo del tempo"!!!!!

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  11. che bello che bello "Il profumo del tempo"!!!!!

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