Post di Rossana Rolando.
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Scuola provenzale, Scala di Giacobbe, XV sec. |
Apro le lezioni di filosofia, in quarta liceo classico, leggendo alcuni passi della prolusione predisposta da Pico della
Mirandola, per il convegno dei dotti che egli avrebbe voluto convocare al fine
di un confronto vero e schietto sulle diverse posizioni delle tradizioni
religiose e culturali. E’ la famosa orazione De hominis dignitate.¹ La leggo
sulla scorta del bellissimo saggio di Massimo Cacciari, dal titolo La mente
inquieta² e ne sono profondamente coinvolta.
Vorrei trasmettere, mentre presento il testo, una convinzione profonda: «“Classico” è ciò che ancora ha da venire»³, ciò in cui è possibile rinascere e dare forma all’avvenire.
In questo tempo incerto di pandemia, in questo rientro difficile a scuola, soprattutto per i ragazzi che sentono fortissima la limitazione della libertà di fare - non potersi toccare, abbracciare, radunare…, - riflettere sulla libertà di essere, se davvero esiste una simile libertà, mi pare decisivo e salutare.