Post di Gian Maria Zavattaro
Vignette di Mauro Biani (con gentile autorizzazione).
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Mauro Biani, Liberazione, 25 aprile |
Penso soprattutto alla scuola ed ai suoi fondamenti valoriali radicati nei primi 12 articoli della Costituzione:
dignità del lavoro, diritti inviolabili della persona e pari dignità di
tutti, solidarietà politica economica e sociale, impegno a rimuovere
gli ostacoli che impediscono libertà uguaglianza partecipazione dei
cittadini, libertà religiosa, sviluppo della cultura e libertà della
ricerca, tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico,
accoglienza dello straniero, ripudio della guerra come valori essenziali
dell’educazione, rapporto intrinseco tra pace e giustizia sociale ed
internazionale.
Penso alla Resistenza, radice della Costituzione, e al valore della memoria
(“senza memoria l’uomo non saprebbe nulla e non saprebbe fare nulla”),
centrale soprattutto per lo sviluppo di una cittadinanza attiva
giovanile.
Per
noi anziani il tempo è costituito da un passato, dal presente e in
minima parte da un futuro. Per i giovani il tempo è costituito
soprattutto dal presente e da un futuro che appare oggi più come
minaccia che come promessa. E’ inutile che ci lamentiamo dei giovani che
non sanno progettare e guardare al futuro. Uno dei risultati del modo
con cui gli adulti stanno gestendo la società è proprio la deprivazione
del futuro per i giovani, senza la possibilità per loro di progettare a
medio e lungo termine.
L’unica
realtà che oggi percepiscono è questo tempo ferito, un presente
dilatato senza confini precisi: non determinato da un passato per loro
poco comprensibile data la velocità dei cambiamenti e non proiettabile
in un futuro data l’incertezza nella quale si vive in questo tempo di
covid. Se poi osserviamo la realtà in modo impietoso, possiamo
constatare che spesso siamo noi adulti - in specie non pochi di coloro
che sono ai vertici dei poteri - ad essere incapaci di guardare lontano
per costruire un futuro che apparterrà ad altri.