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martedì 1 agosto 2023

Una teologia "senza cattedra".

Pensiero teologico ed iconografia religiosa.
Post di Rosario Grillo.
 
Andrej Rublёv, Trinità
Le vie della fede sono infinite, infinite, immagino, le vie della rivelazione.
Questa volta parlo della rivelazione con accento personale, riferendomi alla rivelazione ricevuta dal libro di Michela Murgia. Fin qui avevo seguito la scrittrice come personaggio pubblico, senza soffermarmi sui suoi romanzi e scritti. Nella fortuna di un dono ricevuto ho letto di recente il suo God save the queer (1) e voglio condividere le sensazioni avute. Anticipazione: la rivelazione è innanzitutto: quella di una persona “quadrata” e di solida fede.
 
Il femminismo.
Non si può avere la pretesa di racchiudere in poche righe la storia del femminismo. Meglio dedicarsi a spiegare sinteticamente la causa. Si trova nella oggettiva discriminazione sociale, ed anche qui non vado ad eseguire un’argomentazione lunga e complessa. Di certo, eludendo il quesito antropologico-storico sulle origini del matriarcato, sul passaggio al patriarcato, si documenta tutt’ora uno stato di disparità. Conta di più mettere in chiaro che in esso è incistata un’ingiustizia, annodata a molteplici fili e distribuita per diversi rami.
La storia del femminismo si è svolta nel campo della rivendicazione dei diritti politici, civili e sociali, ed è ancora in corso.
Nel suo grembo, prendendo il tema del gender, è stata enucleata la problematica queer, che spinge oltre la soglia del binarismo. Ovvio, sul piano della organizzazione sociale, lo scombussolamento e realistica la fatica nel ri-orientamento. Meno ovvia la reazione retriva ed offensiva, ideologica nella sostanza.
 
La teologia.
Andrej Rublёv, Trinità, particolare
Di questa bisogna mettere all’indice la tetragona difesa dell’accademismo.
Vado a sostenere invece un’apertura popolare della teologia, mettendomi sulla traccia di quello che sosteneva Erasmo, quando raccomandava l’accesso di tutti alle Sacre Scritture. (2) 
Aperto così il varco, chiamo in causa la teologia della liberazione per stigmatizzare l’avversità che ha suscitato, e posare poi l’attenzione sulla sua corrispondenza al messaggio del Cristianesimo, incentrato sulla libertà.
In questo caso, le parole della Murgia son pertinenti: “Pure la fede, come esperienza di incontro con Dio e con gli altri, deve fare i conti con la multidimensionalità, ed è lì che il quarto posto a tavola nell’icona di Rublёv diventa una promessa di accoglienza a ogni identità possibile” (3).
Un esempio dell’ampiezza che può assumere la teologia della liberazione, che, fin qui, ha lavorato sul terreno della giustizia sociale.
 
Combinazione di teologia e femminismo.
M. Murgia è femminista, allineata alle posizioni queer (4), ed è credente. In questa misura, nel libro sopra richiamato argomenta la commisurazione della fede cristiana all’essere queer.
Ne sortisce una visuale originale del Cristianesimo, non avulsa dal confronto con le grandi religioni monoteiste, fluidamente mobile dentro un quadro di riferimento che spazia dal Vecchio Testamento ai Vangeli, alla Patristica e alla religione ortodossa. Il centro focale è la Trinità, letta attraverso la rappresentazione che ne dà la tavola di Rublёv.
Andrej Rublёv, Trinità, particolare
La premessa sta nel vaglio della questione iconologica. Il Cristianesimo è refrattario alla rappresentazione della divinità? Quanto? Quando? Si sa che nell’Islam è tassativo il divieto di rappresentazione, mentre nella storia del Cristianesimo sono necessari dei distinguo, prima di riconoscere che, dal Medioevo in avanti, l’iconografia religiosa diventa momento importante della diffusione e della pratica cristiana, non solo popolare.
La Murgia mette a confronto la freddezza della tavola in cui si rappresenta la Trinità con le due persone fisiche di Dio Padre e del Figlio, sovrastati dalla colomba, simbolo dello Spirito Santo. Con la freddezza, in essa prendono posto la direzione piramidale, la chiave della trascendenza e, per essa, la difficoltà alla partecipazione inclusiva.
La tavola nella quale trova una rappresentazione sorprendente della Trinità è invece quella di Rublёv. In essa l’Autrice ritrova senso di inclusione e di accoglienza. La rappresentazione non è data più nel movimento verticale, ma attraverso il cerchio che racchiude le tre figure, aperto alla presenza dell’ osservatore, in modo tale da configurare una tangente continua di partecipazione personale.
Andrej Rublёv, Trinità, particolare
Il “fulcro autorale” per incardinare la pregnanza della tavola di Rubl
ёv si trova in Riccardo di San Vittore (XII sec.): “L’amore ha bisogno come minimo di tre persone per realizzarsi nella sua completezza, perché la gioia più grande dell’amore e dell’essere amati dall’altro non può essere condivisa dal tu e dall’io che si amano reciprocamente. L’io ama il tu e il tu ama l’io: l’amore dell’uno e dell’altro ha direzionalità opposte, c’è una tensione, una frustrazione latente e inevitabile della comunione nell’amore dell’io per il tu, quando questo amore cerca la completezza in sé stessa, quando si chiude, quando esclude una terza persona. L’esperienza amorosa dell’io e del tu è diversa, non può essere condivisa. Soltanto quando amano una terza persona, l’io e il tu condividono completamente la stessa esperienza di amore e ciò arreca loro la completa felicità e porta a compimento la dinamica intrinseca dell’amore” (5).
La sviscerazione del mistero della Trinità ci porta oggi a comprendere l’effetto donativo che ha il suo culmine nello Spirito Santo.
Con questa forza procede la nostra autrice, che mette in moto un radicamento della fede, di una certa rarità al tempo d’oggi, nel tempo del “pensiero debole”. Soprattutto perché la Murgia declina in maniera positiva il virtuale (6), e, sostandovi dentro, trova quel senso di “afflato di alterità” che è il secretum della religione.
Andrej Rublёv, Trinità, particolare
L’autrice sarda non lo esplicita ed io supplisco, indicando nella pastorale di Papa Francesco, inclinata alla “chiesa in uscita”, il volto conforme del Cristianesimo attuale (7).
 
Note.
(1) Il libro è in edizione Einaudi, 2022.
(2) L’umanesimo evangelico di Erasmo ha portato questo contributo, valorizzando il principio della Riforma protestante.
(3) Op.cit. pp.107-08.
(4) Per pura informazione: la dottrina queer sfugge alla classificazione binaria ed invoca una terzietà, segno di dinamica (libertà) nella identità di genere.
(5) Op.cit. p.80
(6) Dovremmo prestare attenzione al punto di congiunzione tra possibilità-virtuale- immaginazione.
(7) I capitoli finali del libro (da p.93 in avanti) sono documento di questa mia interpretazione.

1 commento:

  1. Grazie, Rosario, per questa lettura molto articolata e profonda quanti aperta e veramente inclusiva del pensiero di Michela Murgia.

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