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sabato 13 aprile 2024

Nella latitudine del Multiversum.

 Post di Rosario Grillo.
 
“Cos’è il tempo? Un mistero; un mistero privo di essenza, inafferrabile e potente. Una condizione del mondo delle apparenze, un movimento congiunto e immedesimato all’esistenza del corpo nello spazio e nel suo movimento. Ma se non ci fosse movimento forse che non ci sarebbe neppure il tempo? E non essendoci il tempo forse che non esisterebbe neppure il movimento? O viceversa? O essi sono una sola e identica cosa? Troppe domande! Il tempo è attivo, agisce, produce. Che cosa produce? Cambiamenti!” (La montagna incantata).
 
Premessa.
Esiste un’Italia minore, costituita da centri montani e borghi dispersi su e giù per la dorsale appenninica che attraversa la nostra penisola: luoghi colpiti dal fenomeno di un inesorabile spopolamento e luoghi vittime, in buona parte, del flagello dei terremoti, che scuotono il nostro territorio, di natura sismica. Su di essi concentro l’attenzione, dietro la scuola di autori che ne hanno studiato morfologia e tendenze, alla ricerca di un esperimento di coesistenza (in altro modo, detto anche di com-unità).
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Oggi “multiversum” è un concetto acquisito in quella cosmologia che teorizza la possibilità della pluralità degli universi, riecheggiando dottrine antiche (atomistica, G. Bruno) intonate alla pluralità dei mondi.
Più potente la valenza del “multiversum” correlata al tema curato dal filosofo E. Bloch (1) perché mette in risalto l’equivocità del tempo (2).
Fin da subito, è lecito sostenere che il multiversum blochiano s’immette nel solco della proposta di Sant’Agostino e si inoltra nella via aperta da Kant, che al tempo e allo spazio aveva riconosciuto natura trascendentale.
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Il tema fu usato da Bloch dapprima, con il fine di contrastare la facile ascesa del nazionalsocialismo (3). Al contempo, in esso si nota l’uso polivalente che del concetto si può fare.
Il filosofo di Ludwigshafen credeva di combattere, in questa maniera, l’ascolto che aveva il nascente nazionalsocialismo presso ceti sociali colpiti dal marasma postbellico della Germania sconfitta, essi gravemente afflitti dalla grande crisi del ‘29.
Squadernava, perciò, una concezione del tempo attenta al ritmo lento della natura, reattiva alla rovinosa tecnica del sistema industriale.
Questa, in quanto vicina al pre capitalismo, diventava discriminante nel bacino del socialismo. Bloch consigliò invano la socialdemocrazia tedesca di tenere debito conto di questa varietà, anziché tuffarsi, a capofitto, ideologicamente, a sostenere la tesi ortodossa del marxismo: sulla crisi finale del capitalismo. (4)
Egli foggiò, conseguentemente, il termine ungleichzeitigkeit (5), tastando (e testando) le diverse interpretazioni, in chiave ermeneutica, dei fatti e delle tendenze della storia.
 
NO ALLO STORICISMO.
Nietzsche aveva cominciato la lunga serie di critiche rivolte allo storicismo hegeliano (6) (7) focalizzando l’andatura lineare con l’incorporazione della teleologia nella storia. In essa si racchiudeva l’idea di progresso, mutante da mito a realtà (dall’illuminismo a Hegel).
Aggiungendo a questa impostazione le osservazioni che venivano dall’elan vital di Bergson, dalla dottrina del tempo perduto di Proust, dalle sensazioni artistiche di impressionisti ed altri (van Gogh, espressionismo, cubismo), dall’apparizione della geometria riemanniana, si ottiene un humus culturale complesso , intercettato dalla sensibilità culturale ebraica. In quest’ultima si ritrovava il Nostro che, in quegli anni, molto assorbiva da Walter Benjamin.
[Chi vuole approfondire questa questione e vederne consistenza e propaggini, può leggere il secondo capitolo del saggio che il compianto Remo Bodei ha dedicato al Multiversum] (8). #
Specifico invece che la ragione del mio scrivere si trova piuttosto nella possibilità di esplorare, con il multiversum, l’immaginario collettivo di distinti gruppi ed aggregati sociali (9), e di venire a capo, di conseguenza, della irriducibilità del corpo sociale alla linea del conformismo (10).
Nella prolusione ad un corso universitario (anno accademico 2006-07 IUAV di Venezia) Giorgio Agamben si chiedeva: Cos’è il contemporaneo? Impostava la questione sezionando la continuità del tempo e sondando la molteplicità nel senso del presente, dell’ora (jetzt), dell’istante (11).
In questa chiave suggeriva, come ridondanze del presente, la tenebra nella luce, il già alternato al non ancora. Sezioni della multidimensione temporale.
La sua riflessione è calzante con il gleichzeitig di E. Bloch, che aveva la funzione di marcare la diversità della coscienza del sottoproletariato assieme a quella variegata dell’uomo della terra (contadini, ceti anacronisticamente legati agli antichi usi civici e modalità economiche – perciò ungleichzeitigkeit –) e la frangia del proletariato proiettata verso l’omologazione al sentire contemporaneo, alla moda, al consumismo, al passo di corsa.
Ebbene, Bloch muoveva da qui per invitare ad una poliedrica strategia politica e sociale. Oggi, me ne servo, forte del supporto del paradossale, per suggerire una convivenza di differenti tempi sociali, riservando così l’attenzione e la cura, funzionali a quei borghi interni - molti di essi sperduti tra i monti - che vivono nell’incanto di un ritmo di vita diverso. In essi troviamo un diverso modus vivendi, reattivo alla decadenza, foriera di scelta libera davanti alla “crisi climatica”: la fantasia di un rapporto “a tu per tu” con la natura.
Nessuna costrizione di modernizzazione nei loro confronti; basterebbe solo il conforto dei necessari servizi e la libertà di essere opzione di scelta per una forma di vita alternativa. Quindi, apertura ad una coesistenza, di norma considerata impossibile.
Una conclusione, confortata dalla prospettiva che Bloch riconosceva al “tempo storico”, comparato con il “tempo cronologico”. Bodei commenta: “Gli esperimenti per giungere a questo Humanum sono dunque molteplici: attivare il futuro compresso nel passato, chiamare anche le civiltà ‘arretrate’ alla costruzione della storia mondiale, prendere in sostanza la strada più lunga per il progresso, ma la più adatta per convogliare le energie disperse e per evitare le aporie di uno sviluppo rettilineo o di mutamento ciclico, è la problematica speranza che Bloch lascia in eredità a questo tempo in vista dell’instaurazione dell’Humanum”. (12)
 
Note.

Remo Bodei
(1) E. Bloch, filosofo formatosi alla scuola della Fenomenologia di Husserl, ben radicato nella famiglia ebraica, ha coltivato la “speranza del socialismo”. La biografia ne è conferma, nelle vicende del suo allontanamento dalla Germania nazista e nel ritorno, a  fine guerra, nella Germania orientale, fino al dissidio con quel regime comunista. Così la vita s’intreccia con la speculazione filosofica, aiutando il parto del Tema conduttore del suo pensiero: la Speranza (utopia).
(2) Invito a lasciare il comune tasso di falsità riconosciuto alla“doppiezza“e assumere le molteplici risonanze del “ogni dove/ogni luogo”.
(3) Facciamo riflessione sul destino che avrebbe portato Bloch ad essere oggetto dell’antisemitismo teorico e pratico dei nazisti.
(4) Nella storia del socialismo l’episodio serve a capire la gittata del socialismo blochiano, fino a recuperare il socialismo utopistico, in avanti: a spiegare la successiva sconfessione della Germania comunista. Aiuta inoltre a capire la vicinanza con la tesi di Rosa Luxemburg.
(5) Traduzione letterale = asincronicità, estendibile come non contemporaneità, slittamento temporale commisurato alle diversità di senso, interno alle componenti sociali.
(6) In verità, il precursore: A.Schopenhauer.
(7) Per storicismo, nel sistema hegeliano, s’intende il terreno di realizzazione (concretazione) dello Spirito Assoluto, in veste di “spirito del mondo”. Diverso lo storicismo tedesco di primo Novecento.
(8) Multiversum. Tempo e storia in E. Bloch di Remo Bodei, IISF2023
(9) Del rapporto città/campagna-borghi/città.
(10) Qui bisogna sentire l’impatto del conflitto con le tendenze uniformanti, proprie di correnti in linea con la massificazione.
(11) Premeva sulla mente dí Agamben il kairos paolino, l’istante kierkegaardiano.
(12) Bodei, op.cit. pp. 157-58.

2 commenti:

  1. Molto interessante l applicazion della teoria del multiverso alla realtà esistente vicino a noi, prima ancora che ai mondi paralleli delle galassie esistenti

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    1. La ringrazio vivamente di avere apprezzato la mia chiave di lettura 🍀 Rosario

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