“Anch’io sono l’altro”. Se è vero che per me sono gli altri ad essere altri, è altrettanto vero che per loro l’altro sono io.
Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini di Moonassi (qui il sito instagram)
Moonassi, Per piacere prenditi cura di questo, particolare |
Il destino di ogni parola “forte” come corresponsabilità è fatalmente legato all’amore per essa: in base a ciò che davvero io sono o voglio essere posso praticarla. Mi guarderò perciò dal fare discorsi astratti. Voglio parlare della mia tua vostra nostra corresponsabilità, quella che ci coinvolge ogni giorno su tutti i fronti, che ci impegna ci ha impegnato e ci impegnerà nelle scelte di vita decisive e nella vita quotidiana: quella che la coscienza di ognuno/a di noi liberamente assume perché cittadino/a del mondo, persona in relazione con altre persone vicine e lontane sia nello spazio sia nel tempo, indipendentemente da etnia età condizione scelta religiosa e politica. Tanto per essere chiari, come può nel mondo e tra noi transitare la pace se - io tu noi loro – si è pieni di odio indifferenza egoismi, se inquiniamo le relazioni in guerre private? Ci definiamo pacifici ma non siamo pacificatori, diciamo una cosa e ne facciamo un’altra (cfr. lettera di S. Giacomo) nella nostra vita privata, lavorativa, sociale e politica.
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Proprio per questo giovani adulti e noi anziani per primi abbiamo il dovere (sollen, non mussen) di interrogarci insistentemente, mettere in discussione noi e gli altri, rivedere le proprie sicurezze, non per abbandonarle ma per passarle al vaglio della ragione e del cuore, senza lasciarsi fagocitare dai seduttori di professione, e scegliere il dialogo: reciproco ascolto per capire e capirci, pensare e sapere, cioè – direbbe una nostra cara amica ingauna – “avere un cuore pensante”.
Interessanti le etimologie di pensare, capire e sapere. Pensare: dal lat. pensāre, intensivo di pendĕre 'pesare'; 'pesare con precisione', 'ponderare, esaminare': esercitare l’attività del pensiero grazie alla quale si acquista coscienza di sé e del mondo, meditare, riflettere, ricordare, tenere presente, rivedere possibili conseguenze di un’azione, progettare, preoccuparsi, giudicare... verbo oscillante tra l’intransitivo e il transitivo, anche con forte valore affettivo: ti penso, penso bene o male di te... Capire (dal lat. càpere prendere, entrare dentro, afferrare e penetrare profondamente con l'intelletto, sentire intimamente, rendersi convinto, esser persuaso, pensare bene o male di una persona..., entrare nella mente.. Sapère (lat. sàpere, nel significato etimologico: aver sapore, sapère di, avere il senso del gusto, gustare, sentire il sapore).
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L’alternativa? Un mondo sempre più indifferente ed inospitale, preda del “principio Babilonia” (cfr. Dussel) e il rischio di Sodoma e Gomorra (cfr. P.Levy), distrutte perché non vi erano legami sociali (attenzione, accoglienza e ospitalità reciproca) in in una comunità dove ciascuno è responsabile degli altri.
Ci è chiaro chi sono gli altri? Chi sono io?
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A questo punto non ci resta che testimoniare corresponsabilità, con l’augurio a tutti di non arrendersi mai in questo tempo ferito, di rendere appassionata l’avventura della vita, insieme aprire “il cuore pensante” alla meraviglia, alla bellezza, emozione di vivere l’incontro con gli altri nella pienezza di legami.
anch'io sono l'altro. anch'io sono l'altro. cuore pensante
RispondiEliminaGent.mo Gian Maria, grazie di queste riflessioni così vibranti e nutrienti... Buona domenica.
RispondiEliminaGrazie, gent. ma Maria e un caro saluto da Rossana.
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