Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

domenica 23 aprile 2017

Lo straniero.

Presentazione del libro di Umberto Curi, "Straniero", con riferimento particolare all'intreccio affascinante di riflessione etimologica e filosofica che il pensatore veneto propone. Un modo per ricordare il 25 aprile, giorno della liberazione... anche dalla xenofobia.
Post di Rosario Grillo.
Tutte le immagini (ad eccezione della prima) riproducono fotografie artistiche di Dorothea Lange (1895-1965), documentarista statunitense dalla grande sensibilità sociale, attestata dai suoi intensi scatti, di cui il primo in particolare - “Madre migrante” - è divenuto emblema del fenomeno migratorio oltre che prototipo iconico nella storia della fotografia.

Umberto Curi, 
Straniero, 2010
Umberto Curi è membro di una felice compagnia di filosofi italiani (con Massimo Cacciari e Remo Bodei), che hanno contribuito a tenere sveglio il panorama culturale italiano, arricchendolo di lavori indigeni ed internazionali.
Specifiche, nel cuore della nascita del pensiero occidentale, le sue credenziali. Dinamico il suo bagaglio culturale, che si è allargato a  filosofi moderni e contemporanei.
Personalità estroversa la sua, e soprattutto propensa al lavoro di equipe (anche quando l'opera porta in cima la sua unica firma).
Presente nel dibattito culturale: a tal punto che in quest'opera di cui vi parlo (Straniero, Raffaello Cortina editore) ha il coraggio di prendere posizione contro il pensare comune, ostile al fenomeno degli immigrati.
Questi ultimi, come in altre parti si è già detto, fan parte del vasto e ricorrente fenomeno delle migrazioni umane.
Dorothea Lange, 
Madre migrante, 1936
Nell'antichità, esso aveva spinto a mettere, al centro della società e del costume, l'ospitalità.
Nell'oggi, scrive Curi, dev’essere considerato snodo centrale della globalizzazione, occasione di rivisitazione del diritto cosmopolitico.
Ospitalità rimanda ad accoglienza, ed essa richiede solidarietà. Non bisogna credere però che l'incontro sia pacifico e, perciò, risulta quanto mai opportuna l'analisi che Curi conduce sulla parola hostis, implicata.
Essa viene sbrigativamente tradotta con nemico, ma l'attenzione di Curi, puntata con la guida di Freud alla natura del perturbante, ci dà un orizzonte diverso, più poliedrico: soprattutto dialettico.
In questo sfondo guardiamo il perturbante come unheimlich: un lato oscuro che dal nostro interno va verso l'esterno (e non al contrario, come si crede).
Dorothea Lange, Due persone 
che camminano lungo la strada 
e, sullo sfondo, il sarcastico cartellone pubblicitario 
con la scritta: "la prossima volta prova il treno", 1937
Applicata la dinamica psico-ontologica: hostis, nemico, si configura in hospes, ospite, verso il quale converge la meticolosa cura delle società antiche (orientale ed occidentale).
L'etimologia, come sempre, guida preziosa, consente di incrociare la storia con il diritto e con il costume. Da qui un disvelamento dell'altro (ospite-straniero-vittima) che si intrinseca: ci abita.
Si innesca una relazione, dove la pregnanza dell'ospitalità produce il momento del dono e del contro-dono, dentro una dimensione etico sociale che feconda il costume.
Per essa entriamo in confidenza con la nostra natura “doppia”, occasionalmente ingannevole e furbesca (episodio di Ulisse e Polifemo), ontologicamente “pellegrina” e votata alla “cura” dell'altro (polarità di riempimento-arricchimento). (1)
Dorothea Lange, Bambini di Oklahoma 
rifugiati in un campo migratorio in California,1936
Competente la disamina di Curi, condotta attraverso la sapienza greca, da Omero alle tragedie, da Platone ad Aristotele, e portata a termine con la congruente proposta politica di Kant (Per la pace perpetua).
In quest’ultimo caso egli fa notare che il programma di una federazione di Stati non nasce per via semplicemente utopica, ma è conseguenza logica, realista, della sfida antropologica lanciata da Hobbes, incentrata sul bellum omnium contra omnes.
Sovranità nazionale e sovranità sovranazionale si possono completare laddove  la civiltà giuridica regola e frena i rapporti interpersonali e inter-statuali, memore del male antropologico, forte dell'attenzione etico-sociale (rispetto e giustizia).
Dorothea Lange, 
Giovane madre migrante, 1940
Chi si occupa di filosofia conosce la dibattuta interpretazione dei concetti kantiani, dei quali, comunque, non si può non rilevare l'affinità con i principi del cristianesimo, ferma restando la loro genesi razionale.
Personalmente mi sento più che gratificato quando l’ermeneutica di Curi si sofferma ad indagare la precipua importanza dello “straniero di Elea” (nel Sofista di Platone), a cui spetta il compito di compiere il “parricidio” e  nel contempo di svelare l’alterità dietro il non-essere.

(1)   Risalta la metamorfosi di donos  in dolos , dono-inganno, a conferma della presenza del doppio. Molteplice la tipologia del doppio, di cui aveva già parlato G. Deleuze, mettendo in luce il doppio significato di certe parole greche (pharmakon, ad esempio).

🔵🔵🔵🔵🔵🔵🔵🔵🔵
🔵🔵🔵🔵🔵🔵🔵🔵🔵

8 commenti:

  1. Grazie, Rosario: efficace e coinvolgente ancora una volta. Vorrei, come tu suggerisci, riprendere “la guida preziosa” dell’etimologia (sperando di non essere troppo banale), ancora una volta rivelatrice della nostra “natura doppia” e della nostra incancellabile ambivalenza. Straniero: dal lat. Extraneus, da cui anche altre parole come strano, estraneo, dove pare trionfare “ex” ed “extra”, fuori…. Eppure lo straniero in quanto strano non è solo colui che è estraneo, diverso, alieno, al limite nemico che incute paura, ma strano perché mi costringe ad uscire (ex, extra) da me, perché “singolare” e tale da destare meraviglia stupore, condizioni per scoprire e ricercare, per tenere sotto controllo le proprie paure minacciose, per accogliere la ricchezza delle diversità e nel contempo radicarsi nella propria irrinunciabile identità. Grazie, caro amico.

    RispondiElimina
  2. Molto interessante! Leggerò il libro. E... grazie.

    RispondiElimina
  3. Precedente commento finito nel nulla... Ho espresso subito a Gian Maria il mio ricoscente Grazie. Grazie perché il tuo commento completa il post. Nella linea del mio pensiero, lo integra con puntualizzazioni da latinista eccelso, quanto mai opportune. Più che indovinate le immagini scelte da Rossana. Un post che mi soddisfa, senza fare il Narciso. Bisogna però mettere in rilievo che lavoriamo come una squadra, superando le distanze

    RispondiElimina
  4. Grazie .....ho apprezzato il vostro commento....ma l'intervista all' autore Umberto Curi è meravigliosa per l'impostazione delle domande e le risposte col timbro dello scrittore....ho condiviso il video perché merita di essere ascoltato da un pubblico di lettori...
    ..la lettura apre porte e finestre.....Buona giornata a voi tutti.

    RispondiElimina
  5. Grazie a lei gentile Teresa per il commento e l'apprezzamento. Buona serata!

    RispondiElimina
  6. Queste riflessioni sono un gioiello. Bellissime anche le immagini. Grazie. Ribadisco che questo blog - e la sinergia tra Rossana, Rosario e Gian Maria - è una perla nel web.

    RispondiElimina
  7. Grazie! Gli elogi fanno sempre piacere e ci spingono ad andare avanti, cercando sempre di migliorare🤗

    RispondiElimina