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giovedì 25 giugno 2020

Sull'infanzia. Benjamin e la radio.

Walter Benjamin e la radio, intesa come mezzo raffinato e coinvolgente di comunicazione e di formazione.
Post di Rosario Grillo.
 
Walter Benjamin, 
Racconti radiofonici per ragazzi
Molti vedono analogie tra l’infanzia e la vecchiaia e forse le potremmo compendiare in questo criterio: ciò che i bambini vedono con (nella) meraviglia, gli anziani evocano con (come) saggezza.
Ricreo l’effetto per scrivere del modo in cui W. Benjamin, che pure non arrivò a gustare la vecchiaia (1), rivisse il tempo dell’infanzia e ne trasse argomento per descrivere insieme: 1- le proprietà della prorompente tecnica; 2- la comunicazione rivolta agli adolescenti; 3- le proprietà della pedagogia.
Aspetto insospettabile, conosciuta la difficoltà abituale della scrittura benjaminiana. Eppure, fu poliedrica la sua curiosità e voluta la sua attenzione all’universo infanzia. (2)
La mia idea è che rimane un “cantuccio d’infanzia permanente” nel Nostro; comunque lo si può leggere nel velo di una certa leggerezza, somigliante con l’eracliteo bambino che gioca.

✴️ La Radio.
Esplorando il primo aspetto, che fa da cornice alla tematica, è necessario soffermarsi sull’ambivalente significato che Benjamin attribuì alla tecnica.
Per una parte, essa tronca la libera fluidità del conoscere, che rimanda all’incantesimo (aura) e ad una sorta di magia, equivalente della creatività.
Sono, in questo senso, da considerare le sue riflessioni sulla riproducibilità nell’era della tecnica e le osservazioni sulla narrazione (3).
Per l’altra, c’è un’urgenza - potremmo chiamarla impeto di realtà - che consiglia di maneggiare a fin di bene la tecnica e gli strumenti affini (4).
Walter Benjamin, 
Radio Benjamin
La radio è tra questi. Medium che stava per occupare sempre più spazio, che sarebbe diventato strumento di manipolazione delle opinioni degli emergenti Stati totalitari; che offriva splendide opportunità per operazioni culturali, se solo lo si sapesse utilizzare con proprietà. (5)
Su Benjamin agiva una doppia influenza oltre quella sopra rilevata.
Quella della sua continua ricerca di fonti di sostentamento, vista la chiusura dell’ambiente accademico. Quelle delle sue conoscenze personali, che andavano da un famoso agente di promozione della radio a B. Brecht.
Quest’ultimo, anche lui entusiasta della radio e modernizzatore dell’espressione letteraria. (6)
Tra loro due si stabilì un’intesa sulla rifunzionalizzazione dell’arte, entro la quale alla radio era riconosciuto a pieno il ruolo di mezzo di comunicazione. (7)
Benjamin si adoperò negli anni delle sue trasmissioni radiofoniche, rivolte ai ragazzi (e agli adulti, che si sono nascosti tra i ragazzi, come simpaticamente annotò) per affinare il mezzo comunicativo, la gradevolezza del contenuto e gli effetti sorpresa.
Gli argomenti toccavano le sue passeggiate turistiche giovanili nei dintorni della sua abitazione e nei luoghi simbolici di Berlino, raccolti adesso in Infanzia berlinese, Einaudi.
Riguardavano ancora argomenti di svago, di gioco e di rappresentazione, rivolte ai giovani, ora raccolto in Burattini streghe briganti 1929-32  Bur.

✴️ Gioventù, infanzia, incantesimo.
Walter Benjamin, 
Saggi sulla teoria dei media
Benjamin deplora lo scadere della narrazione in arte astratta, dove cioè l’astrazione comincia ad avere il sopravvento, e tiene una conferenza esplicita sulla Letteratura per l’infanzia dove critica l’abbandono del linguaggio metaforico e facsimile per privilegiare il concettuale. (8)
Mentre rivendica un Aufklarung per ragazzi, osservando il peso che queste riforme della “comunicazione letteraria e radiofonica” potrebbero avere per la diffusione della lettura dei giovani, insiste per conservare certi “riti e maniere” tipici dell’espressione infantile.
Diventa consapevole della speciale miscela che contraddistingue la comunicazione verso un “pubblico ignoto” invisibile, quello radiofonico, che apprezza trucchi, come il suono della voce e la drammatizzazione.
Nello specifico, teorizza il rispetto di un carattere tipico, connotativo dello sviluppo psicologico dell’infanzia, oltremodo significativo come acquisto della pedagogia. (9)
Esso consiste proprio nel colore prelogico, impastato di immaginazione del pensare fanciullesco.
Il ritorno benjaminiano sui luoghi dell’infanzia che riempiono Infanzia berlinese, in molti casi sfruttati per le sue trasmissioni radiofoniche, ne sono un ritratto fedele.
Walter Benjamin, 
Angelus Novus
Finisco, rilevando il circuito completo del ragionamento dì Benjamin, visto che le sue celebri Tesi sulla filosofia della storia risentono proprio di questa dinamica. L’angelo che trasporta nel futuro il lato tragico della storia, determinato dal potere del vincitore, nella sua angelicità coglie melanconicamente “l’immagine autentica dell’infanzia” che l’oblio storico soppianterà.
Si trova qui inscritta la distanza che separò Benjamin da Adorno (10).

✴️Note.
1.Benjamin morì mentre cercava di espatriare in America.
2. Lo stesso Benjamin collocò questi scritti in un “angolo nascosto” della sua produzione, talché la stessa pubblicazione è stata difficile ed è avvenuta di recente.
3.Vedi Persona e Comunità, post del 06/08/19.
4.Ad esempio fu attento alla tecnica fotografica.
5.Dobbiamo trasferirci all’epoca della fortuna della radio, che durò fino agli anni cinquanta e che permise una significativa acculturazione (istruzione di base e soprattutto riduzione per radio del grande teatro e delle opere di letteratura).
6.B. Brecht, poesia Per la piccola radio
7.www.culturifcio.org F.Musardo Benjamin e Brecht: parole ed immagini
8.Si può riflettere sul peso che il neopositivismo logico esercitava in ambiti diversi dalla epistemologia. Così pure, in avanti, si potrebbe contrapporre l’appunto di Benjamin ai cultori della didattica per competenze.
9.Su di esso si basa, in sostanza, il richiamo alla autonomia del bambino rivendicata a cominciare da Rousseau e  Pestalozzi.
10.Vedi H. Arendt,  W. Benjamin, L’angelo della storia, Giuntina.

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2 commenti:

  1. Carissimo Rosario, come sempre ci sorprendi sulla tua capacità di riflettere e farci riflettere sui nostri nodi di vita offrendoci impensabili angolature suggerite da autori, capaci di intravvedere l’ambivalente futuro prossimo e remoto, che tu sai leggere e filtrare in modo perspicuo, che è la tua prerogativa. Grazie. Non aggiungo altro, vista la mia ignoranza per nulla dotta. Ma consentimi un riferimento personale al “cantuccio d’infanzia permanente” presente in ognuno di noi. Come è vero! Ancor più con il progredire della vecchiaia. Anzi più si perde la memoria breve (ne ho comunque ancora un po’), più fiorisce questo cantuccio nei ricordi che altro non sono che segni di vita, flash di beatitudine, scampoli di stupore, rintocchi di poesia, sprazzi di passione gioia e sofferenza, momenti anche di profezia, di confessione, di perdono: atemporale sintesi di vita filtrata tra essere e dover essere, tra ciò che è stato e ciò che poteva o doveva essere.

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  2. Ti ricordi la definizione che mi sono data : un rabdomante. Vado raccogliendo...e spero che siano : perle. Questa mi ha proprio intrigato, appunto per quelle risorse che tu sei andato a scoprire. Ed è vita!🌈

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