Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

mercoledì 10 giugno 2020

Il ponte sullo stretto.

Omaggio alla terra di Sicilia e al suo duplice spirito.
Post di Rosario Grillo
Fotografie di Rossana Rolando.

Cefalù, 2019
Parlare della terra che ci ha dato i natali sembra facile; non lo è perché fatalmente si è trascinati in un gorgo di luoghi comuni. Occorre riflessione e, meglio ancora, lunga digestione, per poter risalire a quel che conta veramente, che resta impresso nel sentimento durevole del Tempo.
Le difficoltà sono ancora maggiori per colui che si è allontanato da quella terra, spinto da esigenze superiori, anche se vi fa ritorno, per lo più annualmente. A causa della malinconia, in lui subentrano emozioni che restano attaccate al lato soggettivo; complicano così lo sguardo oggettivo. Agiscono in sovrappiù interferenze provenienti dalle nuove abitudini, frequentate in habitat diversi, insofferenze per certi retaggi, che pure fissano, molte volte, il lato tipico del costume, della gente, della tradizione.
Svincolarsi dalla posa sociologica non sempre è facile, vestire i panni del reporter non è alla portata di tutti, aprire il ricettacolo autentico dei sentimenti per intrecciare passato e presente costa fatica.
Agrigento, 2019
Si aggiunge, nel cesto degli ostacoli, la modalità corrente di stare nel tempo: con il passo di corsa, con l’ansia della prestazione, con la fretta derivata dalla foggia del consumatore (consumista?).
Opportuno quindi il ritmo lento per farsi “coccolare” dal “tempo ritrovato”, per rivestire un vecchio abito, per tornare a vedere con gli occhi di un bambino. (1)
“Libri, libri” invocava Gesualdo Bufalino: indicava lo strumento ermeneutico principe per capire un’isola che incanta solitamente per il sole raggiante, le stagioni miti, il colore dei mare... oggi per lo più per i piatti di una cucina barocca.
Nei libri spuntano certe metafore brillanti, chiavi per aprire lo scrigno, che molto spesso rimane ermeticamente occluso al desiderio d’indagine, all’impresa della conoscenza, alla “volgarità” della divulgazione.
Nel popolo della Sicilia si può trovare una sorta di atavico sentimento di chiusura - e in questo caso non è solo riserbo. Seleziono la descrizione fatta da Manlio Sgalambro che la riconduce alla insularità (2).
Mazara del Vallo, 2019
Eppure l’isola è stata centro di molteplici frequentazioni storiche con la testimonianza di un folto strascico di monumenti ed opere d’arte, di ibridate civiltà, di commerci e di viaggi. (3)
Lo scopo non è, però, fare la raccolta delle meraviglie e delle celebrità, che peraltro sono stranote.
Piuttosto da qui bisogna ricavare l’insistente propensione al romanzo storico, per il quale, però, occorre far distinzione tra quelli a carattere verista (Verga, De Roberto) (4), quelli d’impegno civile (Sciascia, Consolo), quelli d’affresco e di commedia (Bufalino, Camilleri).
Nella storia è sepolto - qui sepoltura indica giacimento minerario che va via via dissepolto - il sedimento, il precipitato, come si trattasse di una reazione chimica, l’in-ventus.
Così si spiegano le polarità: 1 dell’immobilismo - l’ostrica dei Malavoglia che si presta anche alla protesta verso l’obbligo della leva che toglieva braccia alla “famiglia” e dirigeva verso terre ignote; 2 del “movimento”, del viaggiare, che si può modulare in molteplici maniere, andando dall’impresa commerciale all’emigrazione (verso nord, verso il nord Europa, verso i nuovi continenti).
Fritto Sicilia, 2019
La duplice polarità è ripresa più volte, espressa in diverse maniere ed il compendio si trova in Bufalino, che suggella “la luce e il lutto” e descrive un’isola plurale. “Ogni siciliano è difatti una irripetibile ambiguità psicologica e morale. Così come l’isola tutta è una mischia di luce e di lutto. Dove è più nero, il lutto, ivi è più flagrante la luce, e fa sembrare incredibile, inaccettabile la morte. Altrove la morte può forse giustificarsi come l’esodo naturale d’ogni processo biologico; qui appare uno scandalo, un’insidia degli dei” (4).
Questo scatto (ri-scatto?), al quale accenna Bufalino, si può declinare in tanti modi, e molto spesso non è niente temperato. Come quando - è Sciascia, ripreso da Consolo a parlare - “la linea della palma risale verso nord”.
Nella linea della palma c’è anche l’arroganza della mafia, che come piovra allarga i suoi tentacoli verso le altre regioni d’Italia.
Sempre restando nella cifra di questa ambivalenza, lo scrittore V. Consolo ha creato la doppia immagine “olivo/olivastro”. Il primo è fragranza di frutti, è storico elemento del paesaggio mediterraneo.
Castroreale, 2019
Il secondo si genera come ribelle virgulto dalla pianta dell’olivo e rappresenta, con l’esuberanza, storture e devianze: una gagliardia che degenera.
Il compianto scrittore di Sant’Agata Militello, affetto dalle sue radici messinesi, memore dei suoi frequenti viaggi di traghetto, spiega l’aderenza del nome scelto dalla compagnia di trasporto, Caronte, il cerbero dantesco, che traghetta verso gli inferi: introduce al “sottosuolo” dell’isola?
Allo stesso tempo, Consolo ripensa il contrasto di Scilla e Cariddi, personificazioni mitologiche delle correnti dello stretto, custodi della “porta” e, in quanto tali, agenti di tempesta e sconvolgimento che portano lontano, allontanano il visitatore (il curioso?).
“Quella porta ai due lati dello stretto, nel passaggio obbligato, nel confine tra la vita e la morte, la natura e la cultura, in quel canale ribollente, in quell’utero tremendo di nascita e di annientamento: Scilla e Cariddi” (l’olivo e l’olivastro).
“Utero”, “nascita e annientamento”, “vita e morte”, “natura e cultura”: tutte immagini di dissidio.
Castroreale, 2019
La Sicilia, ricordiamolo, fu patria di Gorgia, sofista inventore della retorica.
A Messina, la città dello stretto, mi voglio fermare. Nella sua provincia, il mio paese natale, che guarda alle isole Eolie schierate sul mare davanti al cocuzzolo su cui si distende il paese. (5)
Nel deposito della nostra conoscenza si trova di certo la casella del fatidico progetto per il ponte sullo stretto, che dovrebbe unire l’isola al continente, facendole perdere l’insularità, con la gratificazione di immensi frutti economici, volano della sua prosperità. L’idea è più vecchia del programma di Berlusconi, ma si è attagliata con perfezione al suo “battage  pubblicitario”, scambiato per programma di governo.
Bufalino scrisse un breve commento che si può leggere nella silloge “La luce e il lutto”: ne veniva fuori lo scetticismo correlato alla “misura culturale” e Consolo batterebbe ancora sul chiodo della insolubile dialettica: natura/cultura.

Note.
Palermo, 2019
1.Il tempo è un fanciullo che gioca spostando i dadi: il regno di un fanciullo (Eraclito).
2.Manlio Sgalambro, Teoria della Sicilia su YouTube.
3.Celebre tra tutti Muhammad al-Idrisi, che nel 1154 realizzò per Ruggero II di Sicilia un planisfero Continui i suoi viaggi che contribuirono alla crescita della geografia.
4.La luce e il lutto, in edizione Editoriale Riuniti p.15.
5.Delle isole Eolie fa parte l’isola di Vulcano, mitica sede del Dio greco del fuoco.

4 commenti:

  1. Una graditissima sorpresa le vostre foto scattate a Castroreale 🌈🍀🥂

    RispondiElimina
  2. Caro Rosario, veramente bello questo tuo post. Non è solo coinvolgente risultato della fatica della tua riflessione che ha saputo coniugare, trascendere e conciliare, l’afflato soggettivo e la dimensione oggettiva .in una sorta di empatico distacco, che Rogers chiamerebbe “calore freddo”, partecipazione del cuore altrettanto consapevole del rigore della realtà: condizione e chiave per aprire lo scrigno chiuso alla volgarità della divulgazione. Ed io, persistente piemontese divenuto anche ligure, anch’io in bilico permanente tra immobilismo e movimento, luce e lutto, olivo e olivastro, non solo leggo con commossa ammirazione, ma mi sento invaso e partecipe di questo “sentimento insulare” che ogni persona dovrebbe coltivare sia per riconoscersi nella propria identità sia per riconoscere il sentimento di fraternità universale.

    RispondiElimina
  3. Mi riempi di complimenti che non merito, ma sono molto tentato da quel “calore freddo “ che riconosci nel sentimento che aleggia dentro lo scritto, Se è così, ne sono orgoglioso, perché è il temperamento che ricerco e prediligo.
    I volti delle due foto hanno già parlato per voi.🍀🎈🌈🥂

    RispondiElimina