Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini delle opere di Carl Larsson (pittore e illustratore svedese, 1853-1919).
Carl Larsson, edizione natalizia di Idun, 1901 |
Pensavo in un primo tempo di dar conto della mia lettura di alcune omelie natalizie di p. Balducci finora inedite, fresche di stampa (1). Innegabile l’attualità di pagine quasi proposte per questo tempo di covid: un invito a raccogliere nella nostra concreta situazione l’appello a riscoprire la verità del Natale fatta di infanzia spirituale, gioia autentica congiunta a “severità”, luce che vince le tenebre, speranza (“la via attraverso cui Dio ci si rivela”(2), fede nell’indicazione perentoria di Dio per cui “il fatto che Gesù sia morto come è morto e nato come è nato non è una circostanza contingente ma è invece strutturalmente eloquente riguardo a Dio”, alla Pasqua di Resurrezione, alla salvezza del mondo (3).
Poi ho capito che non potevo pretendere di presentare in sintesi gli ardenti richiami e suggestioni del libro, perché in quelle pagine si ritrova un’aria che ognuno deve respirare da sé. Posso però rivolgere un caldo invito a leggerlo, partendo dalla “verità di fondo: che Dio si manifesta contestato e ripudiato. Non è invenzione nostra, è il dato essenziale su cui dovemmo costruire anche il messaggio di consolazione. Ma se noi eliminiamo l’estraneità di Dio nei rapporti del tessuto della nostra vita, poi niente più torna. Bisogna cominciare da qui, da questo scandalo:“venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”(Gv 1,11)” (4).
Carl Larsson, Decorando l'albero, 1917 |
Infine Rossana mi rifila “Il diario di uno scrittore” e mi invita a leggere “Il bambino da Gesù all’albero di Natale” e rifletterci sopra. Mi convince: Dostoevskij ci è particolarmente caro e anche in questa sua novella, poco nota, lo troviamo in linea con le nostre inquietudini di ricerca e la nostra passione cristocentrica (6). Così ci siamo ritrovati coinvolti e partecipi dell’atmosfera del “sottosuolo” natalizio: quello dostoevskijano emblema di ogni sottosuolo, quello denunciato da Balducci, da Zanotelli e tanti altri amici. Sottosuolo del tempo di covid: quello feroce di migliaia (in Italia) e di milioni (nel mondo intero) di persone e di famiglie inchiodate alla croce della derelizione e della solitudine; quello atroce di centinaia di bare che non fanno notizia e che ogni giorno instancabilmente si ammassano non si sa dove, nascoste agli occhi di tutti soprattutto dal disincanto, dalla rimozione e indifferenza; infine il sottosuolo grottesco terribile dei plateali insensati mortiferi assembramenti nelle corse allo shopping natalizio.
* Tento la parafrasi…
Carl Larsson, Pensieri di madre, 1893 |
Carl Larsson, Vigilia di Natale, 1904 |
Carl Larsson, La mattina di Natale, 1894 |
L’indomani, laggiù, vengono trovati il cadaverino di un bambino nascosto dietro la legna e anche la mamma, morta prima di lui. Così conclude Dostoevskij: “Si sono ritrovati tutti e due in cielo presso il Signore Iddio”.
“Ma perché ho composto una tale storia, che non è per nulla adatta a un comune, ragionevole diario, per di più d’uno scrittore! E per di più dopo aver promesso di raccontar prevalentemente degli avvenimenti reali! Ma il fatto è che mi sembra che tutto ciò possa essere accaduto in realtà, quello che avvenne nel sottosuolo e dietro la legna; quanto all’albero di Gesù, non so veramente come dire, poteva questo avvenire o no? Proprio per questo sono un romanziere, per inventare” (F. Dosoevskij, o.c., p.229).
Carl Larsson, Rose di Natale |
Leggo Balducci: “La salvezza totale, che vince la rovina della morte non può essere che nella mano potente di Dio. Ma di quale Dio? Appunto un Dio che dobbiamo riconoscere al di fuori dei condizionamenti in cui siamo prigionieri.[…] Ed è proprio contro quel sistema che ci parla il Natale. E’ l’evidenza, almeno mi sembra, del messaggio evangelico. E’ nato un bambino, un povero bambino senza nessuna sicurezza. In quella nascita, la più umile fra le umili, Dio si manifesta. Questo è il fatto di enorme importanza. La vita di Gesù di Nazareth in tutti i suoi momenti fu del tutto coerente con questo cominciamento. […] Ha chiamato beati i poveri, beati i vinti, beati i pacifici, prendendo di petto la realtà culturale esistente. […] Ma è evidente che questa scelta, questo giudizio, implica un percorso di conversione, di dissociazione dalle complicità tradizionali nei confronti del mondo esistente” (7)
Note.
1. Ernesto Balducci, LA NOSTRA INFANZIA e altre omelie sul Natale (1955—1976), ed. S. Paolo in collaborazione con la fondazione Balducci, 2020. 2. “Noi oggi davvero viviamo un po’ come aggirandoci dentro le rovine. Siamo in un mondo impaurito; anche questo giorno di Natale in cui le parole grandi sono ripetute a tutti i livelli:pace,fraternità,giustizia...è un giorno insanguinato”.(pp.82-83) 3. p.88 4. p. 68
5. art. del quotidiano Domani 19.12.20 “ha senso festeggiare il Natale in tempi di Covid-19?”.
6. cfr. il bel libro di Divo Barsotti, Dostoevskij la passione per Cristo, ed. S.Paolo, 2018. Barsotti (1914-2006), sacerdote, unanimemente riconosciuto come mistico, amico di La Pira, predicatore e scrittore.
7. E. Balducci, o.c., pp.89-90. Così prosegue: “Noi dobbiamo certo vivere nel mondo in cui siamo e amare gli strumenti culturali di questo mondo, ma tutto contenendo dentro un severo giudizio d’insufficienza. Non è da questa parte che noi avremo la salvezza Continuiamo a fare i professori a scuola, gli operai in fabbrica, i magistrati nella magistratura e così via. Però con la convinzione che non da questo mondo verrà la salvezza. Lavoriamo in questo mondo ma giudicandolo severamente, perché tutti aspettiamo l’alternativa radicale che è proprio questo riconoscimento che la salvezza di Dio viene da fuori. E viene nelle forme della debolezza, dell’insufficienza, della povertà, cioè sotto le forme di tutto ciò che è escluso perché non ha valore. Questa è la cognizione evangelica” (pp. 90-91).
carissimi, non ho parole, vi mando il mio cuore
RispondiEliminaGrazie e noi, cara Roberta, le apriamo i nostri.
EliminaBello e struggente!
RispondiEliminaGrazie. Struggente come la realtà nascosta di oggi. Penso ad es. ai bambini morti annegati nel Mediterraneo ieri...
EliminaSe è vero che Gesù, con l'incarnazione volle " entrare nel mondo", è tanto più vero che non riconobbe "le cose del mondo"( risposta a Pilato : il mio regno non è di questo mondo ). Il mondo rinvia al carico di contingenza , di calcolo ed utilità che stride con la purezza dello spirito...
RispondiEliminaMa quanto difficile : la testimonianza dello spirito ( amore cura disinteresse ) dentro il mondo!. Un abbraccio 🤗
Condivido in pieno: la testimonianza cristiana implica una conversione continua, fatta di denuncia, nelle parole e nelle azion, delle "cose del mondo" pur nella fedeltà alla terra e di annuncio della "purezza dello spirito" e del Regno che non è di questo mondo. Un caro saluto.
EliminaGrazie di questo post davvero struggente.
RispondiEliminaAuguri di un sereno Natale e un abbraccio a Rossana!!!
Grazie, gentile Annamaria. “struggente” è quel sentimento intenso, tormentoso e dolce insieme, che ci apre gli occhi ed il cuore di fronte alla tenerezza di un bimbo solo, impietosamente oltraggiato e lasciato morire assiderato. E’ il modo di Dostoevskij di porre interrogativi inquietanti, di costringere a diventare consapevoli dell’esistenza delle più svariate sofferenze negli altri, di rendere visibile ciò che prima era invisibile, di sollecitare a prendere posizione e non sottrarsi dalle proprie responsabilità, non importa se piccole o grandi.
EliminaVeramente triste la vita per tanti bimbi
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