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mercoledì 16 dicembre 2020

Poesia e sublimazione.

La comunicazione poetica e a-logica.

Post di Rosario Grillo.

Pierre Puvvis de Chavannes, Il sogno, 1883, particolare  



Come per mano di un Dio, un tempo mi avvinse 
Su quel ponte un incanto, mentre passavo,
E sullo sfondo dei monti
La vaga lontananza mi apparve,
E il giovinetto, il fiume, correva alla piana
Lieto e triste, come il cuore che, per troppa bellezza,
In un naufragio d’amore,
Si getta nei flutti del tempo. 
(Hörlendin)

Con le imperfezioni intrinseche ad un patito della argomentazione proverò ad imbastire delle note sulle proprietà della poesia e, a più larga raggio, della comunicazione a-logica.

Il pensiero occidentale ha subito il peso onnivoro della logica. È risaputo invece che nella tradizione orientale è stato più largo il ruolo assunto dal l’espressione non logica.

Sono stato provocato dalla lettura di un recentissimo contributo di F. Berardi Bifo, concepito nel contesto della piena pandemia ed interrogativo sulla relazione tra reclusione indotta dall’epidemia ed effusione dei rapporti sessuali. (1)

Pierre Puvvis de Chavannes, Il sogno, 1883
In sintesi, la tesi di Bifo è che la ripercussione non potrà che essere negativa, con conseguente rincalzo ad opera di una sublimazione in senso lato culturale (che non potrà che essere virtuale-digitale, dato il tempo presente).

Il discorso di Bifo è articolato con rimandi alla dottrina psicanalitica e con la messa in rilievo delle virtù comunicative della poesia (il campione scelto: la produzione di W.H.Auden).

Si apre uno scenario composito, dove l’analisi sociale si mescola alla disamina culturale, avviando sondaggi sui circuiti della civilizzazione e tenendo la barra dritta sul primato del linguaggio.

Il trait d’union è la concezione dell’uomo come essere desiderante. Da qui, le opzioni restano aperte: se appiattire il desiderio sui bisogni o se riconoscerlo irriducibile, ferma restando la compenetrazione di corpo e psiche.

La curvatura della sublimazione, una volta assunto il punto di vista di Freud, non è per nulla ridotta. Nella sua ampiezza contiene il fare politico come l’espressione poetica, implicanti in ogni caso una compressione della libido.

Pierre Puvvis de Chavannes, La fantasia, 1866

È dentro l’excursus della psicanalisi che si dispiegano le modifiche apportate dalla scuola di Jung e di Lacan, individuate nel richiamo di un “profondo (anima mundi) meno caotico, accostabile ad una “voce interiore.

Nello specifico, Lacan s’interroga sulla valenza del desiderio, rintracciandolo nel rapporto che il soggetto vive con l’altro da sé, parabola di una rincorsa incessante motivata dal superamento dell’egocentrismo. Egli rivisita così l’unilaterale natura sessuale della libido, scovando nella dialettica “io-tu la sorgente insoddisfatta del desiderio.(2)

Si esplora, in questo senso, piuttosto che la vena aggressiva della natura umana, la sua propensione alla tenerezza e alla gratuità. Vi corrispondono, nel potenziale delle facoltà, più il sentimento che la ragione, più l’intuizione che l’argomentare; nelle performance: più la poesia che la prosa.

Si ritrova qui il filamento della affabulazione: comunicativo, condotto più per immagini che per concetti. Una specie di svelamento, in simbiosi con la ri-velazione, che è documento di creatività, nel senso della creazione continua.

Ecco Hölderlin...alla ricerca “dell’unità perduta nel viaggio verso l’Ellade, cantore del Dio nascosto. (3)

Ecco Heidegger, lettore di Hölderlin, l’ultimo Heidegger, che ci parla del “pastore dell’Essere, che indaga l’intimità della Cosa (assenza-presenza), che nella poesia vede l’ organon della Verità (arte, per estensione).

Rilke, un poeta della compagnia dello svelamento/nascondimento, evoca l’Angelo. (5)

Nell’insieme, ci si accorge che predominante è il linguaggio e, nella chiave ermeneutica appena seguita, si può forse trovare il senso del Silenzio wittgensteniano (“di ciò di cui non si può parlare si deve tacere) e magari provare la poesia come: la voce del Silenzio. (6)

La mia conclusione, infine, è che la piega da assumere e condividere è quella di un Destino colorato con il pennello di 'un re spirituale', meno tragico, più ottimista: potenziato dalle risorse continuamente sorgive.

Voglio così trasmettere fiducia ai giovani, confortato che la “gioventù abita ogni età.

Pierre Puvvis de Chavannes, Le arti e le muse, 1884-1889

Note

(1) Vedi qui. Si ragiona sul filo dell’armonia: amore-Eros, che disinibisce dallo scandalo del sesso.
(2) Vedi Lacan, VII seminario Si apre qui una fessura per scardinare il patriarcato andando a compulsare la diversità del genere femminile e a fissarvi la chiave della “capacità di donare”. Detto in poco, di rovesciare il negativo in positivo, la debolezza in energia. Nello stesso tempo: per giungere alla vera radice dell’autoritarismo (totalitarismo).
(3) “Vicino/e difficile da cogliere è il Dio/ Ma dove è il pericolo, cresce/ anche ciò che salva.Patmos.
(4) Vedi Heidegger, Saggi e discorsi
(5) “Angelo, ma ci sarà una piazza
che noi non conosciamo
dove su un tappeto indescrivibile,
gli Amanti che quaggiú non possono
mostrassero lo slancio alto dei cuori
in ardite figure erette al cielo.
(Rainer Maria Rilke: Sesta elegia duinese).
(6) Borges, L’invenzione della poesia: “Insomma, il linguaggio cambia... E anche il lettore cambia. Il che ci ricorda l’antica metafora greca; la metafora o, piuttosto, la verità secondo cui l’uomo non può entrare due volte nello stesso fiume. Credo che qui ci sia una componente di paura. Innanzitutto siamo abituati a pensare al fiume che scorre. Diciamo: certo, il fiume va avanti, ma l’acqua non è mai la stessa. Poi con crescente senso di timore ci rendiamo conto pure noi non siamo mai gli stessi, che siamo mutevoli ed effimeri al pari del fiume. Comunque non dobbiamo preoccuparci troppo del destino dei classici, perché la bellezza è sempre con noi.”
 
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