Post di Rossana Rolando.
Immagini delle illustrazioni di Anna Parini (qui il sito instagram).
Anna Parini, Abbraccio |
I limiti di questo approccio sono da molti osservatori individuati: il virus non è stato la causa di tutti i mali, ma l’acceleratore di situazioni critiche già in atto. Un esempio su tutti: l’individualismo esasperato della seconda ondata di covid ha semplicemente messo in luce una tendenza caratterizzante la società contemporanea. Ed altri temi si potrebbero evocare: le situazioni drammatiche della scuola, della sanità, dei servizi pubblici hanno evidenziato le carenze di una politica e di una mentalità collettiva che non hanno saputo investire risorse in settori determinanti per il bene comune e per il futuro delle giovani generazioni.
Se si tiene conto di tali analisi, l’atteggiamento verso il passato diventa forse più critico, nutrito di fecondi rimpianti, capaci di generare nuove prospettive culturali e sociali.
Anna Parini, La travagliata storia della psichiatria |
E’ un sentimento talora imparentato con il rimorso, ma anche distinto da esso: quest’ultimo, infatti, è il tormento per qualcosa che si è fatto o non si è fatto e che non si doveva o si doveva fare (con implicanze morali), il rimpianto è invece originato sempre e solo dall’assenza di qualcosa, dal “nulla” di realizzato, dal buco lasciato. Rispetto al rimorso che indica proprio il mordere della coscienza, il rimpianto descrive il senso di un vuoto, riconosciuto come mancante alla realizzazione autentica della vita.
Certo il rimpianto può rinchiudere dentro una prigione mentale che tortura e incupisce, quando si lega a persone, a scelte, a situazioni definitivamente perdute, ma può anche aprire nuove possibilità, nel momento in cui si trasforma in consapevolezza, rispetto a ciò che si è tralasciato in passato e può essere attivamente recuperato nel futuro.
Anna Parini, L'oggetto più fragile dell'universo |
Vi è una poesia di Montale dal titolo “L’abbiamo rimpianto a lungo l’infilascarpe” (Xenia II) in cui un oggetto buttato via – perché ritenuto insignificante, secondario, spregevole agli occhi di tutti, rispetto ad altre cose ben più appariscenti e ricercate – viene successivamente riconosciuto nel suo valore.
Forse ci sono tante altre “cose” che abbiamo buttato via e che ora rimpiangiamo e scopriamo necessarie alla bellezza e alla pienezza umana della vita.
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ciò che è stato è stato, per quanto riguarda le scelte, gli sbagli gli oggetti, le occasioni mancate.......il tutto è parte della vita vissuta , ma le perdite, i vuoti lasciati da queste nessuno le può colmare. Non si vive più la propria vita ma un surrogato di essa e spesso si è comparse nella vita degli altri.
RispondiEliminaGentile Rachele, di fronte a certi dolori, immensi, so stare soltanto in silenzio.
EliminaGrazie per aver voluto condividere qui il suo pensiero.
Interessante, Rossana, la tua distinzione tra rimorso e rimpianto. Certo il rimpianto può aprire a una nuova consapevolezza, ma a mio avviso il problema è anche il tempo che possiamo ancora avere a disposizione - o non avere - per colmare una certa mancanza. Ci sono cose che ancora possiamo fare, altre che ci sono ormai definivamente precluse. Ma a maggior ragione questo deve sollecitare la nostra attenzione al presente.
RispondiEliminaGrazie di cuore e un abbraccio!
Cara Annamaria, sicuramente ci sono rimpianti che sono destinati a rimanere tali,soprattutto nel vissuto del singolo. Ma ci sono rimpianti - mi pare - che possono attraversare il tessuto comunitario e diventare consapevolezza di reali bisogni (di maggiore solidarietà, di aiuto, di sostegno ai più deboli) e delle tante cose non fatte (per la scuola, per la sanità pubblica...). A questi soprattutto pensavo. Se la tradegia del virus ha insegnato qualcosa...
RispondiEliminaUn abbraccio grande.
Certo, al di là del vissuto singolo c'è anche una dimensione comunitaria. Concordo in pieno e grazie ancora!
EliminaIn verità, cara Rossana, tu pensi il rimpianto come un'occasione di ri-lancio impegno per recuperare rimarginare... Curare. Diversamente dal rimorso che provoca crisi : in molti casi di disperazione.
RispondiEliminaIl tuo è quindi un benefico ottimismo... opportuno per reagire alla pandemia. Un abbraccio
Sì, ci sono rimpianti - credo - nella vita di ogni persona, segnati da tristezza, malinconia, fino al dolore vero e proprio. Rimpianti che portano al ripiegamento.
RispondiEliminaMa ci sono anche rimpianti che ci possono far capire come "recuperare, rimarginare... Curare" soprattutto nelle scelte che riguardano le generazioni future.
Bisognerebbe certo assumere fino in fondo la dura lezione del virus. Penso alla scuola, che vivo in prima persona, al modo in cui andrebbe ripensata, negli spazi, nei numeri di alunni, nel personale... non solo nel tempo del virus - che questi limiti ha drammaticamente evidenziato - ma nel tempo del dopo-virus.
Il problema è la capacità di fare scelte lungimiranti da parte della politica e della società civile.
Un caro abbraccio a te e Liliana.
"Rispetto al rimorso che indica proprio il mordere della coscienza, il rimpianto descrive il senso di un vuoto, riconosciuto come mancante alla realizzazione autentica della vita. Certo il rimpianto può rinchiudere dentro una prigione mentale che tortura e incupisce, quando si lega a persone, a scelte, a situazioni definitivamente perdute, ma può anche aprire nuove possibilità, nel momento in cui si trasforma in consapevolezza, rispetto a ciò che si è tralasciato in passato e può essere attivamente recuperato nel futuro." Cara Rossana, considerazioni esistenziali le tue che sottoscrivo; ti ringrazio per averle espresse in modo così cristallino. Un abbraccio e auguri di un sereno e fecondo 2021.
RispondiEliminaGrazie a te Maria per la sottolineatura e la condivisione di pensieri. Il tuo punto di vista è per noi molto prezioso. Buon anno e un grande abbraccio.
EliminaL'atto del ripetere, forse consolatorio: ri-piangere,
RispondiEliminari-mordere, ri-creare, rinnovare... abbiamo sempre tanta possibilità per agire/reagire eppure, parlo di me, quanto mi soffermo nel passato, nel lamento, nella protesta malinconica. M'è più facile sì piuttosto che affrontare la fatica dell'agire
Il difficile - mi pare - è vivere il presente, nella sua intensità di tempo vivo. Ti dedico questa poesia di Borges, Nostalgia del presente:
RispondiEliminaIn quel preciso momento l'uomo si disse:
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividere l'adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
l'uomo stava accanto a lei in Islanda.