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sabato 2 gennaio 2021

Nuovo Umanesimo o Transumano.

Franco Rella, I territori dell'umano: richiami e rimandi.
Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti di Vincent van Gogh.

Franco Rella, I territori dell'umano
“Nessuno sa la vita e la morte come le sanno in profondità i bambini. Nessuno sa la gioia che d’improvviso li afferra in un empito che li attraversa come il vento. Che li attraversa e che arriva, tanto è forte e inarrestabile, fino a sfiorare anche i nostri visi. Fino a contaminarci di gioia.” (F. Rella, I territori dell’umano)

Premessa

Una partita di calcio è impressa nel mio immaginario. Due giocatori e un pallone, con un palloncino gonfiato dentro una cerata di plastica. Uno dei palloni a rombi colorati che si trovano nelle sagre; due giocatori bambini: io ed un compagno d’infanzia. Quella partita aveva l’intensità di una finale del mondiale e poteva avere per protagonista un Maradona... Un’intensità che rimane “sospesa” nella durata della mia vita.

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Cresce l’invocazione ad un nuovo Umanesimo?

“L’affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle, se non è solo un’astrazione ma prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte.” (1) Vibrante, in questa direzione, l’appello di Papa Francesco, col conforto di un autentico ecumenismo.

Vincent van Gogh, Campo di grano con volo di corvi

In precedenza, da fonte laica, uguale appello: Stay human, dentro un coro di voci che si allarga da Camus a Pasolini. (2)

Si accumula intanto un “nembo” di grida ed invocazioni - in gran parte: sentimento di disperazione, eco di profezia - che riporta la consunzione dell’Io moderno, seppur potenziato dalle risorse tecnologiche. (3)

F. Rella, coraggioso esploratore de I territori dell’umano (4), ricorre a A. Artaud e passa la voce alla ricostruzione della pittura di van Gogh. (5)

«Questi corvi dipinti due giorni prima della morte [...] aprono alla pittura dipinta, o piuttosto alla pittura non dipinta, la porta occulta di un aldilà possibile [...]. Non è comune vedere un uomo, con nel ventre una fucilata che lo uccise, ficcare su una tela corvi neri e sotto una specie di pianura livida forse, vuota in ogni caso [...].» (Antonin Artaud)

Vincent van Gogh, La sedia
Altri quadri commentati sono Girasoli, La sedia di Vincent, Caffé di notte, Il giardino di Daubigny, Autoritratto. Nel testo sono riportate tre lettere del pittore al fratello Theo, due delle quali contengono le descrizioni di Caffè di notte e Giardino di Daubigny, mentre la prima, non datata, contiene la visione personale dell'artista a proposito del disegnare: «È l'azione di aprirsi un varco attraverso un invisibile muro di ferro, che sembra trovarsi fra ciò che si sente e ciò che si può» (V. van Gogh).

Tema ridondante è ancora quello del dualismo materia-spirito, che ritorna sia parlando della controversia estetica tra Gauguin e van Gogh, sia nell'aspra accusa alla società moderna. L'obiettivo da realizzare, secondo la poetica di Artaud, in accordo con la visione pittorica ed artistica di van Gogh, è quello di saper scovare il mito nelle cose semplici della realtà, nella sua quotidianità, senza idealizzarle né trasfigurarle in maniera da oltrepassarla e cadere nella "surrealtà". È merito del genio del pittore saper interpretare il reale e imprimervi delle forze "forsennanti", capaci di risvegliare quelle originarie della natura e dell'uomo. Il problema, secondo l'autore, è che questa capacità non è riscontrabile nell'umanità media, nella società "assolta, consacrata, santificata e invasata" che dimentica di vivere, respirare a pieno la vita e le sue forze originarie, preferendo a questo la normale esistenza.”

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Qui, un frammento dell’esperienza di un: cappio al collo? Fatica di Sisifo? Muro invalicabile? (6) L'odissea di F. Rella (7) s’inerpica per i territori impervi dei fallimenti e dei disperati annunci.

Vincent van Gogh, Autoritratto
Kafka, tra questi, forte di una tensione messianica imbevuta di ebraismo, stende le sue metaforiche storie (la Metamorfosi, il Castello, la Tana) e consegna il messaggio al personaggio/non personaggio Odradek.

Benjamin si tormenta per una “redenzione che “i vinti della storia attendono ancora. Da lui, e in modo diverso da Nietzsche, viene esposta la propria esistenza nell’urgenza di comunicare la “parola.

Nietzsche si dichiara: il filosofo della conoscenza tragica (8) ed apre ad “una nuova vita che consegna il testimone all’arte.

Si riassume l’agghiacciante descrizione del mondo dei “dannati della terra di Frantz Fanon, riacutizzato dalla desolante chiusura dell’Occidente dentro “nuovi confini, alla presenza delle nuove avventure migratorie.

Mistificatoria: la via esplorata dallo schieramento che si può raggruppare sotto la sigla bodypolitics, (9) che punta tutte le chance sul corpo, fin all’estremo di un corpo bionico, di un automa, che cerca di simulare l’intelligenza umana, che si avvale della “potenza di fuoco “ della tecnologia.

Con rammarico, precipitano nel fascio anche i cultori del veganismo e i cantori dell’antispecismo (Caffo, Peter Singer...). Si staglia il profilo del Transumano, che prosegue verso la deriva de l’umano.

Vincent van Gogh, Caffè di notte
Rella mette ripetutamente come ostacolo insuperabile (indimostrabile) alla loro visione: la souffrance, il dolore e/o la morte, “il verme del niente (Artaud, Levi, Eliot, Heidegger, Lévinas, Jankelevitch) e non esita a mostrare la “facies hyppocratica.

Sull’ostacolo rimbalza l’umano, costretto a riandare alle sue origini in Adamo, nell’Eden: al furto del “frutto della conoscenza che, consegnando conoscenza, trasmette la terribile coscienza della nuda vita. (10)

La nuda vita si confonde con l’Es Freudiano (11) che introduce al permanente sottosuolo dell’io.

Dello spettro dell’io, del suo chiaroscuro (12), ci ha, da remoto, parlato Sant’Agostino nelle Confessioni, percorrendo le vie della crescita, dello smarrimento, della concupiscenza, della rivelazione. L’io compendia il bene e il male, si involge nelle tentazioni, è, di frequente, digiuno di misura di discernimento. (13)

L’itinerario dell’io, però, arduamente perseguito, rivela lo spirito, la spiritualità associata all’anima. In essa: il dolore e la destinazione purificatrice. In essa: gioia con la coscienza del suo fine superindividuale. In essa: il senso dell’alterità.

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Note.

(1) Enciclica “Fratelli tutti”.
(2) https://www.glistatigenerali.com/ Stay human di Teresa D’Errico.
(4) F. Rella, I territori dell’umano, Yaca Book 2019. Qui la presentazione su facebook.
(5) Va seguito l’itinerario artistico-esistenziale di A. Artaud, emblema della compenetrazione arte-vita fino al turbamento della psiche, esperienza vissuta di un’apertura del “muro.
(6) Montale Forse un mattino andando in un’aria di vetro/arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:/il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro/di me, con un terrore di ubriaco./Poi come uno schermo, s’accamperanno di gitto/alberi case colli per l’inganno consueto./Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto/tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
(7) Costante la comparazione con il protagonista dell’Odissea omerica.
(8) Nietzsche, Frammenti postumi “Il filosofo della conoscenza tragica. Egli doma lo scatenato impulso conoscitivo non però attraverso una nuova metafisica. Non stabilisce affatto una nuova fede. Egli sente tragicamente che il terreno della metafisica è venuto meno, e non può d’altro canto appagarsi mai del variopinto e vorticoso gioco della scienza. Egli lavora ad una nuova vita: restituendo all’arte i suoi diritti.
(9) Eterogeneo, il fronte della bodypolitics, che raccoglie anche le istanze del gender.
(10) Non esita, il Nostro, a rendere conto delle indagini che Foucault, per un verso, e Derrida, per un altro, hanno compiuto sulla “nuda vita, riconoscendo margini di possibilità positive nell’ultimo Foucault.
(11) Da notare il genere neutro, che rivela l’ambivalenza dell’inconscio. L’Es manipola l’io ? In proposito, si apre la problematica di un ventaglio di posizioni psicanalitiche, che vanno oltre Freud ed esplorano l’inconscio collettivo.
(12) Rella preferisce sintetizzare come “io stratificato”.
(13) Confessioni, libro II, pf. 6.
 

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