Post di Rosario Grillo.
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Carlo Rovelli, Buchi bianchi |
Dentro centotrenta pagine si può concentrare uno scrigno di temi di grande rilevanza? L’impresa riesce a Carlo Rovelli ed è il contenuto di Buchi bianchi, compendio delle sue ricerche astrofisiche. In quest’opera il fisico veronese narra la luce che si è accesa quando ha riconsiderato le prove d’indagine sull’interno dei buchi neri.
Lì prende forma l’intuizione ed è lì che si conferma la caratteristica che deve avere un’indagine scientifica: procedere per tentativi ed errori (1).
Quello di Rovelli, però, non è solo un libro di scienza. Si resta incantati a leggere i versi danteschi assunti da lui ed utilizzati a descrizione dello spirito e delle emozioni che lo muovono e lo accompagnano nei momenti della ricerca. Altra nota che va sottolineata è la fedeltà con la quale egli rispetta il profilo euristico, stravolgendo le regole grammaticali quando richiedono la maiuscola dopo il punto fermo. È la sottolineatura del carattere provvisorio di quanto si dichiara: specchio della momentaneità delle ipotesi. (2)