Post di Rosario Grillo.
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Francisco Goya, Il sonno della ragione genera mostri, 1797 |
"Persona e Comunità" è un blog di riflessione culturale, filosofica, religiosa, pedagogica, estetica. Tutti gli articoli sono scritti da: Gian Maria Zavattaro, Rossana Rolando, Rosario Grillo.
Post di Rosario Grillo.
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Francisco Goya, Il sonno della ragione genera mostri, 1797 |
Post di Gian Maria Zavattaro
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Malva Schalek, Arrivo nel campo di Terezin |
Ogni giorno si consumano drammi e tragedie di migliaia di persone: morti di covid (oltre 2 milioni a tutt’oggi nel mondo), ma anche di solitudine, freddo, fame, guerre di cui nessuno parla, disperati annegamenti, atti terroristici, schiave schiavi e bambini sfruttati, rigurgiti razzisti e tanto altro. Di contro l’indifferenza globale e, in troppi decisori dei destini nostri e del mondo, mediocrità, improvvisazione, incapacità, irrisione truffaldina.
Mia moglie ed io ci siamo tormentati su vari interrogativi: quest’anno nel nostro blog c’è posto per la Shoah? Perché continuare a parlarne? Perché partecipare all’annuale memoria di più di 6.000.000 di ebrei assassinati?
Perché ancora, sempre, e ancor più nel tempo del covid, occorre non dimenticare, occorre pensare e far pensare. Perché il paradosso del covid, se ci obbliga al distanziamento fisico, nel contempo ci fa scoprire l’altro e ci impone di “rispondergli” in senso etimologico, di dedicarci cioè alla “responsabilità” reciproca, perché ognuno di noi è per gli altri un altro.
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Philip Mckay, Imparando a volare |
Post di Rosario Grillo.
✴️ Premessa.
Il Verbo-Parola si è fatto carne. L’uomo è creato: figlio di Dio. Dio si è fatto uomo. Ecco il fondamento dell’Umanesimo.
Dalla nostra vicenda personale nasce questo post che riprende due racconti brevi di Michail Afanas'evič Bulgàkov (1891-1940), a sua volta medico e autore del grandissimo romanzo Il maestro e Margherita: il primo dal titolo L’asciugamano con il gallo, il secondo denominato Il guaritore (entrambi posti in fondo come audiolibri).
Post di Gian Maria Zavattaro.
Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi, 1423, particolare |
Ho letto in questi giorni il recente romanzo di Mimmo Muolo giornalista e vaticanista di “Avvenire”: immaginaria testimonianza scritta in prima persona da Artaban il protagonista, diario di una vita dedicata a dare senso all’esistere, a cercare il Messia ed a capire in quale Dio credere.
Muolo rivitalizza - con meditata libertà, religiosa finezza e sapiente garbo - una plurisecolare leggenda (1) per la quale i magi non erano tre ma quattro: Baldassarre, il più anziano, maestro riconosciuto, dalla pelle nera per via dell’ascendenza materna, colui che instilla la convinzione che “la conoscenza non basta. Perché è l’amore la forma più profonda di conoscenza. Non dimenticarlo mai, ovunque ti porterà la vita”(2); Gaspare e Melchiorre, “molto più che compagni di studio”; e Artaban.
I Magi sono sacerdoti del Dio unico Ahura Mazda, esploratori delle stelle, certi che “il tempo è vicino” ed imminente la venuta del Salvatore del mondo profetizzato nei libri sacri dell’Avesta e confermato da “segni” (la stella, il bambino) riscontrati nelle Scritture degli Ebrei (3). Decidono di recarsi a Betlemme per rendere omaggio al Messia appena nato, ma solo tre raggiungono la grotta di Betlemme e vi lasciano i loro doni, oro incenso e mirra. Artaban, che ha scoperto il 3° segno non confidato a nessuno - la vergine (4) -, esita nel partire, perde tempo, non riuscirà più a raggiungerli.
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Franco Rella, I territori dell'umano |
Premessa
Una partita di calcio è impressa nel mio immaginario. Due giocatori e un pallone, con un palloncino gonfiato dentro una cerata di plastica. Uno dei palloni a rombi colorati che si trovano nelle sagre; due giocatori bambini: io ed un compagno d’infanzia. Quella partita aveva l’intensità di una finale del mondiale e poteva avere per protagonista un Maradona... Un’intensità che rimane “sospesa” nella durata della mia vita.
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Cresce l’invocazione ad un nuovo Umanesimo?
“L’affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle, se non è solo un’astrazione ma prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte.” (1) Vibrante, in questa direzione, l’appello di Papa Francesco, col conforto di un autentico ecumenismo.