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sabato 22 maggio 2021

Figure del non senso.

Il nichilismo e i giovani.
Post di Rossana Rolando
Immagini delle opere di Walter Gramatté, pittore espressionista tedesco vissuto tra il 1897 e il 1929.

Walter Gramatté, Ragazzo che sogna
Spiego il nichilismo in una mia classe. Faccio riferimento a Nietzsche, alla sua definizione del termine in Frammenti postumi: «Nichilismo: manca il fine, manca la risposta al “perché?” Che cosa significa nichilismo? Che i valori supremi perdono ogni valore».¹

Mi ricollego, ancor più, alla pagina dell’uomo folle, tratta da La gaia scienza e già proposta in una mia precedente lezione, con l’efficacissima descrizione del vuoto nullificante che si viene a creare dopo la “morte di Dio”. Con essa, infatti, nella coscienza dell’uomo contemporaneo – di cui Nietzsche vuole anticipare profeticamente il sentire – viene meno ogni fondamento teologico, ogni certezza metafisica che illusoriamente conferisca un senso all’esistenza individuale e alla storia collettiva e, ancora, ogni prospettiva escatologica.

Si legge dunque: “Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov'è che ci si muove ora? Dov’è che ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla?”²

Walter Gramatté, Uomo su slitta
B. mi chiede se la nuova umanità preconizzata da Nietzsche, quella che ha attraversato il nichilismo, venga da lui pensata come meta raggiungibile o come utopia.

L’interrogativo si riferisce all’Übermensch – superuomo o oltreuomo - che tante interpretazioni ha suscitato nel corso del Novecento.

Certo oggi, aggiungo io - dopo aver abbozzato una risposta -, il nichilismo si esprime in svariate disperate forme, in un'insensatezza mascherata e diffusa.

Vedo volti che assentono.

Ricordo, emblematicamente, i “gesti senza movente” dei ragazzi del cavalcavia che tirano sassi sulle macchine sottostanti uccidendo le persone sedute negli abitacoli delle auto. E i loro atti assurdi, senza motivo e senza scopo, frutto di pura noia, indifferenti ad ogni gerarchia valoriale, hanno un seguito di imitatori.

R. sedicente nichilista, interviene affermando che questi sono solo comportamenti stupidi, riconducibili alle dinamiche del branco.

Walter Gramatté, La fioraia stanca
Riprendo Umberto Galimberti, nel suo L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, nel capitolo I ragazzi del cavalcavia e l’insensatezza nichilista.

Si apre con una citazione agghiacciante del procuratore che ha condotto le indagini su alcuni dei ragazzi del cavalcavia: “Teste vuote, come nessuno di voi può immaginare. Ho trovato il vuoto, il nulla. Quando potrete conoscere tutti i materiali di questa storia capirete il loro vuoto tremendo”.³

Il nichilismo è davvero un ospite inquietante, di cui bisogna saper riconoscere i molti volti, spesso mortiferi, non spiegabili alla stregua di banali espressioni di “stupidità”, se non nel significato etimologico del termine stupidus - dal latino stupeo - che rimanda proprio allo stordimento, all’insensatezza.

Concludo con Heidegger e la sua osservazione sul nichilismo: «non serve a niente metterlo alla porta, perché ovunque, già da tempo e in modo invisibile, esso si aggira per la casa. Ciò che occorre è accorgersi di quest’ospite e guardarlo bene in faccia».

✴️ Note.
1. Friedrich Nietzsche, fr. 2 (127), in Frammenti postumi, 1885-1887.
2. Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, 125, Adelphi, Milano 1984, p. 129.
3. Umberto Galimberti, L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Feltrinelli, Milano 2007, p. 107. Citazione tratta dalla dichiarazione rilasciata alla stampa il 21 gennaio 1997 da A. Cuva. Sulla riduzione interpretativa Galimberti avverte, p. 114: "Per entrare in questo vuoto, dobbiamo per prima cosa non circoscrivere il fatto ai ragazzi del cavalcavia che hanno compiuto il terribile gesto, e non chiamare 'branco' la loro 'compagnia'. Assimilarli alle bestie e con ciò sancire la loro assoluta differenza da noi, se da un lato ci restituisce a buon prezzo la nostra innocenza, se non addirittura la nostra 'umanità', dall'altro non aiuta a capire".
4. Martin Heidegger, La questione dell'essere (Sopra la linea), 1955-56, p. 337.

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5 commenti:

  1. Sembrerebbe un testo incompiuto…ed invece ha nella conclusione indeterminata il suo “ codice”.
    Per Nietzsche il nichilismo dovrebbe avere un duplice volto e quello “attivo” dovrebbe dare ebbrezza e creatività ( Dioniso, Eraclito). Storicamente però ( liberando Nietzsche da ogni responsabilità) ha avuto il volto “ meduseo “ del nazionalsocialismo .
    Ed è rimasto “ l’ospite inquietante “ che droga le menti dei giovani. Di questi giorni: l’aggressione, motivata con la noia, perpetrata da questo tipo di giovani a danno di anziani.
    Complimenti Rossana! Un capolavoro di lezione! Straordinario l’accoppiamento con la pittura dell’espressionismo!🌈🎆

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  2. Grazie Rosario, sempre generoso nel valutare e arricchente nei contributi che offri.
    Credo che si debbano prendere molto sul serio questi aspetti di un nichilismo che perde la sua "aura" filosofica per farsi banalmente espressione del vuoto, del nulla, di un "analfabetismo mentale, verbale ed emotivo"(Galimberti, p. 138) che non sa motivare i propri gesti, fino alla violenza assurda, "stupida", appunto.
    Grazie ancora e buona domenica.

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  3. Penserei che la riflessione (sono un fisico,professore universitario di storia della scienza,ora a riposo)si gioverebbe aprendosi al problema di una scienza che si è fatta monade chiusa eticamente misconosciendo le sue infinite connessioni. Penso a quanto sarebbe utile leggere oggi ai ragazzi un po' di Morin di Scienza con coscienza.

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    1. Che poi il nichilismo riguardi i giovani magari quelli del cavalcavia soltanto...magari fosse così e non un malanno che coinvolge silenzioso tutti!

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    2. Concordo pienamente sia sul nichilismo come concetto diagnostico della contemporaneità, sia sull'importanza del pensiero di Morin nell'indicare la complessità come compito e meta della conoscenza. Grazie delle osservazioni molto interessanti e arricchenti.
      Inserisco un estratto di una Lectio di Morin, risalente al 2011, proprio su questo tema:
      [video]https://www.youtube.com/watch?v=qw_V7E9_z6Y[/video]

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