posso finalmente tentare di nuovo di scrivere a Torino: chissà che non succeda un nuovo miracolo e non ci riesca ancora di stabilire una comunicazione attraverso mezza Europa in armi. Ed ecco un riassunto della mia storia. Prima di tutto occorre qui correggere e completare tutte le vaghe notizie che ho mandato da Monowiz. L'anno di schiavitù, sotto i tedeschi, è stato spaventosamente duro: a causa della fame, del freddo, della fatica e soprattutto delle decimazioni che, a intervalli irregolari hanno diradato le nostre file. Fra i 600 partiti con me da Fossoli, sono stati scelti all'arrivo 95 uomini 'validi' per il campo di Monowiz. Degli altri, vecchi, donne, bambini, si è persa ogni traccia. Di noi 95, siamo vivi in 6... Gli altri, per lo più, sono morti di malattie o di stenti, o sono stati uccisi perché inabili al lavoro. Io ho potuto mantenermi in salute e (relativamente!) in forze, grazie alla generosità senza pari di Lorenzo Perrone, un muratore di Fossano che, oltre a permettermi di comunicare coi miei, mi ha portato quasi quotidianamente, per 6 mesi, il cibo che detraeva dalla sua misera razione..."
(Lettera, fino ad oggi sconosciuta, di Primo Levi a Bianca Guidetti Serra, 27 aprile 1945, Katowice, Polonia, pubblicata da La lettura del Corriere della sera, il 19 gennaio 2025).
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Pubblichiamo alcuni post che, nel tempo, abbiamo dedicato al Giorno della Memoria: un'eredità - quella della Shoah - a cui intendiamo rimanere fedeli.
Il messaggio della Shoah, come fragile colomba
Giorno della Memoria. Sto qui, sto a guardare e non faccio niente
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