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martedì 23 gennaio 2024

Il messaggio della Shoah, come fragile colomba.

La memoria della Shoah è di tutti (Anna Foa).

 Post di Rossana Rolando.

Disegno di Emma Baglio, liberamente tratto da Banksy    
Da più parti ci si è chiesti in che modo si potrà celebrare la Giornata della Memoria, visto quello che sta succedendo in Medio Oriente, in particolare nella striscia di Gaza. A tutti è nota le reazione violentissima del governo israeliano - che ad oggi ha provocato più di 25.000 morti palestinesi - al feroce massacro del 7 ottobre, con la strage agghiacciante di circa un migliaio di israeliti, tra civili e militari, e il rapimento di 250 ostaggi, da parte dell’organizzazione terroristica di Hamas.
La cronaca recente porta notizia di un riacceso antisemitismo che attacca anche i simboli della Shoah e ne scredita la memoria.² Dietro questo sentimento che appartiene a frange estremiste si celano pensieri sottilmente più diffusi e domande che, confusamente, inquietano molti: come ricordare il genocidio degli ebrei quando gli stessi ebrei, non rammentando di essere stati vittime, si trasformano in carnefici? Non sono forse gli ebrei di oggi autori di un genocidio nei confronti del popolo palestinese?
Terezίn, disegno di Doris Weiserovà
Molte sono le inesattezze di questi interrogativi: dall’uso del termine genocidio, alla equiparazione tra ebrei e governo israeliano, fino alla sovrapposizione dei milioni di morti nelle camere a gas (1942-1945) e degli ebrei oggi residenti nello stato di Israele… 
Ma al di là delle inesattezze, quelle domande rivelano un sentimento di disagio e di distanza rispetto alla celebrazione della Giornata della Memoria.
 
Come rispondere a questo disagio?
Tra le considerazioni lette ed elaborate in questi giorni, anche con la mia classe 5A Classico, la più convincente mi pare tutta riassumibile nella frase della storica Anna Foa: “la memoria della Shoah è di tutti”.¹ Essa suggerisce diversi percorsi di riflessione:
 
💥 Anzitutto indica un’apertura: la Shoah non appartiene solo agli ebrei, ma a tutte le vittime dello sterminio nazista (disabili, Rom, Sinti, omosessuali, testimoni di Geova…).
 
Terezίn, disegno di E. Taussigovà
💥 Come tale, essa assume simbolicamente un valore paradigmatico e universale, in cui si raccolgono tutti i crimini perpetrati al fine di annientare un popolo o un’etnia o una minoranza.
 
💥 Questo vuol dire che la Shoah non può essere relegata nei limiti di un solo momento storico, perché è un evento sempre e ancora drammaticamente ripetibile in forme e contesti diversi.
 
💥 In quest’ottica, l’istituzione della Giornata della Memoria, va difesa, in quanto costituisce un appello contro tutti i genocidi, i razzismi, gli antisemitismi, i crimini e le violazioni dei diritti umani.
 
💥 Perciò la guerra di Israele contro Hamas, con le terribili conseguenze sui civili palestinesi nella striscia di Gaza, non toglie valore alla Giornata della Memoria, ma rende ancor più urgente ripensarne il significato di universale appello alla convivenza pacifica tra i popoli.
 
💥 Essa induce a stare dalla parte delle vittime, di tutte le vittime, siano esse le inermi persone ebree uccise da Hamas, siano ancora le donne, i bambini, i civili tutti intrappolati a Gaza o nei campi profughi.³
 
Banksy, Colomba corazzata
Concludo con un’immagine, quella della colomba corazzata (Armored Dove), disegnata da Banksy nel 2005,
al termine di un lungo conflitto israelo palestinese. Essa si trova vicino ad un cartello con scritto “Benvenuti in Palestina. Benvenuti a Betlemme”. Non è certo casuale questo accostamento: la città simbolo della pace, in cui i vangeli narrano la nascita di Gesù, è contraddetta dalla continua minaccia della guerra. Nello stesso modo, la colomba, emissaria di pace, porta un ramo d’ulivo nel becco, ma è fatta oggetto di un mirino e indossa un giubbotto antiproiettile. E’ la colomba che uno sparo può distruggere in ogni momento.
Il messaggio che proviene dalla Shoah è paragonabile a questa fragile colomba: seppure disatteso o negato o tradito, rimane un appello che si rivolge a tutti, in tutti i tempi, per ricordare i diritti calpestati di chi dalla storia è oppresso e schiacciato e per rafforzare l’impegno a eliminare le condizioni che rendono possibili tali violazioni.
 
Note.
1. Cfr. Anna Foa, "La memoria della Shoah è di tutti" (Sito di Gariwo, qui).
2. Cfr. l'articolo di Paolo Ferrario, "A Roma l'oltraggio alle pietre d'inciampo. Perché si colpisce la memoria" (qui)
3. Cfr. Carlo Greppi, "Per un buon uso della storia. Intorno al giorno della memoria" (Sito Gariwo, qui). Cfr. anche l'articolo di Luigi Manconi, "Medio Oriente, l'autorità delle vittime" (qui).

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2 commenti:

  1. Grazie, grazie di cuore, carissima Rossana. Sottoscrivo verbatim. E rilancerò nel mio blog. Un abbraccio affettuoso. P.s. Che emozione rivedere il caro Presidente Sassoli accanto a Liliana Segre...

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    1. Grazie, Maria, per la tua consueta sensibilità. Oggi, la Giornata della Memoria ci interroga più che mai. Avvertiamo lo stridore tra il rischio di celebrazioni esteriori - di rito - e la tragicità del presente. Dobbiamo accogliere l'inquietudine di chi ne domanda il senso, per essere credibili nella celebrazione della memoria. Questo vale a livello personale, ma ancor più per chi ha ruoli legati alla formazione delle coscienze e all'insegnamento. Un grande abbraccio.

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