Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

venerdì 13 settembre 2019

L’estate, l’alunno ideale e l’XI libro delle "Confessioni".

Lettura attualizzata dell'XI libro delle "Confessioni" di Agostino, in cui viene trattata la questione - modernissima - della natura del tempo.
Post di Rossana Rolando
Immagini delle illustrazioni di Davide Bonazzi (qui il sito)

Davide Bonazzi, 
Tempo circadiano
Sto parlando dell’alunno ideale (ce ne sono ancora a rendere bello l’insegnamento), quello che, nonostante le faticose ore di lezione, nelle lunghe mattinate scolastiche, partecipa – non sempre con la stessa intensità emotiva, ma partecipa – e ad un certo punto il suo sguardo si accende, sente il trasporto dell’insegnante mentre spiega, entra in comunicazione empatica, formula interrogativi che sollecitano e aiutano il procedere del discorso, si pone in dialogo - anche quando non interviene esplicitamente - capisce che si sta toccando un punto cruciale, avverte il fascino della conoscenza… ecco, è l’alunno ideale, a cui si insegna e da cui si impara.
Mettiamo il caso che l’alunno ideale, nel mare di compiti da svolgere durante le vacanze estive - chissà cosa pensano i docenti quando predispongono i compiti per le vacanze… - in questo mare, dicevo, mettiamo il caso che l’alunno ideale abbia avuto in consegna la lettura dell’XI libro delle Confessioni di Agostino. A parte la gradita brevità (solo 37 pagine, nell'elegante edizione, con testo latino a fronte, della Città Nuova) non si comprende come l’insegnante di filosofia abbia potuto affidare una simile lettura per l’estate - coraggio o temeraria incoscienza?
Si può scommettere che molti dei suoi compagni di classe andranno su Wikipedia e leggeranno il riassunto dell’XI libro, per poi poterlo ripetere se richiesto. Ma lui no, non se la sente, è una persona seria, almeno vuole provare a leggere. E poi si fida delle indicazioni dell’insegnante.
Davide Bonazzi, 
Imparare sempre
Dunque ha in casa il testo, lo ha visto sullo scaffale in salotto (anche se si può trovare sul sito Augustinus, come è stato segnalato in classe): eccole lì, le Confessioni, sorta di biografia spirituale, ha detto l’insegnante, aggiungendo che l’XI libro discute sulla natura del tempo. Stranissimo tema quello del tempo: cosa ci sarà mai da dire o pensare sul tempo?
Superate le prime pagine in cui Agostino si rivolge a Dio (l’alunno ideale non ha preclusioni antireligiose, ma certo per un testo di filosofia è strano questo approccio al tema), si arriva al punto: “Cos'è dunque il tempo? Se nessuno m'interroga, lo so; se volessi spiegarlo a chi m'interroga, non lo so.”¹.
L’inizio non è male, pensandoci, anche lui – l’alunno ideale – non saprebbe dire che cos’è il tempo, anche se forse non se lo è mai chiesto fino ad ora.
Agostino, nelle pagine precedenti, ha già distinto  tempo e eternità (gli sembra di ricordare qualcosa di simile in Parmenide): “nell'eternità nulla passa, ma tutto è presente, a differenza del tempo, mai tutto presente”². L’eternità, qualitativamente diversa dal tempo, è assenza di tempo e non è quindi tempo infinito.
Tutto questo per dire che il tempo viene introdotto da Dio con la creazione, non è applicabile all’eternità che è la dimensione atemporale di Dio.
Davide Bonazzi, 
Senza tempo
Dopodiché Agostino inizia a porre questioni: che cos’è il tempo?  Il filosofo di Tagaste (ricorda questo particolare della presentazione in classe: un filosofo algerino, di area romana, vissuto tra il quarto e il quinto secolo d.C.) rifiuta l’identificazione del tempo con il movimento degli astri³. In effetti, pensa l’alunno ideale, il tempo continuerebbe a scorrere anche se il sole non sorgesse per molti giorni (come accade, infatti, nelle calotte polari).  E allora, se non è il movimento, che cos’è il tempo e, soprattutto, dov’è? Come si misura?
L’alunno ideale, pur ammirando la prosa di Agostino, procede con lentezza: il testo non è semplice. Nota soprattutto l’incalzare degli interrogativi: sciolto un nodo se ne apre un altro e si capisce proprio come la filosofia sia la disciplina del domandare, in un vortice che si approfondisce, in cerchi sempre più serrati.
I punti chiave comunque gli sembrano due:
1. Primo. Agostino dimostra l’inconsistenza del tempo e quindi la difficoltà di definirne la natura, dicendo che cosa è: il passato, infatti, “non è più”, il futuro “non è ancora”, il presente – perché solo l’attimo è davvero presente – non ha alcuna estensione, rifluendo immediatamente nel passato, e quindi anch’esso “tende a non esistere”.
Davide Bonazzi, 
Primo giorno d'estate!
2. Eppure - dice ancora Agostino, ed è il secondo punto - noi misuriamo il tempo e diciamo che un periodo di tempo è più lungo di un altro. L’alunno ideale, nonostante la sua giovane età, si rende conto che il discorso può coinvolgere anche lui. Pensa a questi ultimi giorni di vacanza. Agli inizi di giugno l’estate gli appariva lunghissima, tutta da vivere; ora che è ormai trascorsa gli sembra sia stata brevissima; e il tempo presente si consuma irrimediabilmente, rosicchiando l’ultimo scampolo di estate…
Ma come si può dire lungo o breve – direbbe Agostino - ciò che non è ancora (futuro) o non è più (passato) o passa senza durata (l’attimo presente)?
La cosa comincia ad appassionarlo: dove è finita l’estate? E’ stata lunga o breve?
Ora è proprio curioso di capire come se la caverà Agostino. La risposta che trova è davvero sorprendente e gli sembra modernissima – pur non sapendo bene perché. Il tempo (ecco la soluzione) è nella mente, è una distensione dello spirito e trova la sua misura nell'animo.
L’alunno ideale sente che in questo vi è una verità profonda. Non è del tutto convinto che il tempo sia solo interiore, ma certo è anche interiore. Poi l’idea che il tempo sia misurato soggettivamente lo attrae proprio. 
Davide Bonazzi, 
I libri sono fari
Quante volte la stessa ora di orologio gli è sembrata, in certi casi, interminabile, in altri casi, brevissima. E quante volte, specialmente quando stava bene con amici, il tempo gli è parso volare. Sì, il tempo si dilata o si contrae in base alla disposizione dell’animo: quando si è felici, esso scorre veloce; quando si è annoiati, non passa mai. In questo Agostino ha ragione.
E allora il dilemma dell’estate ormai quasi passata si risolve con l’esempio agostiniano della canzone: prima dell’inizio l’attesa si protende verso l’intera composizione musicale, dopo l’inizio, con il passare delle note, una parte del canto si raccoglie nella memoria, passando attraverso la tensione della musica presente. Come per la canzone, via via che l’estate passa, si abbrevia l’attesa e si prolunga la memoria, fino a quanto tutta l’estate sarà nella memoria. E l’esempio può valere per l’intera vita.
L’alunno ideale a questo punto ha terminato la sua lettura. Si rammenta di un’ultima cosa. L’insegnante ha detto in qualche occasione che i libri sono incontri e intrecci.
Incontri, certo, quando toccano corde esistenziali, come è accaduto per lui in questo caso.
Davide Bonazzi, 
Pensiero critico
Ma intrecci? Forse perché, gli sembra di ricordare, la concezione agostiniana del tempo è stata ripresa filosoficamente e letterariamente. Cerca di rammentare i nomi citati in classe, li aveva anche segnati: Bergson, Ricoueur, Heidegger, Hannah Arendt, Russell, Wittgenstein… e in letteratura: Proust, Joyce, Virginia Woolf…
Tutti nomi per lui sconosciuti, a parte Virginia Woolf, di cui ha visto diversi libri in casa. Recupera Orlando, lo sfoglia e trova una frase sottolineata:
La mente dell'uomo opera [...] sul corpo del tempo. Un'ora, una volta che s'instauri nel bizzarro elemento dello spirito umano, può allungare di cinquanta o cento volte la sua durata di orologio; d'altra parte, un'ora, sul quadrante della mente, può essere esattamente rappresentata da un solo secondo. Questa singolare discrepanza fra il tempo dell'orologio e il tempo della mente è meno nota di quanto dovrebbe essere e meriterebbe maggiore approfondimento.
Ecco, ha capito perché i libri sono anche intrecci.

🌟Note.
1. Confessioni, 11,14,17.
2. Ibidem, 11,11,13.
3. Cfr. Ibidem, 11,23,29.
4.  Ibidem, 11,14,17.
5. Cfr. Ibidem, 11,15,18.
6. Cfr. Ibidem, 11,26,33.
7. Cfr. Ibidem, 11,28,38.
8. Virginia Woolf, Orlando, BUR, Milano 1994, p. 121.

Davide Bonazzi, 
Educare al pensiero critico.

20 commenti:

  1. Proprio oggi il tempo, per me, cambia: ieri sera rientro dalla vacanza e oggi già attendono lavori e abitudini.
    Non scorderò di contemplare la pianta di incenso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Penso che tu ti riferisca al bellissimo passo di Byung-Chul Han, "Il profumo del tempo": “Fino alla fine del XIX secolo era in uso in Cina un orologio a incenso, detto 'hsiang yin' (letteralmente, “sigillo di profumo”). Gli europei, fino alla metà del XX secolo, credevano si trattasse di un comune turibolo. A quanto pare, era loro estranea l’idea di misurare il tempo con l’incenso, e forse anche in generale il pensiero che il tempo potesse assumere la forma di un profumo”.
      E' il tempo assaporato, il contrario delle vite di corsa. Grazie per averlo ricordato.

      Elimina
    2. Ho pensato prima all'articolo di Gian Maria sul blog... Buona serata.

      Elimina
  2. Interessante. Il tempo - riflessioni che piacciano ai ragazzi,oggi da ripensare secondo il loro modo di viverlo velocemente (tempo breve).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie. Educare a pensare: questo il ruolo imprescindibile della filosofia, oggi più che mai.

      Elimina
  3. Il tempo è nella mente, è una distensione dello spirito e trova la sua misura nell'animo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie di cuore per la condivisione del post e per la ripresa nel commento.

      Elimina
    2. Le Confessioni di Sant'Agostino sono una pietra miliare da divulgare a molti. Letto durante i miei studi universitari continua ad essere presente nella mia libreria ed è uno dei libri da rivedere nel tempo (a proposito del tema).

      Elimina
  4. Noi tentiamo di disciplinare il tempo, ma non lo conosciamo abbastanza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come spesso accade, prevale l'azione rispetto alla "contemplazione". Per questo c'è bisogno di "filosofare", nel senso profondo dell'interrogare e dell'interrogarsi sulle questioni di fondo. Grazie.

      Elimina
  5. Per me oggi il tempo lavora così: senza tempo, a causa di certi impegni, leggo il tuo ispirato post sul far della sera e noto già un buon numero di commenti ...ergo il mio tempo si è in buona parte consumato. Esempio banale?!
    Recrudescente questione : il tempo! Per il nostro team : problema ricorrente.E’ sintomatologia del nostro esistere creaturale, nella sua complessità .👏🏻

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sei mai in ritardo, caro Rosario: il tuo commento è sempre atteso e gradito. Come tu dici, il tempo è un tema che non si esaurisce, anzi si ripropone in mille sfaccettature... Un grande abbraccio.

      Elimina
  6. Mi piace molto l'idea che l'eternità non sia un tempo che non finisce più (...e che noia immaginarla così!), ma la compresenza del tutto! Così pure, è verissimo che c'è una dimensione soggettiva e interiore del tempo che ne contrae o dilata la durata. Lo sperimentiamo tutti.
    Sul tempo ho letto lo scorso anno un libro del fisico Carlo Rovelli: non del tutto facile - almeno per la sottoscritta - ma interessante.
    E, alla luce di certe affermazioni, Sant'Agostino risulta di una modernità straordinaria!
    Grazie di cuore!!!

    RispondiElimina
  7. Di Carlo Rovelli avevo letto "Sette brevi lezioni di fisica" e "La realtà non è come ci appare". Avevo anche scritto un post, pubblicato su questo blog, relativamente agli aspetti filosofici intrecciati con le questioni di fisica.
    Sulle tue notazioni concordo pienamente, anche per quel che riguarda la "modernità straordinaria".
    Ti abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il libro di Rovelli a cui mi riferivo è "L'ordine del tempo" ed.Adelphi uscito nel 2017.
      Grazie ancora e buon pomeriggio!

      Elimina
  8. Mi ricordo di un'esperienza di molti anni fa. A seguito di un evento doloroso, il tempo si era "fermato". Per la mia mente non scorreva più. Le ore, i giorni, le settimane, i mesi: immobili. Poi, dopo circa un anno e mezzo, mi sono accorta- con sollievo- che il tempo aveva ripreso a scorrere. Ero fuori dal lutto. Seneca parla del tempo come dell'unica cosa che possiamo donare, perché quell'ora donata non la riavremo più, sarà comunque inesorabilmente passata. Ma questo lo rende, a mio avviso, prezioso. Peccato "perdere" tempo. E "in un'ora può essere contenuta l'eternità", come dice W. Blake.

    RispondiElimina
  9. Grazie di cuore per il commento toccante e per le citazioni molto belle e profondamente vere. Perdere il tempo è esperienza comune, vivere il tempo intensamente è frutto di esercizio e sapienza, forse è anche dono che la vita - in qualche occasione - riserva.

    RispondiElimina
  10. Cara Rossana, mi catturi e mi conquisti con l'XI libro delle Confessioni... Ti chiedo sin d'ora licenza di citare il tuo post in uno dei miei prossimi scritti. E complimenti anche per la scelta stilistica. Un caro saluto.

    RispondiElimina
  11. P.s. Complimenti, ancora una volta, per la scelta delle immagini a corredo del post: intrigante la scelta delle illustrazioni surreali di Bonazzi.

    RispondiElimina
  12. Grazie, cara Maria, per il tuo accogliente calore. Certo che puoi citare il post, anzi ne sono onorata. Un abbraccio.

    RispondiElimina