Il presepe è simbolo dell'unione di tutta la "famiglia umana" e non deve essere utilizzato come strumento di divisione.
Post di Rosario Grillo.
Martina Peluso |
Come potrà inneggiarti la parola? Nessuna parola, infatti, può esprimerti. Come ti contemplerà l'intelletto? Nessun intelletto, infatti, può percepirti. Tu solo sei ineffabile, poiché le parole a Te devono l'origine. Tu solo sei inconoscibile, poiché i pensieri a Te devono l'origine. Tutto canta Te, sia ciò che ha voce sia ciò che non l'ha. Tutto rende a Te onore, sia ciò che ha intelletto sia ciò che non l'ha.
Comuni sono i desideri di tutti gli esseri, comuni i gemiti che completamente circondano Te. Te supplica, con pietosa preghiera, il tutto. A Te si dirige un inno silente: lo pronunciano tutti gli esseri che intellettualmente contemplano ciò che Tu hai creato.
È solo per Te che tutto permane. È solo per Te che tutto cammina nell'universale moto. Di ogni cosa Tu sei compimento: Uno, Tutto, Nessuno, anche se non sei né unico né tutti. A Te è ogni nome: come chiamare Te, il solo che non si può nominare? Qual intelletto, figlio del cielo, penetrerà i veli che si stendono sopra le nubi?
Sii benigno, Tu, l'al di là di tutto: come possibile lodarti? (Gregorio Nazianzeno).
“La Vita
infatti si manifestò” (1,Gv.1,2).
Scrivere del
presepe è pleonastico... è certamente ripetitivo quando, di recente, ne ha
parlato il Santo Padre, dopo averlo celebrato nel luogo del primo presepe a
Greccio, voluto da Francesco d’Assisi nel 1223.
Il Papa si è soffermato, anche, a lasciare una Lettera apostolica (Admirabile signum del 1 dic. 2019) per confermare l’evento e suggerire le sue considerazioni.
L’istinto contrario lancia il dubbio che l’iniziativa e l’insistenza siano a rimorchio della difesa che provocatori interessati e “tradizionalisti”, ancorati al passato e al dettato meramente dogmatico, da un po’ di anni, nella conflittualità della politica smarrita e delle “correnti agitate” che abitano la Curia, hanno intavolato sulla necessità del presepe.
Nel loro angolo visuale non conta molto il “senso Spirituale” del presepe, ma la resistenza sui fatti della nostra tradizione occidentale e cristiana, a dispetto di, e in reazione a, qualsiasi apertura di dialogo con i musulmani ed, in estensione, con tutti gli extracomunitari. (1)
Chiaramente il
Santo Padre non scende su questo terreno dialettico, ma conferma - questa è risposta
che vola alto - che nella grotta di Betlemme Dio ha mandato Gesù Bambino a tutti gli uomini.
Se c’è una preferenza, questa, come è giusto, va ai Poveri, agli Umili, ai puri di cuore.
Tutto lo scenario della Nascita di Gesù è architettura di elementi inseparabili: dalla Immacolata Concezione alla figura del Bambino, dalla semplicità e povertà dell’ambiente alla presenza dei re Magi, dalla comparsa della stella cometa alla venuta dei pastori (nella società di allora, protagonisti del lavoro svolto in armonia con la Natura, senza inutili pretese, in chiave di com-unione).
Nell’anno liturgico, il Natale viene dopo il periodo dell’Avvento, che prepara all’incontro. Come dicono le Scritture, bisogna vivere l’esperienza del deserto! Deserto è liberazione dal superfluo perché l’Incarnazione avvenga: incontro del Divino con l’Umano.
Mistero! Mistero
è: luogo, tempo, modo del Natale.
Martina Peluso |
Il Papa si è soffermato, anche, a lasciare una Lettera apostolica (Admirabile signum del 1 dic. 2019) per confermare l’evento e suggerire le sue considerazioni.
L’istinto contrario lancia il dubbio che l’iniziativa e l’insistenza siano a rimorchio della difesa che provocatori interessati e “tradizionalisti”, ancorati al passato e al dettato meramente dogmatico, da un po’ di anni, nella conflittualità della politica smarrita e delle “correnti agitate” che abitano la Curia, hanno intavolato sulla necessità del presepe.
Nel loro angolo visuale non conta molto il “senso Spirituale” del presepe, ma la resistenza sui fatti della nostra tradizione occidentale e cristiana, a dispetto di, e in reazione a, qualsiasi apertura di dialogo con i musulmani ed, in estensione, con tutti gli extracomunitari. (1)
Martina Peluso |
Se c’è una preferenza, questa, come è giusto, va ai Poveri, agli Umili, ai puri di cuore.
Tutto lo scenario della Nascita di Gesù è architettura di elementi inseparabili: dalla Immacolata Concezione alla figura del Bambino, dalla semplicità e povertà dell’ambiente alla presenza dei re Magi, dalla comparsa della stella cometa alla venuta dei pastori (nella società di allora, protagonisti del lavoro svolto in armonia con la Natura, senza inutili pretese, in chiave di com-unione).
Nell’anno liturgico, il Natale viene dopo il periodo dell’Avvento, che prepara all’incontro. Come dicono le Scritture, bisogna vivere l’esperienza del deserto! Deserto è liberazione dal superfluo perché l’Incarnazione avvenga: incontro del Divino con l’Umano.
Martina Peluso |
Silenzio e canti
di gioia accompagnano l’Evento (2) e si riproducono di anno in anno nelle
famiglie, nei luoghi di rappresentazione del Natale. Quanto opportuna allora la
tradizione folkloristica delle nenie cantate e suonate nei paesi meridionali!
Da anziano, ripenso con profonda partecipazione alla gioia dei bambini di allora, dei bambini di oggi, dei bambini di sempre, davanti all’incontro del presepe, possibilmente accompagnati dal suono della zampogna.
Resta da aggiungere il tocco della Pace. Ecco il Dono che porge immediatamente Gesù, che soddisfa il desiderio più autentico dell’uomo, che rivolge al genere umano per il dialogo, l’incontro, l’accoglienza, per fare Giustizia (nel senso profondo, trascendentale, fuori dell’ordine della vendetta e del raggio utilitaristico).
Anche in questo
caso: da una parte Gesù con l’animale esemplare della mansuetudine, il bue (“pio
bove”), dall’altra Erode, il Potere, che comanda la strage dei bambini. La Pace
vs. la Guerra.
Così vivo il Natale, questa è l’idea di presepe, senza il fine strumentale di creare una “pietra d’inciampo” nei luoghi, nelle occasioni di dialogo ecumenico, di commemorazione della Divinità.
Note.
Da anziano, ripenso con profonda partecipazione alla gioia dei bambini di allora, dei bambini di oggi, dei bambini di sempre, davanti all’incontro del presepe, possibilmente accompagnati dal suono della zampogna.
Resta da aggiungere il tocco della Pace. Ecco il Dono che porge immediatamente Gesù, che soddisfa il desiderio più autentico dell’uomo, che rivolge al genere umano per il dialogo, l’incontro, l’accoglienza, per fare Giustizia (nel senso profondo, trascendentale, fuori dell’ordine della vendetta e del raggio utilitaristico).
Martina Peluso |
Così vivo il Natale, questa è l’idea di presepe, senza il fine strumentale di creare una “pietra d’inciampo” nei luoghi, nelle occasioni di dialogo ecumenico, di commemorazione della Divinità.
Note.
1.Sono numerosi
gli episodi conflittuali nelle scuole italiane, dove s’impone la presenza del
presepe per boicottare la multiculturalità.
2.Una ragione che spiega la ricorrenza della neve nel paesaggio natalizio, prescindendo dalla stagione meteorologica.
Le immagini delle illustrazioni di Martina Peluso sono tratte dal video "Come avvenne il Natale di Gesù" di Adalberto Mainardi, monaco della Comunità di Bose.
2.Una ragione che spiega la ricorrenza della neve nel paesaggio natalizio, prescindendo dalla stagione meteorologica.
Le immagini delle illustrazioni di Martina Peluso sono tratte dal video "Come avvenne il Natale di Gesù" di Adalberto Mainardi, monaco della Comunità di Bose.
✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱
✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱✱
Buone Festività natalizie e buon 2020.
RispondiEliminabuon tempo natalizio e grazie
RispondiElimina@Rosario. Bellissima preghiera di Gregorio Nazianzeno che illumina il presepe e ci apre a spiragli di mistero e al desiderio di fraternità racchiusi nel presepe, luogo dell’ "incontro del divino con l’umano", segno visibile di accoglienza di tutti gli uomini, con la giusta preferenza che “va ai Poveri, agli Umili, ai puri di cuore”. Grazie. Rosario.
RispondiEliminaRispondo adesso ringraziando dal profondo del cuore🎄💫🌈
RispondiElimina