La lentezza emozionante e gioiosa della scrittura.
Post di Rossana Rolando
Immagini delle illustrazioni di Beppe Giacobbe, con gentile autorizzazione (tratte dalla pagina facebook).
Immagini delle illustrazioni di Beppe Giacobbe, con gentile autorizzazione (tratte dalla pagina facebook).
Beppe Giacobbe, copertina del libro di Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago |
Questa
è la mia lettera al mondo
che
non ha mai scritto a me
(Emily
Dickinson)².
Sono
stata attratta, in ambedue i libri, dal tema della scrittura, caro anche alla
filosofia contemporanea, per la centralità che ad essa ha voluto conferire il
filosofo Jacques Derrida, giocando sullo scarto che la scrittura presuppone rispetto alla relazione interpersonale: “Si
scrive per comunicare qualcosa a degli assenti”³; perché gli assenti sono presenti... i morti vivono (absentes adsunt... mortui vivunt)⁴. La scrittura non soltanto si costruisce
intorno a un vuoto (l’assenza del destinatario), ma prefigura anche l’assenza
di chi scrive. Come afferma Pennac: L’uomo costruisce case perché è vivo ma
scrive libri perché si sa mortale⁵.
Non
c’è vascello che meglio di un libro
Possa
portarci in terre lontane
(Emily
Dickinson)⁶.
Beppe Giacobbe, copertina del libro di Fruttero e Lucentini Il libro è per sempre |
Un dialogo che è tanto più ricco e profondo quanto più si carica di risonanze, di rimandi ai mondi della poesia, della letteratura, dell’arte. Per questo non vi è scrittura senza lettura: “l’uomo vive in gruppo perché gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire” (Pennac)⁹; “Il mondo sarebbe certamente migliore se una parte non esigua dell’umanità frequentasse di più libri e biblioteche”; “Biblioteche, luoghi del silenzio, dello studio, che conservano tutto quello che l’uomo ha pensato ed elaborato nei secoli”.¹⁰
Di'
tutta la verità, ma dilla obliqua -
la
via curva vince….
il
vero deve abbagliare per gradi
o tutti sarebbero ciechi -
(Emily Dickinson)¹¹.
Beppe Giacobbe, L'infinito tra matematica e mistica |
Questo vale per chi ha fatto della
scrittura un mestiere, ma potrebbe valere per tutti coloro che scrivono con
serietà e impegno, a vario titolo (riflessioni, post, mail, messaggi...), specialmente
oggi, nel tempo dell’esplosione della parola scritta (social, blog...).
Si può essere soli
senza la solitudine
(Emily Dickinson)¹⁴.
Ci sono molte ragioni per scrivere, come
afferma Gian Luigi Beccaria, già nelle prime pagine del suo saggio.
Si scrive perché si pensa che “il mondo
esista se tu ne scrivi” (Maria Corti)¹⁵, perché scrivendo si prende
“coscienza delle ferite segrete che portiamo dentro di noi, ferite così segrete
che noi stessi ne siamo a malapena consapevoli” (Pamuk)¹⁶. “Spesso si
scrive per confessare le proprie crisi intime, per cercare di risolverle”¹⁷, perché vi è una “Gioia liberatrice
del raccontare” (Primo Levi)¹⁸, “perché si ha paura di essere dimenticati”¹⁹, perché si avverte l’emozione dello scrivere… e “non c’è cosa più
lieta” dello scrivere (Petrarca)²⁰.
Beppe Giacobbe, Elogio dell'imperfezione e della condivisione |
2. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, cit., p. 61.
3. Jacques Derrida, Firma Evento Contesto, in Limited Inc., trad. it. di N. Perullo, Cortina, Milano 1997, p. 9.
4. Cicerone, L'amicizia, trad. it. di Carlo Saggio, testo latino a fronte, BUR, Milano 1985, VII, 23.
5. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 3.
6. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, cit., p. 115.
7. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 5.
8. Ibidem, p. 5.
9. Ibidem, p. 3.
10. Ibidem, p. 21.
11. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, p. 105.
12. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p.11.
13. Ibidem, p. VII.
14. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, p. 57.
15. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 3.
16. Ibidem, p. 4.
17. Ibidem, p. 4.
18. Ibidem, p. 5.
19. Ibidem, p. 5.
20. Ibidem, p. 5.
4. Cicerone, L'amicizia, trad. it. di Carlo Saggio, testo latino a fronte, BUR, Milano 1985, VII, 23.
5. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 3.
6. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, cit., p. 115.
7. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 5.
8. Ibidem, p. 5.
9. Ibidem, p. 3.
10. Ibidem, p. 21.
11. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, p. 105.
12. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p.11.
13. Ibidem, p. VII.
14. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, p. 57.
15. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 3.
16. Ibidem, p. 4.
17. Ibidem, p. 4.
18. Ibidem, p. 5.
19. Ibidem, p. 5.
20. Ibidem, p. 5.
Quante cose è la scrittura: scavo, memoria, viaggio dentro e fuori di noi, condivisione! E può essere anche terapia!
RispondiEliminaMi hanno poi colpito molto i versi della Dickinson sulla "via curva": il vero deve abbagliare per gradi perchè la sua luce - se ho capito bene - non deve arrivare tutta dall'esterno, ma nascere pian piano dal cuore di chi legge. Molto interessante.
Grazie di cuore, cara Rossana e un abbraccio!
Una bellissima interpretazione - la tua - sulla "via curva": socratica, direi. Ne "Il pozzo e l'ago" viene citato Proust (mi è venuto in mente sulla scia del tuo commento): "ogni lettore, quando legge, è lettore di se stesso... Il riconoscimento, dentro di sé, da parte del lettore, di ciò che il libro dice, è la prova della sua verità".
EliminaUn caro abbraccio.
Decide il soggetto portatore: il desiderio. Modo “casto”, quasi “discreto “ che guida un piacere, un bisogno...dello scrivere.
RispondiEliminaLo si vuol, lo si deve - ma senza forzature- trasmettere ai giovani per partecipare il “ tocco magico “ della scrittura.
Profonda differenza dalla scrittura impulsiva che spopola nei social!
Tutto circola nel raggio luminoso della Parola, e se è vero che la scrittura richiede il supporto della tecnica ( Derrida che ripensa Platone ), non lascia poi tanto prevalere la υβρις .
Grazie con abbraccio 🌹🤗
Il piacere della scrittura - non quella impulsiva che spopola nei social, come tu ricordi, ma quella maturata nel lento procedere del discorso - nasce dalla ricerca della parola "giusta", dalla rifinitura che asciuga il superfluo, dalla tensione comunicativa che accompagna ogni espressione...
RispondiEliminaTrasmettere ai giovani questo "tocco magico" della scrittura è compito difficile, specialmente oggi, ma necessario e affascinante.
Un grande abbraccio.
Ottimo input per un auto-regalo natalizio! Grazie. Un abbraccio.
RispondiEliminaSì, penso che potrebbero essere - entrambi i libri - di tuo gradimento. L'insistenza di Beccaria sulla "scrittura asciutta" - agile, "smagrita" e liberata da ogni eccesso - credo sia vicina alla tua sensibilità. Un abbraccio.
RispondiElimina«Scrivere è cercare la calma, e qualche volta trovarla. È tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive e legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene. "
RispondiEliminaAnna Maria Ortese, “Corpo Celeste”, Adelphi, 1997.
«Di una cosa sono convinto: un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi».
Franz Kafka
Sono citazioni bellissime che restituiscono la complessità del leggere e scrivere: per un verso "rientro a casa", nell'intimo di sé, per l'altro verso "ascia" che scuote e irrompe nel profondo. Grazie, amica Laura. Ti auguriamo un Natale lieto, con le dolci presenze/assenze delle persone care. Un grande abbraccio, Rossana e Gian Maria.
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