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giovedì 19 dicembre 2019

Il desiderio di scrivere.

La lentezza emozionante e gioiosa della scrittura.
Post di Rossana Rolando
Immagini delle illustrazioni di Beppe Giacobbe, con gentile autorizzazione (tratte dalla pagina facebook).

Beppe Giacobbe, 
copertina del libro 
di Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago
Ho recentemente acquistato due libri, entrambi appena usciti: il primo è una raccolta di poesie di Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, magistralmente tradotte da Andrea Sirotti; il secondo è un saggio di Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l’ago, dedicato al mestiere di scrivere¹. Ad essi farò riferimento in questo post, anche direttamente, nella scelta di citazioni particolarmente suggestive.

Questa è la mia lettera al mondo
che non ha mai scritto a me
(Emily Dickinson)². 

Sono stata attratta, in ambedue i libri, dal tema della scrittura, caro anche alla filosofia contemporanea, per la centralità che ad essa ha voluto conferire il filosofo Jacques Derrida, giocando sullo scarto che la scrittura presuppone rispetto alla relazione interpersonale: “Si scrive per comunicare qualcosa a degli assenti”³; perché gli assenti sono presenti... i morti vivono (absentes adsunt... mortui vivunt). La scrittura non soltanto si costruisce intorno a un vuoto (l’assenza del destinatario), ma prefigura anche l’assenza di chi scrive. Come afferma Pennac: L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale.


Non c’è vascello che meglio di un libro
Possa portarci in terre lontane
(Emily Dickinson).

Beppe Giacobbe, copertina del libro
di Fruttero e Lucentini
Il libro è per sempre
E’ pur vero che lo scavo della scrittura è il frutto di un dialogo interiore: la narrativa è una “complessa, camuffata lettera a se stesso” (Philip Roth)e ancora: scrivere è qualcosa che ha a che fare con il senso della vita, col sentirsi vivo, se è vero che si scrive innanzitutto per sé, per una propria, intima urgenza (Gian Luigi Beccaria).
Un dialogo che è tanto più ricco e profondo quanto più si carica di risonanze, di rimandi ai mondi della poesia, della letteratura, dell’arte. Per questo non vi è scrittura senza lettura: “l’uomo vive in gruppo perché gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire (Pennac); Il mondo sarebbe certamente migliore se una parte non esigua dell’umanità frequentasse di più libri e biblioteche; Biblioteche, luoghi del silenzio, dello studio, che conservano tutto quello che l’uomo ha pensato ed elaborato nei secoli.¹⁰

Di' tutta la verità, ma dilla obliqua -
la via curva vince….
il vero deve abbagliare per gradi
o tutti sarebbero ciechi -
(Emily Dickinson)¹¹.

Beppe Giacobbe, 
L'infinito tra matematica e mistica
Riflettere sulla scrittura  – anche con una valenza didattica, per chi ha la ventura di insegnare – significa recuperare la via lenta del pensiero. Si comprende che l’uso delle parole non segue, per dirla con Primo Levi, “la linea della massima pendenza”… “la scrittura di primo getto”¹², esso è invece frutto di disciplina, di esercizio, di sorvegliata sottrazione:  è come “scavare un pozzo con un ago” (Pamuk)¹³ .
Questo vale per chi ha fatto della scrittura un mestiere, ma potrebbe valere per tutti coloro che scrivono con serietà e impegno, a vario titolo (riflessioni, post, mail, messaggi...), specialmente oggi, nel tempo dell’esplosione della parola scritta (social, blog...).

Si può essere soli
senza la solitudine
(Emily Dickinson)¹⁴.

Ci sono molte ragioni per scrivere, come afferma Gian Luigi Beccaria, già nelle prime pagine del suo saggio.
Si scrive perché si pensa che “il mondo esista se tu ne scrivi” (Maria Corti)¹⁵, perché scrivendo si prende “coscienza delle ferite segrete che portiamo dentro di noi, ferite così segrete che noi stessi ne siamo a malapena consapevoli” (Pamuk)¹⁶. “Spesso si scrive per confessare le proprie crisi intime, per cercare di risolverle”¹⁷, perché vi è una “Gioia liberatrice del raccontare (Primo Levi)¹⁸, perché si ha paura di essere dimenticati¹⁹, perché si avverte l’emozione dello scrivere… e non c’è cosa più lieta dello scrivere (Petrarca)²⁰.

Note. 
Beppe Giacobbe, 
Elogio dell'imperfezione e della condivisione
1. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, Interno Poesia Editore, Latiano (BR) 2019. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere, Einaudi, Torino 2019.
2. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, cit., p. 61.
3. Jacques Derrida, Firma Evento Contesto, in Limited Inc., trad. it. di N. Perullo, Cortina, Milano 1997, p. 9.
4. Cicerone, L'amicizia, trad. it. di Carlo Saggio, testo latino a fronte, BUR, Milano 1985, VII, 23.
5. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 3.
6. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, cit., p. 115.
7. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 5.
8. Ibidem, p. 5.
9. Ibidem, p. 3.
10. Ibidem, p. 21.
11. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, p. 105.
12. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p.11.
13.  Ibidem, p. VII.
14. Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, p. 57.
15. Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago. Intorno al mestiere di scrivere,cit., p. 3.
16. Ibidem, p. 4.
17. Ibidem, p. 4.
18. Ibidem, p. 5. 
19. Ibidem, p. 5. 
20. Ibidem, p. 5.

8 commenti:

  1. Quante cose è la scrittura: scavo, memoria, viaggio dentro e fuori di noi, condivisione! E può essere anche terapia!
    Mi hanno poi colpito molto i versi della Dickinson sulla "via curva": il vero deve abbagliare per gradi perchè la sua luce - se ho capito bene - non deve arrivare tutta dall'esterno, ma nascere pian piano dal cuore di chi legge. Molto interessante.
    Grazie di cuore, cara Rossana e un abbraccio!

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    Risposte
    1. Una bellissima interpretazione - la tua - sulla "via curva": socratica, direi. Ne "Il pozzo e l'ago" viene citato Proust (mi è venuto in mente sulla scia del tuo commento): "ogni lettore, quando legge, è lettore di se stesso... Il riconoscimento, dentro di sé, da parte del lettore, di ciò che il libro dice, è la prova della sua verità".
      Un caro abbraccio.

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  2. Decide il soggetto portatore: il desiderio. Modo “casto”, quasi “discreto “ che guida un piacere, un bisogno...dello scrivere.
    Lo si vuol, lo si deve - ma senza forzature- trasmettere ai giovani per partecipare il “ tocco magico “ della scrittura.
    Profonda differenza dalla scrittura impulsiva che spopola nei social!
    Tutto circola nel raggio luminoso della Parola, e se è vero che la scrittura richiede il supporto della tecnica ( Derrida che ripensa Platone ), non lascia poi tanto prevalere la υβρις .
    Grazie con abbraccio 🌹🤗

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  3. Il piacere della scrittura - non quella impulsiva che spopola nei social, come tu ricordi, ma quella maturata nel lento procedere del discorso - nasce dalla ricerca della parola "giusta", dalla rifinitura che asciuga il superfluo, dalla tensione comunicativa che accompagna ogni espressione...
    Trasmettere ai giovani questo "tocco magico" della scrittura è compito difficile, specialmente oggi, ma necessario e affascinante.
    Un grande abbraccio.

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  4. Ottimo input per un auto-regalo natalizio! Grazie. Un abbraccio.

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  5. Sì, penso che potrebbero essere - entrambi i libri - di tuo gradimento. L'insistenza di Beccaria sulla "scrittura asciutta" - agile, "smagrita" e liberata da ogni eccesso - credo sia vicina alla tua sensibilità. Un abbraccio.

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  6. «Scrivere è cercare la calma, e qualche volta trovarla. È tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive e legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene. "
    Anna Maria Ortese, “Corpo Celeste”, Adelphi, 1997.

    «Di una cosa sono convinto: un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi».
    Franz Kafka

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  7. Sono citazioni bellissime che restituiscono la complessità del leggere e scrivere: per un verso "rientro a casa", nell'intimo di sé, per l'altro verso "ascia" che scuote e irrompe nel profondo. Grazie, amica Laura. Ti auguriamo un Natale lieto, con le dolci presenze/assenze delle persone care. Un grande abbraccio, Rossana e Gian Maria.

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