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giovedì 2 gennaio 2025

La crisi della figura educante, specialista in umanità

Post di Rossana Rolando
Immagini di Monica Barengo (qui il sito)
 
Illustrazione di Monica Barengo
Oggi viviamo una profonda crisi pedagogica - dalla famiglia alla scuola alle altre agenzie educative -, tanto più evidente nella prospettiva di un largo uso dei mezzi tecnologici, certamente utili ai fini dell’informazione, ma in nessun modo sostitutivi della dimensione educativa. A questo si aggiunga un disorientamento valoriale che fatica ad individuare finalità, obiettivi di crescita ed umanizzazione - da proporre alle nuove generazioni – e che rimane imprigionato in alienanti logiche competitive, tutte tese al successo e al primato individuale. Al malessere diffuso, a livello giovanile, si reagisce delegando ai tecnici delle scienze umane - psicologi, pedagogisti, educatori di professione - cui si chiede di supplire alla diffusa inadeguatezza della figura educante, sperimentata in età adulta.
Le domande ineludibili – che pongono questioni difficilissime, ma decisive per il nostro futuro – sono però le seguenti: chi è l’educatore/l’educatrice? Esiste un professionista dell’educazione? Educare è un mestiere? Una vocazione? Un ruolo dato dal ricoprire una certa posizione, ad esempio quella di genitore o di insegnante?
Come risulta chiaro, non intendo qui riferirmi a teorie pedagogiche, quanto piuttosto alla figura di chi educa, alle caratteristiche che deve avere, ai fini cui deve tendere, perché la sua azione lasci un segno.