Una riflessione sulla morale purificata da invidia e risentimento.
Post di Rosario GrilloEleni Debo, Coscienza sociale |
Nella tecnica si nasconde l’idea di sostituire con
principi di efficienza e risoluzione le norme morali, con le quali la comunità
umana ha sempre regolato i rapporti
intersoggettivi.
Non andrò ad esplorare gli ambiti della cibernetica,
che, teorizzandolo, ha descritto lo stile di una società degli uomini, svuotata
di Humanitas ed imbottita di automatismi
(la società dei robot).
Da convinto assertore della Humanitas, mi accingo ad
esplorare piuttosto l’interno della morale. Cercherò di destreggiarmi tra
morale laica e quella cristiana, consapevole della loro vicinanza finché
l’orizzonte è il mondo finito.
Eleni Debo, Personalità |
Dò conferma della natura del desiderio con l’episodio
biblico del peccato di Adamo nell’Eden, in tutt’uno con il libero arbitrio il
cui raggio di sviluppo può degradare verso il più acceso narcisismo oppure
elevarsi verso il celestiale amore del prossimo.
Platone e Aristotele hanno un diverso approccio,
perché il primo, puntando sull’idealismo, trova opportuna la tripartizione in
anima irascibile concupiscibile intellegibile, predicando la superiorità di
quella intellegibile, corrispondente allo spirituale. Aristotele rimane
coerente all’approccio: partire dalle cose finite e su questa dimensione integrare
la metafisica alla fisica, le virtù dianoetiche alle virtù etiche, mantenendo
fermo il principio che queste ultime sono relative al costume: implicano un
uomo radicato nelle passioni.
È stato Nietzsche molto più avanti a descrivere la
casistica del risentimento, argomentando con essa un differente tipo di uomo (è
in embrione il superuomo) e la risoluzione del nichilismo. Non dico che sia
stato il primo a parlare di risentimento, ma solo che nel filosofo di
Zarathustra esso diventa concetto portante a sostegno della “morte di Dio”,
ragione di denuncia della “morale del gregge” ed istanza di proclamazione della
morale eroica, “al di là del bene e del male”.
Eleni Debo, Come finiscono le civiltà |
L’indagine retrospettiva sulla cultura occidentale
conferma, con la deliberazione dell’edificio morale, il lungo scandaglio del
risentimento.
All’avvento del cristianesimo, dentro un dibattito plurale
sulle interpretazioni del messaggio evangelico, si combatterono ipotesi
apocalittiche proclamanti l’imminente giudizio finale con ipotesi più armoniche
ed articolate, contemperate in graduale ascensione dal sensibile al sovra
sensibile. Ordo amoris si può denominare
la seconda versione, all’unisono con l’accezione datane da Remo Bodei.
Eleni Debo, Materia nera e antimateria |
Peraltro Agostino descrive un mondo che conosceva
dall’interno, avendolo frequentando prima della sua conversione. La Grazia si
rivela a chi nel caos delle passioni ricerca la luce, la verità e il bene.
Desiderio (da appetere) evidenzia il movimento della ricerca.
Nel frattempo, da San Paolo ai padri della Chiesa,
si era già avviata l’analisi sul meccanismo passionale, con il vertice del
risentimento. Un sentire “ritorto”, cioè riflesso su se stesso, che ha nell’invidia
il suo alimento continuo... e atroce.
Visto che il cuore del messaggio cristiano è la
fratellanza, cioè l’incontro con l’altro, l’invidia rappresenta un ostacolo che
inibisce il percorso verso la luce deviandolo verso lo stesso soggetto.
Nel suo cammino storico l’uomo ha moltiplicato modi
e tipi della tentazione narcisista aggregandoli al movente prioritario. L’analisi
antropologica e la psicanalisi hanno reso edotti del meccanismo tentacolare.
Eleni Debo, Smaltire la sbornia |
A tirare il conto del sondaggio delle passioni che
agitano la natura umana, dopo che si era aggiunto il lavoro analitico di Freud,
ci pensa René Girard, improntando la dottrina mimetica.
Quest’ultima è il concentrato dell’invidia laddove
la relazione con l’altro si consuma in una ripetizione (4) distorsiva dei
desideri, che vengono fissati sempre su oggetti di consumo che distinguono
socialmente.
Girard dimostra di tenere conto del vortice impresso
dalla società di massa, incistata sul prestigio borghese ed orientata al
consumismo, risolve la negatività con la risoluzione dell’episodio sacrificale
nella crocifissione di Gesù, atto di infinito amore.
L’amore-dono è modello della conversione della
compulsione affettiva, dominata dall’invidia, in spinta a volere nello spirito
del bene comune e del rispetto dell’altro.
Eleni Debo, Filantropia |
Da Girard prende le mosse la “teologia
in azione” di Papa Francesco, che spiega l’incastro delle passioni
negative con il groviglio dell’invidia che si sedimenta in rancore.
Il suo consiglio pastorale è la terapia della
fratellanza, dell’amore che privilegia i più deboli e i bisognosi, esempio di
relazione che riconosce sé e l’altro.
Note.
1.L’itinerario
delle Confessioni conferma il lungo
apprendistato alle passioni di Agostino
2.Remo Bodei , Ordo amoris, Il Mulino, pp. 22-23
3.L’armatura
logica dell’opera spinoziana, Ethica more
geometrico demonstrata, nasconde un certo pathos morale e contribuisce alla
“ formazione della coscienza moderna “.
4.Kierkegaard si
era soffermato sulle conseguenze nefaste della ripetizione
5.Sulle “
differenze “ www.mondodomani.org Triangolo di pensieri:
Girard, Freud, Lacan.
Caro Rosario, come sempre sai cogliere i gangli nevralgici del nostro tempo. Max Scheler definiva “uomo del risentimento” colui che grida vendetta contro le ingiustizie e le contraddizioni sociali che lo feriscono, ma che tende alla negazione di ogni forma di solidarietà comunitaria, trincerato nelle sue “spettanze”. Mi limito a commentare la tua conclusione e di papa Francesco “il consiglio pastorale della terapia della fratellanza”, scomodando ancora una volta – abbi pazienza – il nostro Mounier quando controbatte alle critiche di Nietzsche ad un Cristianesimo pavido intimistico moraleggiante negatore della vita e dei valori positivi, religione di anime deboli dominate dalla categoria del RISENTIMENTO. Contro questo modo di intendere e di vivere il cristianesimo i tanti Mounier e soprattutto il Concilio vaticano II ieri e papa Francesco oggi ci testimoniano la motivazione laica e religiosa dell’engagement, nei due poli del pensiero e dell’affrontement: il pensare (come il tuo) non astratto esercizio ma “un porre l’amore nel cuore del mondo”; l’affrontement come ritrovato anelito di incarnazione e fede adulta, figlia della forza e non della debolezza, capace di “amore che privilegia i più deboli e bisognosi” e di far fronte alle proprie responsabilità dinanzi alla storia.
RispondiEliminaTi ringrazio , Gian Maria. Mi attribuisci capacità superiori ai miei livelli di rendimento, ma di una cosa sono sicuro, la vostra amicizia, conforto e compagnia innanzitutto, mi aiutano molto.
RispondiEliminaIl risentimento è il motivo conduttore del mio post, in effetti. Vi è aggrumato un insieme di spinte, che affondano nella volontà insaziabile... e quindi : canale principale del desiderio smodato del consumismo. Sant’Agostino, la cui biografia mi ha sempre colpito, ha colto nel segno quando ha teorizzato un “ ordine delle volizioni” per confermare il “primato del bene”.
Tutto è racchiuso nel circolo del libero arbitrio, della Libertà. Così, se notevole, “ nuovo” è il riconoscimento della volontà ( i Greci non ne sapevano nulla), altrettanto indispensabile è lavorare per “ misurarla nel rango ontologico e nell’uso pratico”. Per la stessa ragione, credo, più avanti, Spinoza riconosceva che “ la volontà [ di Dio] è l’asilo dell’ignoranza””, restando impiccato, però, al suo intellettualismo. Nietzsche, nella smisuratezza della sua impresa si adopera in nome della volontà e ne declamerà la “ potenza”. Non è però la potenza , per come la concepiva Nietzsche, a determinare l’eccedenza. Questa nasce dal capitalismo... ( Ho letto di recente qualcosa sul latente anticapitalismo implicita alla pastorale di Bergoglio ( E. Severino) ...Se fuggiamo dalle ideologie e consideriamo l’intimo significato, possiamo concordare con le “ragioni vere” della strombazzata critica al consumismo diffusa negli anni del movimento giovanile (‘68). In conclusione ecco la ragione dalla quale discende la Destra oggi, fautrice di questa Bengodi e fustigatrice della Sinistra erede della “ critica del capitalismo “
Scusami se mi sono dilungato così tanto. Prima di chiudere, voglio ringraziare della felice scelta, Rossana. È verità il commento messo nel post : le immagini dicono meglio del testo...ed è riassunto di quel che ho cercato di dire. La semplicità, la purezza con la purezza sono la Soluzione, la Salvezza.