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domenica 13 novembre 2016

La formazione della persona, con disegni di F. Matticchio.

Un percorso sull'educazione del cittadino e della persona ricco di spunti e di intrecci: dal piano storico a quello filosofico, dall'angolatura pedagogica alla riflessione psicoanalitica.
Di Rosario Grillo.
Immagini di Franco Matticchio.
Franco Matticchio, 
Sonno profondo
Il processo della formazione della persona umana inizia nel nucleo familiare per svilupparsi e maturare dentro la società. Comprende il delicato tema della educazione, che quindi investe la famiglia e la società.
Alla prima è affidato il compito basilare di aiutare il riconoscimento con la presa di coscienza del “sé”, di avviare assieme i prerequisiti per il riconoscimento degli altri.
Alla seconda, il radicamento in progressione della capacità di relazione.
Si è a lungo discusso del potenziamento del sentimento familiare - qui principalmente indagato come amore genitoriale verso la prole - nel corso dei secoli, evidenziando che solo a partire dal secolo XVIII avviene un vero attaccamento materno ai figli. Considerazione che va ristretta solo all’indagine storico-sociale portata avanti. Ipotesi unilaterale, per il resto, smentita attraverso la realtà di un legame ancestrale, direi quasi cosmico, quello di un essere generato verso il generante e reciprocamente, tipici di ogni ordine della natura.
Franco Matticchio, 
Nido
Il “campo” comune dell’operare educativo dovrebbe portare ad una alleanza tra la famiglia e la società.
Alleanza, che talvolta è stata sospinta fino al livello di un’integrale socializzazione delle funzioni educative, con il fine di evitare qualsiasi leggera differenza, instaurando invece una integrale uniformità.
Piuttosto, nel corso del tempo, si è variegato il modo di selezionare l’agenzia sociale deputata al compito pedagogico. Si è passato così dalla figura del precettore privato alle istituzioni culturali preposte a tale ruolo, o per iniziativa privata o per attributo pubblico.
Abbiamo già un esempio di un rapporto problematico tra la famiglia, ferma a certe tradizioni, e l’educatore, nella figura di Socrate, orientata alla rottura delle incrostazioni valoriali. Celebre, a tal proposito, il diverbio rappresentato nelle “Nuvole”, una commedia di Aristofane.
Franco Matticchio, 
Matita
Socrate proponeva uno “svecchiamento”, più o meno sulla via aperta dai Sofisti, ma, diversamente da alcuni Sofisti, attento all’universale etico.
Lo stesso personaggio permette di mettere a fuoco le diversità tra istruzione ed educazione.
La prima corre sul binario del sapere tecnico-nozionistico; la seconda si fregia di una dimensione morale.
Del primo si servirà con una certa facilità l’autorità pubblica, che delegherà alla scuola il compito di preparare la sua rete di funzionari e di modellare le virtù civiche del cittadino.
Nel mondo romano, l’ottica si riduce a questo esclusivo angolo visuale.
Invece, grande merito spetta all’Umanesimo, che rimette al centro dell’attenzione, attraverso il concetto di humanitas, lo sfondo morale.
Franco Matticchio, 
Lettura con vista
La riconquista del codice etico dell’insegnamento, però, non viene più perso di vista, anche se permarrà la dialettica tra i fautori dei due opposti fronti.
Nell’epoca dell’Illuminismo e nell’orizzonte di governo del dispotismo illuminato, viene dato l’input decisivo per approntare un  regolare sistema scolastico, che, nell’Ottocento, per la gran parte dei paesi, approderà al modello pubblico.
La pedagogia, nello stesso tempo, attraverso le riflessioni di Locke, di Rousseau, Pestalozzi ed alcuni romantici, mette in luce l’autonomia del bambino ed i diritti dell’infanzia.
Così, in ispecie nel ramo dell’istruzione elementare, vengono a convergere l’attenzione e l’operato legislativi, che, nel seno del riformismo illuminato e dietro la guida di Maria Teresa d’Austria, con l’ausilio del ministro Falbiger, si concretizza con l’istituzione della scuola elementare pubblica e gratuita. Viene cioè dato il via all’insegnamento pubblico.
Dall’alto dell’autorità centrale, è insistente il fine della formazione del cittadino, preludio di un’epoca che vedrà sempre più allargarsi il campo della cittadinanza, tra diritti ed obblighi.
Franco Matticchio, 
Titolo non conosciuto
Si assottiglia sempre più, del resto, la linea di separazione tra la persona ed il cittadino, fermo restando che il sostrato di partenza è la socialità dell’individuo (uomo = animale politico).
Senza soffermarmi sul percorso che porta al miglioramento della sensibilità degli educatori protesa ad alleviare la ferrea disciplina di un tempo, voglio intervenire più analiticamente sul “quid” educativo.
Il paradigma chiave, nel processo educativo, si ritrova nel conosci te stesso di Socrate, correlato al metodo maieutico: ovvero un impegno autentico alla conoscenza e rispetto assoluto della autonomia della persona.
In esso si ritrova il  baluardo inespugnabile contro i tentativi di plagio e di indottrinamento.
Bisogna, comunque, esplicitare che la via regale di sviluppo della formazione avviene attraverso l’interazione, sulla linea della relazione che comincia nella famiglia e passa alla scuola, per risolversi del tutto nella società (locale, nazionale, cosmopolita).
Franco Matticchio,
Titolo non conosciuto
Relazione-confronto, attraverso il quale ognuno forgia il suo ego spostandosi dall’egocentrismo al riconoscimento fecondo degli altri.
Un cammino che viene confuso con il suo retaggio di libertà, inducendo a confonderla come “onnipotenza libertaria”.
Libertà, ricordiamolo, è sviluppo libero conciliato con il rispetto dell’altrui libertà.
Vi è dentro il senso del limite, intrinseco ad ogni io. Ed è questo il “cimento fatale”, che, iniziato nella famiglia, attraverso il rispetto dei genitori, giunge a maturazione con la scuola, dove è da respingere la richiesta di un accomodamento assembleare. 
Solo se la vita riconosce che non tutto è possibile può fare esistere il desiderio come una possibilità autenticamente generativa... Nella pedagogia falsamente libertaria che oscura il trauma benefico del limite come condizione per il potenziamento del desiderio, l’educazione stessa è diventata un tabù arcaico dal quale liberarsi...
Franco Matticchio, 
Titolo non conosciuto
In realtà questa dismissione del concetto di educazione è un modo con il quale gli adulti tendono a disfarsi del peso della responsabilità di contribuire a formare la vita del figlio... Non si tratta  per i genitori di proporsi come modelli educativi infallibili – niente di peggio per un figlio che avere un padre o una madre che si offrono come misura ideale della vita – ma di fare sentire che esiste sempre un mondo al di là di quello incarnato dall’esistenza del figlio” (Quel che resta della parola di M. Recalcati, ripreso da La Repubblica).

Franco Matticchio, 
Titolo non conosciuto
Ringraziamo l'illustratore e pittore Franco Matticchio per averci autorizzato alla pubblicazione delle immagini di alcuni suoi disegni. In essi è riconoscibile il tratto asciutto e incisivo che lo caratterizza, il contenuto ironico e segreto, lo stile realistico e insieme surreale, il linguaggio semplice nei suoi pur complessi rimandi, il significato sempre e comunque duplice: Spero ogni volta che i miei disegni non si capiscano. Amo l'ambiguità, se una cosa diventa troppo chiara, perde fascino
Consigliamo i seguenti link:
La pagina facebook di Franco Matticchio 
La presentazione della casa editrice Einaudi 
I libri di Franco Matticchio

10 commenti:

  1. Matticchio è bello e toccante - questo mi attrae di un illustratore, ed allestisce i contrari: una sintesi di sognante e di realtà, di fuga e di ritorno, di mentalizzazione stemperata dalla tenerezza - perché così avviciniamo il nostro fermento interno senza troppo spaventarcene.

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    1. Grazie Laura. Questo aspetto dell’opposizione sintetizzata – i contrari che tu hai sottolineato così bene – colpisce molto anche me. Buona giornata, Rossana.

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  2. Abbiamo bisogno di capire che possediamo la meravigliosa grazia di creare.....accrescere ....e far crescere noi stessi .....
    Non dobbiamo dimenticare la nostra venuta al mondo...[img]https://lh5.googleusercontent.com/-4ax9fXFk-lE/WChHqRdn_hI/AAAAAAAAPpU/m5cHTwQUM9QjRl9e7mgp2sh2-k9blJS7wCL0B/s404-no/10384530_521462891314008_2855750275505966923_n.jpg[/img]

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  3. Arricchire il mondo col sorriso infantile.....
    [img]https://lh3.googleusercontent.com/-6z0LGHGPFU8/WChH-taLx9I/AAAAAAAAPpY/GLBS3UidIbU0tbfF5b8KF3o3HTaVgjbHwCL0B/w358-h535-no/FB_IMG_1479031597376.jpg[/img]

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  4. La famiglia soprattutto porti la sua saggezza nella scuola.....
    ...si senta la vera fucina di tutte le scienze..... tra tanti testi si giungera' al discernimento del pro e del contro.....
    Dipinti...disegni....vignette sono anch' essi utili.....sono il nostro ...." SPECCHIO " ....
    [img]https://lh4.googleusercontent.com/-8u1OCmrNw6o/WChKq6TrZVI/AAAAAAAAPqA/8rip-oorDGUzUWC52atSvcTxrcU3eknawCL0B/w545-h503-no/FB_IMG_1479031514042.jpg[/img]

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  5. Grazie del commento e del materiale allegato. Ci serve, appunto, conservare la spontaneità dei bambini! Non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo venuti!

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  6. Se i fiori e tutto cio' che ci circonda potessero avere la grazia di parlare ....insisterebbero col dirci.....sii autentico .. ama te stesso.. educa te stesso ...sii la persona coraggiosa e felice che non disdegna confronti ....giudizi....opinioni....

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  7. Grazie Teresa per la fiducia gioiosa espressa in questi commenti: dal sorriso perfetto dell’infanzia alla creatività che può plasmare ogni giorno, nella tensione verso quel rinnovamento di cui la natura - nella sua bellezza sempre rigenerata - è silenziosa maestra e testimone.

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  8. Mi permetto di segnalare un articolo della prof. Vaglio, rintracciabile su
    nonvolevofarelaprof.blogautore.espresso. Semplice e denso di valore pedagogico.
    Incentrato sul riconoscimento della natura biunivoca, interattiva, de l'atto educativo.
    Non si fanno progressi se non si riconosce che : siamo tutti apprendisti !

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  9. Grazie di aver rispolverato concetti fondamentali, quali, ad esempio, la differenza tra istruzione ed educazione. Importante anche il riconoscimento del senso educativo del limite: “Solo se la vita riconosce che non tutto è possibile può fare esistere il desiderio come una possibilità autenticamente generativa... Nella pedagogia falsamente libertaria che oscura il trauma benefico del limite come condizione per il potenziamento del desiderio, l’educazione stessa è diventata un tabù arcaico dal quale liberarsi..." E' sempre un piacere e un arricchimento leggervi. Buon fine settimana.

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