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giovedì 24 dicembre 2020

Il sogno di Natale.

I nostri auguri di un tempo profondo.

Edward Burne-Jones, Natività, 1888
A tutti gli amici del blog desideriamo rivolgere i nostri auguri, accompagnati da due spunti di riflessione, legati ai video sotto inseriti.

✴️ Il primo riferimento nasce dal racconto di Pirandello Il sogno di Natale. Pubblicato nel 1896, esso risulta ancora attualissimo, capace di interpretare profondamente il dramma del segno religioso nel mondo odierno. 

✱ Da una parte perché l’uomo contemporaneo, in larga misura, non attende l’evento che, per tradizione celebra. Scrive Pirandello: “per quelle vie deserte, mi parve a un tratto d'incontrar Gesù errante in quella stessa notte, in cui il mondo per uso festeggia ancora il suo natale. Egli andava quasi furtivo, pallido, raccolto in sé, con una mano chiusa sul mento e gli occhi profondi e chiari intenti nel vuoto: pareva pieno d'un cordoglio intenso, in preda a una tristezza infinita […].

✱ Dall’altra parte perché la radicalità del messaggio evangelico fatica a trovare spazio in chi pure ha mantenuto saldo il legame con il fondamento teologico. Così si chiude il racconto: “Non sarebbe forse troppo angusta per me l'anima tua, se non fosse ingombra di tante cose, che dovresti buttar via. Otterresti da me cento volte quel che perderai, seguendomi e abbandonando quel che falsamente stimi necessario a te e ai tuoi: questa città, i tuoi sogni, i comodi con cui invano cerchi allettare il tuo stolto soffrire per il mondo... Cerco un'anima, in cui rivivere: potrebbe esser la tua come quella di ogni altro di buona volontà. - La città, Gesù? - io risposi sgomento. - E la casa e i miei cari e i miei sogni? - Otterresti da me cento volte quello che perderai – ripeté Egli levando la mano dal mio petto e guardandomi fisso con quegli occhi profondi e chiari. - Ah! io non posso, Gesù... - feci, dopo un momento di perplessità, vergognoso e avvilito, lasciandomi cader le braccia sulla persona.” 
(Dal “Sogno di Natale” di Luigi Pirandello).

✴️ Il secondo riferimento è invece la testimonianza di una tensione religiosa che resiste al disincanto e custodisce l'anelito al trascendimento. Nel canto Madre io vorrei eseguito dal Coro Magnificat di Barrafranca e suggerito dal blog della cara amica Maria D’Asaro (qui il sito) si percepisce la forza del Mistero che il Natale significa.

A tutti auguriamo di vivere in profondità questo tempo natalizio.

Rossana,  Rosario e Gian Maria.

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10 commenti:

  1. Grazie dello spunto di riflessione e della commovente esecuzione del coro. Auguri sinceri di un Natale pieno di significato.

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    1. Inserisco il canto in italiano:
      [video]https://www.youtube.com/watch?v=FqBHTme-iQA[/video]
      Un caro saluto e buon Natale!

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  2. Come sempre, un post ricco di intensità!!!
    Grazie delle tante occasioni di riflessione che sapete offrirci e auguri di buon Natale a tutti voi!!!

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  3. Su suggerimento di un amico, inserisco "Grazie alla vita":
    [video]https://www.youtube.com/watch?v=_nVcJ8fD0KU[/video]

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  4. Carissimi, è sempre bello leggere e ascoltare quanto pubblicate: riscalda il cuore e suggerisce pensieri belli.. grazie. Anche il dono dell’amicizia fa parte della vita tanto generosa.Tanti auguri e speriamo anche di vederci presto. Un abbraccio Patrizia

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    1. Cara Patrizia, anche le tue parole e soprattutto il dono della vostra amicizia, tua e di Giuseppe, riscaldano il nostro cuore. Anche noi speriamo di rivedervi presto ed incrociare gioiosamente i nostri sguardi gesti silenzi parole, lodando e ringraziando Dio
      Uno e Trino. Un affettuoso saluto natalizio.

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  5. In verità, cara Rossana, tu pensi il rimpianto come un'occasione di ri-lancio impegno per recuperare rimarginare... Curare. Diversamente dal rimorso che provoca crisi : in molti casi di disperazione.
    Il tuo è quindi un benefico ottimismo... opportuno per reagire alla pandemia. Un abbraccio

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