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venerdì 3 febbraio 2023

Il dono reciproco dell'amicizia.

Sulla recente pubblicazione "Sull’amicizia" di E. Borgna (Raffaello Cortina 2022), emerito insigne psichiatra.
Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini della pittrice PetronaViera (Uruguay), vissuta tra il 1895 e il 1960.

PetronaViera, Tempo di gioco
Più volte nel passato abbiamo dedicato (Rossana, Rosario, io) attenzione all’amicizia con variegati spunti di riflessione. Tornare a parlarne - in questo sofferto tempo di più o meno decrescente covid, di crescente povertà, inenarrabili stragi di guerra, implacabili inimicizie, forzate migrazioni dalla fame e da ogni sorta di violenze - è insieme provocazione, invocazione, supplica, grido, anelito di speranza. È bene perciò dar conto della recente pubblicazione Sull’amicizia di E. Borgna (Raffaello Cortina 2022), emerito insigne psichiatra. Mi guardo bene dallo stilare una recensione: solo voglio accogliere in libertà l’invito a continuare a esplorare (e praticare) l’amicizia, lasciando che siano gli esperti - profano quale io sono - ad entrare nel merito delle implicanze legate alla professione medica psichiatrica. (1) È bello insistere, proprio in questo tempo, sull’amicizia, “parola sempre nuova alla quale guardare con attenzione e con stupore, recuperandone la ricchezza umana e gli infiniti orizzonti di senso” (2). Chi ha letto altri saggi di Borgna non si stupisce dei suoi continui riferimenti religiosi, filosofici storici letterari artistici, respiro inequivoco della sua “cultura”: in primis “i testi meravigliosi” di S.Weil, Teresa d’Avila, Rilke, Leopardi, Bonhoeffer, Nietzsche, Dickinson, Pozzi, Musil, Sachs, Poltawska e K.Woityla e tanti altri…(3).

Petrona Viera, Piccola storia
Amicizia: “ha il significato di un dialogo infinito, dialogo del silenzio e della parola, che continua anche quando non ci si vede, non ci si parla, non ci si incontra”. Dialogo che ogni volta che ci si rivede ravviva il linguaggio del silenzio, torna ad essere “linguaggio della parola, dei volti, degli sguardi, delle lacrime”, perché il tempo dell’amicizia non è tempo dell’orologio, ma tempo “interiore non mai slabbrato”. (4)

Le amicizie sono diverse a seconda delle nostre vicende esistenziali: quelle che durano una vita e quelle immature avviate ad inaridirsi, divenire esangui o morire. Ma “il nocciolo di ogni esperienza è l’inesauribile reciprocità” che ci fa rinascere e “in nessuna mai manca ascolto e dialogo accoglienza e solidarietà”. (5) Nell’ambito delle diversità, Borgna riflette poi sulle amicizie della prima età, le amicizie femminili e maschili, alle cui pagine rimando il lettore interessato. (6)

Petrona Viera, Ragazze

Fragile è l’amicizia “esposta alla stanchezza, alla disattenzione, alle incomprensioni, alla noncuranza, alla noia e all’aridità spirituale”. Ma è proprio la sua fragilità, compagna della nostra vita, a renderla “aperta all’accoglienza delle sensibilità ferite, del dolore dell’anima e del corpo, che sono in noi e che l’amicizia risana”. Fragilità: fonte di gioia che ci fa riflettere sulla condizione umana e accompagna lacrime che “ci avvicinano al mistero del vivere e del morire”. Come scrive S.Weil, “l’amicizia non si lascia distaccare dalla realtà più di quanto faccia la bellezza, E’ un miracolo come la bellezza.” (7)

La solitudine nel cuore dell’amicizia. Ancora Weil: “L’amicizia non deve guarire le pene della solitudine ma duplicarne le gioie”. Non solitudine-isolamento che ci allontana dagli altri e spegne la speranza, ma solitudine-raccoglimento, sorgente di meditazione e relazione: esperienza scandita da presenza-assenza-silenzio che aiutano a ripensare noi stessi, a discernere l’essenziale e consentono agli/lle amici/che il reciproco dire e ascoltare la stanchezza e la fatica di vivere.

L’amicizia è memoria di lontane amicizie, balsamo per le ferite dell’anima; è speranza in cui il futuro è dimensione essenziale, “disponibilità ad accogliere subito una richiesta di aiuto e questa (forse) è la qualità essenziale dell’amicizia ferita”: sapere di non essere soli, di poter contare su di una vicinanza interiore, in comunione con l’altro/a. (8)

Petrona Viera, Maschere
Come in ogni relazione, anche nell’amicizia le parole sono “creature viventi” e i gesti il sorriso una lacrima decisivi. In questo nostro tempo alle “parole fredde ed opache, crudeli e indifferenti negate alla trascendenza e immerse nell’immanenza” possiamo opporre “parole gentili sensibili e fragili, l’arcobaleno di speranze inattese che ci aiutano a entrare in relazione con gli altri”. E allora basta scegliere “parole che non siano mai oscure o banali o aride o opache”, accompagnate da tonalità della voce, gesti, sorriso che possono ridonare la luce a una amicizia ferita. (9)

La carezza e la tenerezza nell’amicizia. “L’amicizia si confronta anche con un gesto ambivalente: la carezza, “cauta e timorosa”.“La carezza e la tenerezza che la nutre sono o almeno possono essere il modo in cui entrare in relazione con una paziente o un paziente. L’una e l’altra, la tenerezza e la carezza, hanno in comune la spontaneità e la grazia, il rispetto della libertà e della dignità della persona”. (10)

La pandemia e la guerra ci hanno insegnato che, quando siamo in pericolo, in grande pericolo, ci si salva solo se ci aiutiamo gli uni con gli altri, se siamo capaci di amicizia e di umana solidarietà”.

Dall’Ucraina devastata è sgorgata “dai ghiacciai” dell’indifferenza la fragile amicizia,“ambasciatrice di speranza”.

Petrona Viera, Piccola storia

Il commiato di Borgna è rivolto alla “vita, ogni vita, quella solcata in particolare dal dolore e dalle speranze ferite”. Invito a salvare dall’oblio i valori fondamentali della vita: l’amicizia, la tenerezza, la fragilità, l’attesa e la speranza, la nostalgia di una comunione ideale. Invito a non stancarsi nel guardare alla nostra interiorità, a quelle degli altri, a ricercare ciò che unisce, “nell’amicizia, nella gioia e nella letizia, nelle attese e nelle speranze, ma anche nell’angoscia e nelle notti oscure dell’anima”. (11)

Note.

1.Eugenio Borgna, nato nel 1930, è noto insigne psichiatra. “Come primario di servizi psichiatrici ospedalieri, fin dai primi anni '60 ha adottato metodi di cura che, esorbitando dalla comune prassi clinica, si sono incentrati sul dialogo reciproco e l'ascolto empatico del paziente psichiatrico, non soggetto ad alcuna forma di coercizione, contenzione o imposizione, sperimentando così, per la prima volta in Italia, una nuova maniera di accostarsi alla malattia psichiatrica, più umana, rispettosa e comprensiva del dolore del paziente”. (Wikipedia)
2.pa, 9
3.Per Borgna il problema del significato della cultura è il problema dell’uomo, al di là di ogni spazio e tempo. La cultura può impedire agli uomini di accanirsi l’uno contro l’altro e combattere i loro simili fino all’annientamento. Cultura intesa come legame sociale, come ospitalità reciproca, capace di accogliere tutti in una comunità in cui ciascuno s’impegna a includere gli altri. La decisione in merito al significato da attribuire alla cultura non è mai asettica neutrale, è sempre “respiro”, “conversazione di umanità” e dei “sentimenti che creano la comunità”, come ci ricorda SOFOCLE nell’Antigone.
4. pp. 14-15.
5. pp. 16 e 77.
6.pp.31-50.
7.cfr pp. 17 e 19-23.
8.cfr pp. 78-84.
9. cfr pp. 58-61.
10. p.64. Da meditare il rapporto tra amicizia e follia “bisognosa sempre di attenzione e di ideale amicizia” (p.9).L’amicizia fra chi cura ed è curato: “possibile dimensione di una psichiatria che non abbia paura di confrontarsi con tematiche lontane da quelle cliniche” (p. 13).
11, cfr. pp. 76-77 e 104-105.
 
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6 commenti:

  1. Buona giornata amico, buona vita! Nella latitudine vasta di questo messaggio ( lungo come messaggio, ma la definizione post è assai limitante), ritaglio il valore che la tua fraterna amicizia ha avuto per me e ne do conferma pratica.
    Borgna è un “signore” ( così raccolgo in una parola di alto lignaggio la sua bravura e la sua sensibilità).
    Dell’amicizia si parla sempre e con gli autori classici conosciamo la sua pregnanza. Non si usura mai però e, quando avviene, ha il tocco della grazia.
    Ti ringrazio, caro Gian Maria e ti abbraccio con sempre nuova amicizia

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    1. Grazie , caro amico Rosario e anch'io "ti abbraccio con sempre nuova amicizia".

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  2. Carissimo amico mio, grazie!
    L'amicizia è un legame profondo che rinfranca il cuore e "lo mette in sicurezza", come la corda di un'arrampicata. Anche se distanti, il ricordo dell'amico lo rende vicino rivivendo le cose condivise e imparate insieme.
    Mi sento onorata di averti e avervi conosciuto e di esservi amica. Buona giornata

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    1. Carissimi Patrizia e Giuseppe, stiamo continuando - hai ragione - ad arrampicarci in cordata, sicuri del reciproco aiuto, (comprensione, sostegno nelle tre virtù teologali, perdono , preghiera ...) e, ovviamente, nel sentirci tutti "onorati" di esserci conosciuti, di conoscerci ed essere amici. A presto.

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  3. Grazie x la vostra bella e costtuttiva amicizia. A volte quelle concrete sono deludenti.

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  4. L'amicizia è sorella e figlia della speranza. La auguro a tutti ed a Lei in particolare, con cordiale simpatia.

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