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venerdì 23 agosto 2024

Scuola di libertà.

Post di Rossana Rolando
Immagini di Patrik Svensson (qui il sito instagram)
 
Patrik Svensson, Donna che danza
Il tema. In ogni ambito, come tutti ben sappiamo, la motivazione fa la differenza, andando a qualificare l’operare di ciascuno in un senso o nell’altro. Esistono motivi diversi – buoni, cattivi, giusti, sbagliati – per agire. La stessa professione, quella del medico per esempio, può essere svolta al fine precipuo di guadagnare soldi oppure può caricarsi specificamente di un forte valore vocazionale ed ideale. In ogni caso, quando la motivazione - di qualunque segno sia - si affievolisce, subentra la negligenza sonnacchiosa che tutto ingrigisce.
 
Perché lo faccio? Lo spazio dato alla motivazione è tanto più rilevante tra i banchi di scuola, in un’età delicata e complessa, com’è quella della giovinezza. Spesso risultati scolastici deludenti non dipendono da capacità, intelligenza, propensione, quanto piuttosto dalla motivazione che manca. Di lì il famoso “non si impegna”, “è svogliato/a”, “non studia abbastanza”. Il problema è capire cosa può accendere il desiderio. Per ciò che si ama, infatti, – uno sport, uno strumento musicale, un hobby … - si mettono in conto grandi fatiche. Curare la motivazione significa introdurre uno scopo, un oggetto d’amore capace di rispondere al perché di tanti sforzi. Questo permette di superare ostacoli e frustrazioni, rimettendo le cose al giusto posto, delimitando il peso esagerato di false istanze, alla lunga deboli, sgretolate dalla prima difficoltà o sconfitta.

lunedì 19 agosto 2024

Sul supposto ininsegnabile.

Post di Rosario Grillo
Immagini generate da DALL-E  (Intelligenza Artificiale)
 
Robot che disegna (generato da DALL_E)
Dacché lo Stato si è assunto l’onere dell’istruzione pubblica (1) - gli storici puntano verso il XVIII secolo - viene ad essere sotto osservazione generale l’attenzione “interessata” che il potere, sia esso monarchico o repubblicano, gli ha riservato. Al suo interno, votato al mantenimento dell’ordine ed alla trasmissione del costume, un ruolo andrebbe al pungolo critico degli intellettuali, nemici della “muffa stagnante” e agitatori del rimescolamento, in cerca della necessaria innovazione.
Una figura, l’intellettuale, purtroppo in via di estinzione, quando, per altro verso, più forte si fa la pressione del potere, moltiplicato ed esteso ad arco globale, con il fine di subordinare ai propri fini l’universo della “formazione”.
Basta richiamare l’Intelligenza Artificiale, per intendere; è incontestabile, d’altronde, la tendenza attuale dei sistemi scolastici, pilotata all’uniformismo.
Il nostro blog, su questo tema è tornato tante volte.
Mi limito ad aggiungere qualche considerazione, sollecitato dalla convergenza di due appunti. Il primo proviene dall’opera di G. Cambiano (2), che chiude la sua rassegna soffermandosi a lungo su Nietzsche. Il secondo è ricavato da un breve scritto di C. Zaltieri (3), trovato su internet.

lunedì 12 agosto 2024

Ferragosto 2024. Auguri scomodi.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini di Elena Griscioli (qui il sito)

Intorno a noi
Elena Griscioli, Ti vedo
Con titubanza, consapevole della responsabilità che mi assumo, riparlo di responsabilità in questi giorni vacanzieri d
i ferragosto, accompagnati dai meravigliosi successi italiani delle Olimpiadi (di ieri la stupenda Pallavolo femminile!), ma anche  segnati da guerre insensate (Ucraina!), da massacri orribili (Gaza!), dal rischio nucleare, da speculazioni vergognose di inverecondi profittatori, di contro a maree di sofferenti (bambini, donne, anziani, migranti…), pur nella costante presenza ovunque - anche se invisibile - di sorprendenti generosità collettive e individuali.
 
Responsabilità
Il destino di ogni parola “forte” come responsabilità è fatalmente legato all’amore per essa in base a ciò che davvero siamo e pratichiamo. Non farò perciò discorsi sconvenienti, semplicemente intendo discorrere della mia tua vostra nostra responsabilità, quella che ci coinvolge ogni giorno su tutti i fronti, che ci impegna e ci ha impegnato nelle scelte di vita decisive e nella vita quotidiana: quella che la coscienza di ognuno/a di noi liberamente assume perché cittadino/a del mondo, persona in relazione con altre persone vicine e lontane sia nello spazio sia nel tempo, legate dalla comune humanitas, indipendentemente da etnia età condizione scelta religiosa o politica.
In questi giorni il mio augurio è che un sano otium vacanziero ci aiuti a pensare, provando a scavare  nella responsabilità: dal verbo lat. respondeo (mi impegno a rispondere a qualcuno e a me stesso  delle mie  azioni e delle loro conseguenze) e dal participio passato respònsus composto di re-spondere: promettere solennemente (da cui sposo-sposa!), garantire assicurare (il suffisso-bile responsa-bile indica questa prerogativa).

domenica 4 agosto 2024

Felicità possibile

Post di Rossana Rolando
Immagini e video di Norman Sgrò (qui il sito)
 
Quid faciat laetas segetes…hinc canere incipiam
Che cosa renda feconde [liete, felici] le messi…da qui comincerò a cantare
(Virgilio, Georgiche, 1,1).
 
Norman Sgrò, Plus ultra
💥Socrate e il maiale
Parlando della felicità, nel vago senso che ciascuno può dare a questo termine, prima di una riflessione articolata e argomentata, ci si può chiedere anzitutto se essere felici sia davvero lo scopo dell’esistenza o se la serietà del vivere non chiami a compiti ben più alti che non garantiscono affatto la felicità individuale. Così pensa Kant il quale esclude l’utilità personale come movente del retto agire (pur non negando l’aspirazione alla felicità come conseguenza possibile della virtù), così ragiona, d’altra parte, un utilitarista come J. Stuart Mill che - in polemica con una certa identificazione di felicità e piacere - ritiene sia meglio “essere un uomo insoddisfatto piuttosto che un maiale soddisfatto, essere un Socrate infelice piuttosto che uno stupido felice. E se lo stupido o il maiale sono di diversa opinione, è perché conoscono solo un lato della questione”.