Auguri che danno disturbo, scomodi (diceva don Tonino Bello).
Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini di Elena Griscioli (qui il sito)
Intorno a noi
Elena Griscioli, Ti vedo |
Responsabilità
Il destino di ogni parola “forte” come responsabilità è fatalmente legato all’amore per essa in base a ciò che davvero siamo e pratichiamo. Non farò perciò discorsi sconvenienti, semplicemente intendo discorrere della mia tua vostra nostra responsabilità, quella che ci coinvolge ogni giorno su tutti i fronti, che ci impegna e ci ha impegnato nelle scelte di vita decisive e nella vita quotidiana: quella che la coscienza di ognuno/a di noi liberamente assume perché cittadino/a del mondo, persona in relazione con altre persone vicine e lontane sia nello spazio sia nel tempo, legate dalla comune humanitas, indipendentemente da etnia età condizione scelta religiosa o politica.
In questi giorni il mio augurio è che un sano otium vacanziero ci aiuti a pensare, provando a scavare nella responsabilità: dal verbo lat. respondeo (mi impegno a rispondere a qualcuno e a me stesso delle mie azioni e delle loro conseguenze) e dal participio passato respònsus composto di re-spondere: promettere solennemente (da cui sposo-sposa!), garantire assicurare (il suffisso-bile responsa-bile indica questa prerogativa).
Ispirato a una foto di Camilo Diaz, Squadra di rugby |
Secondo significato: promessa sottesa, alla base della responsabilità, contraddistinta - cito Ricoeur - da struttura triangolare: “io e gli altri dobbiamo essere responsabili” - “gli altri lo possono esigere da me ed io da loro” - “è necessario mantenere le proprie responsabilità per aumentare la fiducia della propria comunità”. La responsabilità non è più affare privato, trascende la sfera privata, è segnale di autentica comunità umana nella “dimensione fiduciaria”. Allora capisco perché per Lévinas: è impossibile sottrarsi alla responsabilità in quanto viene prima della libertà. Per Buber la libertà senza assunzione di responsabilità è una patetica farsa.
Indifferenza
Sto pensando... e mi sovviene il card. Martini “Mi ha colpito una frase molto bella di Norberto Bobbio, il quale - come non credente - dice: “La differenza rilevante per me non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti; ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono.” E aggiunge (osservazione un po' amara, forse troppo pessimistica): “La specie degli indifferenti, che è di gran lunga la più numerosa, si trova tanto fra i credenti quanto fra i non credenti” (Carlo Maria Martini, Cattedra dei non credenti, Rusconi, Mi, 1992, p.120).
Ispirato a F. Bacon, Immobili |
Schierarsi
Ma dove collocarmi alle soglie degli 80 anni in questi giorni ferragostani e, con quali frequentazioni? Non certo con opportunisti senza pudore, indifferenti o cinici, estranei a pensare e vedere. Mi va di continuare a dialogare con l’umile schiera dei “pensanti credenti e non credenti, persone che vogliono riflettere e ascoltare”, esercitare insieme l’inquieto gusto della ricerca, praticare l’incondizionato rispetto di ogni donna ed uomo, rifiutare ogni forma di impudicizia oggi imperante in comportamenti ed atteggiamenti disparati: turpiloquio, violenza verbale dei social, inverecondia parolaia che prelude a ben altre violenze, brutalità impudente che irride l'avversario, strisciante soperchieria della manipolazione mentale tramite il frastuono di slogan menzogneri e il rumore di orchestrate manifestazioni.
Impudicizia: mancanza di pudore, sfacciataggine che dice tutto ed il contrario di tutto, vive la convertibilità degli opposti, dissolve le persone da ogni responsabilità e riflessione riducendole a zombi clonati, detesta chi persuade attraverso la ragione, deride la forza dell'educazione, considera infamante l'accoglienza, cedimento l’ascolto e rispetto dell'altro.
Elena Griscioli, Sognare ad occhi aperti |
L'augurio
Anche in questi giorni schiere di pensanti spargono e spargeranno semi di speranza, li condivideranno con chi incontrano e il loro fiorire lenirà i grumi di dolore che segnano i volti di tanti uomini donne bambini anziani, vicini e lontani.
A tutti BUON FERRAGOSTO intriso del gusto di pensare, di appassionato pudore e fraterna prossimità, di gioia familiare e amicale, di meraviglia del creato al mare ai laghi ai monti, ovunque.
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Auguri anche a voi, nello forma scomoda che condividiamo! In verità, il ferragosto non è una festa che prediligo ( togliendo qualsiasi riferimento alla Vergine Santa ): la ragione si trova nella situazione temporale ( clou dell’estate rovente, max schiamazzo al fine della massima spensieratezza che sconfina nell’abbrutimento). Ecco che tu Gian Maria, inchiodi alla responsabilità, con tanto di corredo etimologico! Quel che ci circonda non promette bene, anzi ci mette sempre più in crisi. Custodi della Speranza, però, invitiamo al Bene Comune. ✨☮️🤗Rosario
RispondiEliminaAlla rivoluzione spirituale di papa Francesco umilmente con mia moglie, con te, caro Rosario, e gli amici più cari mi accodo. Con i nostri errori, debolezze, contraddizioni ci uniamo alla moltitudine di uomini e donne che hanno il coraggio - proprio in questi giorni - di continuare a cercare, credere, sperare, amare, ascoltare il mistero dell’esistenza e della trascendenza (il 15/8 Festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria!),
RispondiEliminariconoscendoci nell’altro e scoprendo l’altro in noi, insieme alle "virtù dell'infanzia": speranza, stupore, gioia, poesia, gratuità... E si prega.