Commento alla poesia di J.L.Borges "Fine d'anno", contenuta nella raccolta "Fervore di Buenos Aires" del 1923.
Post di Rossana Rolando
Monica Pennazzi, Respiro |
Né la minuzia simbolica
di sostituire un tre con un due
né quella metafora inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
né
il compimento di un processo astronomico
sconcertano
e scavano
l’altopiano
di questa notte
e ci obbligano ad attendere
i dodici irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
i dodici irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che
malgrado gli infiniti azzardi,
che
malgrado siamo
le
gocce del fiume di Eraclito
perduri
qualcosa di noi:
immobile.
immobile.
💠L’intestazione. E’ già abbastanza
indicativo il titolo del componimento: l’attenzione non si focalizza sull’anno nuovo,
come nella più nota letteratura o nel comune sentire, ma sull’anno che finisce.
La scelta quindi riguarda il passato e non il futuro – in cui si proiettano
speranze, attese, desideri (spesso del tutto vani, come ci ricorda il venditore
di almanacchi di Leopardi) e su cui poggiano le euforiche feste di capodanno.
💠Gli irreparabili rintocchi.
I fatidici dodici battiti dell'orologio arrivano, non si possono fermare né spostare. E noi li attendiamo, in una notte
che da essi è suddivisa (“scavano”) e resa in-quieta (“sconcertano”). Perché
attendiamo? L’aggiunta di un numero al computo degli anni è una minuzia… la
metafora del capodanno raccolta nell’ultimo istante che muore e nel primo che
sorge è futile... il compimento astronomico è insignificante. Che cosa ci obbliga
ad attendere? Cosa è degno di essere atteso?
Monica Pennazzi, L'energia del segno |
Nel componimento “Fine d’anno” il tempo
si personifica, è la successione degli anni di ciascuno, l’esistenza stessa di
ognuno: “Il tempo è la sostanza di cui sono fatto. Il tempo è un fiume che mi
trascina, ma io sono il fiume; è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre;
è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco”². E il richiamo ad Eraclito è esplicito,
come in un’altra poesia che, del filosofo di Efeso, porta il titolo: “Il fiume mi
rapisce, io sono il fiume. Di labile materia fui costrutto, di misterioso
tempo”³.
💠Lo stupore del perdurare. La conclusione
è sorprendente e sapiente. La vera causa dell’attesa, l’autentico sconcerto
dinanzi alla scansione temporale non derivano tanto dal nuovo che verrà e non conosciamo
ancora, ma da quello che ri-mane in noi e di noi ri-conosciamo. Nonostante i
mille azzardi del caso, gli infiniti
giochi del destino, malgrado il fluire che tutto trascina e il nostro stesso inesorabile divenire… quel che meraviglia è che qualcosa di noi perduri “immobile” nel mutare. Il permanere di un sentimento, il protrarsi di un’amicizia, il
persistere di un impegno, il continuare del nostro essere: questo è il vero
miracolo del tempo. Se tutto passa, irreparabile – come quei dodici rintocchi
che attendiamo – il mistero non consiste nel passare e nello scomparire, ma nel
rimanere e nel non finire.
Straordinario ribaltamento di
prospettiva: una dichiarazione d’amore per la vita che Borges ci consegna e ci
affida per l’anno che in ciascuno di noi - mentre finisce - perdura.
Monica Pennazzi, Ubisumus |
1. Fine d'anno è contenuta nella raccolta Fervore di Buenos Aires (1923), in J.L.Borges, Tutte le opere, Mondadori, Milano 1984, vol. I, p. 39.
2. Nuova confutazione del tempo, contenuta in Altre inquisizioni (1952), in J.L.Borges, Tutte le opere, cit., vol. I, p. 1089.
3. Eraclito, contenuta in Elogio dell'ombra (1969), in J.L.Borges, Tutte le opere, Mondadori, Milano 1985, vol.II, p. 265.
Una fusione perfetta di “quadrure “ ( quadri-sculture) poesia ed esegesi. Rossana si supera di volta in volta e porge con grazia ed acuta Annalisa, in composta partitura, le felici immagini di Borges.
RispondiEliminaIl Tempo è in noi, noi siamo il tempo ed è Dio che c’è lo ha donato.
Come si diceva , anche prima, ha mille risvolti, in molti casi tragici e dolorosi, ma è la Nostra Misura!
Scusa Rossana ma il correttore mi combina sempre le sue e quindi errata corrige: analisi per Annalisa; ce per c’ è
RispondiElimina🙏💫🕊👋
Grazie Rosario per il tuo calore e la tua amicizia: sei sempre molto caro. Un buon anno a te e a Liliana, con tutto il cuore, da parte mia e di Gian Maria.
EliminaMeraviglioso scritto. Grazie.
RispondiEliminaGrazie per il gradito apprezzamento! Buon anno!
EliminaGrazie! Buon anno.
RispondiEliminaRicambiamo l'augurio. Buon anno!
EliminaBen scelto.
RispondiEliminaSì, J.L. Borges è un grande compagno di viaggio... Auguri!
RispondiEliminaComplimenti per la capacità di unire riflessione teorica e immagini, in una musica sempre nuova, ricca e gradevole. Buon 2018!
RispondiEliminaGrazie per le parole gentili. Ricambiamo gli auguri di cuore.
EliminaUn saluto e un augurio, in questo tempo nuovo.
RispondiEliminaLe auguriamo, con tutto il cuore, che questo "tempo nuovo" sia veramente ricco di gioia, di affetti, di stupore e di solidale partecipazione alle vicende travagliate del mondo.
EliminaUn augurio importante, professore, davvero "tanta roba'! E l'accolgo come un dono, prima fioritura, in questo tempo nuovo, che ci ci vuole presenti nel mondo e migliori da ieri...
EliminaGrazie. E' dono davvero prezioso questa riflessione. Ne traggo un invito alla fedeltà alla vita e ai legami che ho stretto con le persone a cui voglio bene e che nutrono sapientemente la mia vita e anche alla speranza che porta in sè il tempo nuovo che arriva. Grazie di cuore
RispondiEliminaCiao Patrizia! Ancora buon anno, proprio nel senso da te indicato. Un caro saluto a te e a Giuseppe.
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