Commento alla poesia "Giovanni I, 14" di J.L.Borges.
Post di Rossana RolandoImmagini delle opere di Simone Martini (1285-1344).
Giovanni I, 14¹.
Non
sarà questa pagina enigma minore
di
quelle dei Miei libri sacri
e
delle altre che ripetono
le
bocche inconsapevoli,
credendole
d’un uomo, non già specchi
oscuri
dello Spirito.
Simone Martini, Frontespizio del commento di Servio a Virgilio, (Miniatura) |
La
pagina, di cui si parla all’inizio, potrebbe essere quella richiamata nel
titolo, Giovanni I, versetto 14: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità”. Ma (la pagina) potrebbe anche essere la stessa del
componimento di Borges, in cui si immagina Gesù che narra il proprio cammino
tra gli uomini.
E’
comunque un racconto enigmatico, che le bocche inconsapevoli ripetono senza
scorgervi l’eccesso in esso contenuto, il sovrappiù che non proviene
dall’uomo, ma dallo Spirito. Il Mistero di Dio può rivelarsi soltanto in una
forma oscura, rendendosi visibile all’occhio debole dell’uomo “per speculum et
in aenigmate” (1 Corinzi, 13,12).
Io
che sono l’È, il Fu e il Sarà
Accondiscendo
ancora al linguaggio
Che
è tempo successivo e simbolo.
L’enigma
del Natale è l’Eterno che si fa linguaggio, entrando nel tempo della
narrazione, nella successione del prima e del poi. L’Altissimo si consegna alle
parole, “accondiscende” ad esse, quindi si abbassa e si racchiude in quei poveri
segni che non riescono a contenerlo, ma possono soltanto rimandare a Lui come
simboli.
Chi giuoca con un bimbo giuoca con ciò che è
prossimo
e misterioso;
io
volli giocare coi Miei figli.
Stetti
fra loro con stupore e tenerezza.
Per
opera di un incantesimo
nacqui
stranamente da un ventre.
Vissi
stregato, prigioniero di un corpo
e
di un’umile anima.
Simone Martini, Angelo annunciante (Polittico Portatile Orsini) |
Conobbi
la memoria,
moneta
che non è mai la medesima.
Il
timore conobbi e la speranza,
questi
due volti del dubbio futuro.
Ed
appresi la veglia, il sonno, i sogni,
l’ignoranza,
la carne,
i
tardi labirinti della mente,
l’amicizia
degli uomini,
la
misteriosa devozione dei cani.
🌟Il
secondo simbolo della narrazione è l’abitare di Dio nel tempo, uomo con gli
uomini e con tutti gli altri esseri viventi. Gesù vive la temporalità di cui è intessuta
l’esistenza. Conosce la memoria del passato, come durata e identità; sperimenta
il dubbio del futuro, quale impasto di timore e speranza. Conosce i ritmi dei
giorni (“la veglie e il sonno”), le altezze e gli abissi (“i labirinti della
mente”), le profondità, le mancanze, i turbamenti… e sperimenta le dimensioni
belle del vivere, come sono l’amicizia degli uomini e la fedeltà dei cani.
Fui
amato, compreso, esaltato e sospeso a una croce.
Bevvi
il calice fino alla feccia.
Simone Martini, Annunciazione |
Gli
occhi Miei videro quel che ignoravano:
la
notte e le sue stelle.
Conobbi
ciò ch’è terso, ciò ch’è arido, quanto è dispari o scabro,
il
sapore del miele e della mela
e
l’acqua nella gola della sete,
il
peso d’un metallo sul palmo,
la
voce umana, il suono dei passi sopra l’erba,
l’odore
della pioggia in Galilea,
l’alto
grido degli uccelli.
Conobbi
l’amarezza.
Simone Martini, Investitura di San Martino, dettaglio |
Su
tutto un afflato lirico che avvolge ogni aspetto della terra (“la notte e le
stelle, il grido degli uccelli, la voce umana, la pioggia in Galilea…”).
Ho
affidato quanto è da scrivere a un uomo qualsiasi;
non
sarà mai quello che voglio dire,
sarà
almeno la sua eco.
Dalla
mia eternità cadono segni
Altri,
non questi ch’è il suo amanuense, scriva l’opera.
🌟Il quinto simbolo è l’eco.
Si
ritorna qui alla limitatezza del linguaggio umano. L’uomo qualsiasi potrebbe
essere il profeta della Scrittura, ma anche lo stesso poeta Borges che elabora
la sua pagina. In entrambi i casi
l’amanuense sarà solo l’eco del Verbo.
L’Enigma
non può essere detto in un sol modo e non si esaurisce nelle Scritture o in un
ispirato componimento. “Dalla mia eternità cadono segni”: quindi molte sono le
vie per raccontare Dio e giungere a Lui.
Domani
sarò tigre fra le tigri
e
dirò la mia legge nella selva,
o
un grande albero in Asia.
Ricordo
a volte e rimpiango l’odore
di
quella bottega di falegname.
Simone Martini, Deposizione dalla croce (Polittico Portatile Orsini) |
Il
ricordo dolce e la nostalgia dell’odore di quella bottega di falegname chiudono
- nella poesia - la vicenda, altissima e umanissima, di Dio tra gli uomini.
Note.
1. Giovanni I, 14, contenuta in Elogio dell'ombra, Mondadori, Milano 1985, vol. II, pp. 261-262.
2. Massimo Cacciari, Generare Dio, Il Mulino, Bologna 2017, p. 19.
3. L'altra tigre, contenuta nella raccolta L'artefice, Mondadori, Milano 1984, vol. I, p. 1207.
2. Massimo Cacciari, Generare Dio, Il Mulino, Bologna 2017, p. 19.
3. L'altra tigre, contenuta nella raccolta L'artefice, Mondadori, Milano 1984, vol. I, p. 1207.
Brava Rossana. Bell'articolo.
RispondiEliminaGrazie di cuore Marco! Buona giornata.
Eliminagrazie per questo BELLISSIMO articolo
EliminaGentile Roberta, grazie per l'apprezzamento davvero molto gradito.
EliminaGrazie per il gradito apprezzamento. Buona giornata.
RispondiEliminaÈ la conferma della tua sensibilità, forgiata da costante ricerca, dotata di aerea libertà. Vedo che cominci a mettere a frutto il libro di Cacciari, Generare Dio. Presto vedremo la tua recensione. 🎄🍀
RispondiEliminaGrazie Rosario, trovo J.L. Borges (la sua vasta opera poetica e, direi anche, filosofica) una miniera di idee, prospettive, itinerari... labirintici e molto stimolanti. Un caro abbraccio a te e Liliana.
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