La ricchezza dei gesti è espressione esteriore di moti interiori: emozioni, affetti e passioni...è segno di prossimità e gratuità...
Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti di Egon Schiele (pittore austriaco vissuto tra il 1890 e il 1918).
Egon Schiele, Donna che danza |
La gesticolazione è, in gran parte, tipica
dell’essere umano e si connette alle capacità comunicative. Più facile che con
il gesto si comunichi un’emozione. Quindi, va ricondotto al lato
affettivo, prendendo atto di ciò che è implicito negli affetti (come
dice l’etimologia: da afficio, con
aspetti di registrazione in interno di quanto proviene dall’esterno).
Egon Schiele, Ritratto di Arthur Rössler |
In misura maggiore di Platone, fu
Aristotele a comprendere il fronte terreno dell’agire umano, riconoscendo la
potenzialità ambivalente delle passioni. Dando, così, inizio ad una tradizione
che troverà accoglienza nel Rinascimento ed arriverà a Spinoza.
(Chiedo scusa, ma devo chiarire che ciò
non contraddice un generale assetto neoplatonico della filosofia spinoziana).
Spinoza, da immanentista, studiò la
possibilità di trasformare le passioni in affetti (per meglio
dire: gli affetti in azioni) (1), nell’orizzonte di un intelligere
panico che culmina nell’amore intellettuale di Dio. Il suo intimo
significato è l’uscita dall’egoità e l’ingresso nella cosmicità.
Egon Schiele, Donna con nipote |
In aggiunta, noi mediterranei siamo
tacciati di un abuso della gesticolazione. Si può riconoscere in ciò un animo
emotivo, più partecipe? Ritengo di sì.
Ma, ragionando sulla linea antropica, con
naturalezza, al gesto si deve riconoscere lo speciale dono della prossimità.
Per suo tramite, portiamo a compimento la consapevolezza dell’alterità,
l’amore per gli altri, l’atto di carità.
Il gesto, mi piace sottolineare, ha
in sé la gratuità (si noti relazione con Grazia), ha una sublime
qualità poetica.
Per
poterne trovare esempio ricorro al soffio con cui Dio creò Adamo. Alla
risposta di Maria all’Annunciazione... e poi lascio a celebri dipinti di
rappresentarlo.
Più nello specifico, c’è uno speciale carisma
delle mani, magico o divino, secondo i punti di vista, linea di
continuità tra Oriente ed Occidente, come rigorosamente esplorato dalla sintesi
in visione qui.
E la poesia? Risponde all’unisono alla
predisposizione.
Dall’insieme scelgo due diversi interpreti:
la poetessa Alda Merini e Rainer Maria Rilke, noncurante di una differenza di
stile e di sostanza tra i due.
Egon Schiele, Il poeta |
Il secondo, compassato nella sua
classicità, è un mostro di emozioni interiori, che racchiudono il
segreto dell’appartenenza alla Natura: il gesto, per lui, è tramite di
manifestazione, epifania (3).
Concludo facendo notare che il gesto
connota la nostra relazione allo Spazio. Rispecchia così il nostro lato
fisico, spaziale. Indisgiungibile, come quello temporale, dal nostro
essere.
Note.
1. Remo Bodei, intervista su Spinoza Le passioni di Spinoza su www.filosofia.rai.it.
2. Qui le più belle frasi di Alda Merini.
3. Sonetti a Orfeo. Parte seconda XIII. Sii oltre ogni addio, come se fosse già dietro di te – come l’inverno che appunto se ne va. Perché tra i tanti inverni c’è un inverno talmente infinito che, se il tuo cuore lo sverna, allora sopporta ogni cosa. Sii sempre morto in Euridice – innalzati cantando e, nella pura relazione, ridiscendi celebrando! Qui tra quelli che svaniscono, nel regno del declino, sii risonante cristallo che già nel suono s’è infranto. Sii – e insieme sappi la condizione del non-essere, fondamento interminato della tua interna oscillazione –che tu possa compierla appieno, quest’unica volta. Alle risorse già usate, come a quelle oscure e mute della natura ricolma, alle somme indicibili, aggiungi con gioia te stesso, pareggia il conto! Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Montreux, 29 dicembre 1926) Ritorna primavera. E la terra è come un bimbo che sa poesie a memoria ma tante tante… E per la gran fatica dell’imparare, ha un premio….Rainer Maria Rilke, Praga, 4 12 1875 – Montreux, 29 12 1926 da “Sonetti a Orfeo” (I.21)
4. LINGUAGGI. Il sole ci parla con la luce, il fiore col profumo e col colore, con nubi, neve e pioggia parla l'aria. Vive nel segreto del mondo un impulso inestinguibile, a violare il mutismo delle cose, a esprimere il segreto dell'essere in parole, gesti, suoni e colori. Qui sgorga la fonte delle arti, il mondo cerca la parola, la rivelazione, lo spirito, e chiara annuncia da labbra umane eterna esperienza. Ogni vita desidera un linguaggio, con parole e numeri colori linee suoni scongiura la nostra ottusa morte e costruisce del senso un trono sempre più alto [...] (Herman Hesse).
Egon Sciele, Donna seduta con la testa china |
2. Qui le più belle frasi di Alda Merini.
3. Sonetti a Orfeo. Parte seconda XIII. Sii oltre ogni addio, come se fosse già dietro di te – come l’inverno che appunto se ne va. Perché tra i tanti inverni c’è un inverno talmente infinito che, se il tuo cuore lo sverna, allora sopporta ogni cosa. Sii sempre morto in Euridice – innalzati cantando e, nella pura relazione, ridiscendi celebrando! Qui tra quelli che svaniscono, nel regno del declino, sii risonante cristallo che già nel suono s’è infranto. Sii – e insieme sappi la condizione del non-essere, fondamento interminato della tua interna oscillazione –che tu possa compierla appieno, quest’unica volta. Alle risorse già usate, come a quelle oscure e mute della natura ricolma, alle somme indicibili, aggiungi con gioia te stesso, pareggia il conto! Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Montreux, 29 dicembre 1926) Ritorna primavera. E la terra è come un bimbo che sa poesie a memoria ma tante tante… E per la gran fatica dell’imparare, ha un premio….Rainer Maria Rilke, Praga, 4 12 1875 – Montreux, 29 12 1926 da “Sonetti a Orfeo” (I.21)
4. LINGUAGGI. Il sole ci parla con la luce, il fiore col profumo e col colore, con nubi, neve e pioggia parla l'aria. Vive nel segreto del mondo un impulso inestinguibile, a violare il mutismo delle cose, a esprimere il segreto dell'essere in parole, gesti, suoni e colori. Qui sgorga la fonte delle arti, il mondo cerca la parola, la rivelazione, lo spirito, e chiara annuncia da labbra umane eterna esperienza. Ogni vita desidera un linguaggio, con parole e numeri colori linee suoni scongiura la nostra ottusa morte e costruisce del senso un trono sempre più alto [...] (Herman Hesse).
Caro Rosario, approfittando del fatto che, per ora, la rete pare funzionare, commento brevemente il taglio filosofico da te proposto sul “gesto e gesti”. A me pare monito a non perdersi nella solitudine virtuale ed a guardare l’insidia che le connessioni digitali nascondono: l’espulsione del gesto, cioè della relazione di prossimità e di alterità che il gesto esprime e significa (nella sua varietà che raccoglie mille sentimenti, emozioni affetti anche tra loro contradditori), trincea per non perdersi nella “solitudine del cittadino globale”. Nella vita familiare, interpersonale, sociale e professionale di ognuno di noi il gesto – quello autentico, non quello cinicamente studiato da persuasori occulti per il nostro ossessivo liquido consumo di tutto, connessioni comprese – è garanzia della nostra umanità fatta di propositi, disponibilità, attese, atteggiamenti, sguardi, posture che parlano un ineludibile linguaggio non verbale. Al bivio di ogni giorno ci tocca decidere quale strada gestuale praticare, ancor prima delle parole: quella tranquillante dell’indifferenza oppure la via inquieta di gesti inauditi che mi fa prossimo all’altro, una via per “l’inizio della saggezza” .
RispondiEliminaInnanzitutto un grazie immenso per la pubblicazione, che so avvenuta tra mille difficoltà e quindi un grazie per il tuo sollecitante commento.
RispondiEliminaOvviamente mi trovi in accordo sul significato del gesto. La pluralità è solamente legata alla quantità. La qualità è una e rientra nel verbo dell’Amore. Gli altri, pseudogesti, accattivanti e meno liberi, sono gesti tribunizi.
Grazie della condivisione, molto ricco di spunti di riflessione.
RispondiEliminaBuona giornata
Raggiunto l’intento. Molte grazie 🙏
EliminaBellissimo!
RispondiEliminaOnorato, grazie 😊
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