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giovedì 5 dicembre 2019

5 dicembre, giornata mondiale del volontariato.

Il volontariato come scelta, disposizione e cultura.
Post di Gian Maria Zavattaro.

Sono uno Scout,
adoro viaggiare, amo la strada,
mi piace sentirmi una persona nel mondo
in grado di camminare
e mettersi a disposizione degli altri
(Gianpaolo Longhi, vincitore 
del premio volontario internazionale 2019).

Immagine di pubblico dominio, 
tratta dall'archivio dell'Ente federale 
per la gestione delle emergenze
Il volontariato è un mondo tanto silenzioso quanto indispensabile, una realtà tanto sommersa quanto splendida, una preziosa risorsa la cui profonda valenza culturale è il dono gratuito, senza reciprocità: non si dona per ricevere, semmai si  dona perché anche altri  donino.
Il linguaggio del dono si riferisce ad un modello critico ed alternativo rispetto al mercato, è il modo di comunicare di tante persone  che dedicano parte del proprio tempo, delle proprie competenze e risorse personali per intervenire sulla realtà territoriale. Testimoni concreti della solidarietà tra generazioni, partecipano della  vita della comunità cittadina, pienamente consapevoli che ogni luogo presenta estese zone d’ombra, sacche di povertà e di esclusione sociale che spesso non si vedono ma che non possono essere ignorate.
In Italia vi è un pullulare di associazioni cattoliche, gruppi parrocchiali, cenacoli laici, uomini e donne senza barriere o pregiudizi ideologici. Non li cito uno per uno né li elenco,  perché sarebbe lungo elencare e molto facile tralasciarne un buon numero, ma soprattutto perché questa ricerca spetta ad ognuno di noi. Solo rammento che le scuole in molti territori – non ultima Albenga - non sono seconde a nessuno in una forma permanente di mobilitazione che va dal servizio svolto da studenti durante l’anno in vari ambienti sociali alle scadenze fisse della raccolta alimentare, alle adozioni a distanza di moltissime classi, al servizio di trasporto ed assistenza dei malati a Lourdes, al  mutuo insegnamento…  
Il volontariato non può e non vuole ovviamente sostituire i servizi pubblici, semmai esserne supporto ed integrazione. Reclama però, e forse esige, dalle istituzioni responsabili, locali e nazionali, una chiara formulazione ed un’inequivoca incentivazione sul territorio di politiche di contrasto alla povertà.
✴️ E’ una forma di adozione nel significato etimologico di “optare ad”, desiderare, scegliere, proiettarsi sull'altro oltre se stessi: segno di solidarietà, annuncio di accoglienza  delle persone più indifese.
✴️ Non è aiutare “una tantum” qualcuno in difficoltà, ma è virtù della durata che si costruisce poco alla volta, una mentalità, una disposizione ad ospitare l'altro nel proprio orizzonte personale.  
✴️ E’ cultura, frutto di educazione  radicata ed introiettata  sui banchi di scuola, capace di consentire nei tempi lunghi scelte personali di solidarietà, espressione coerente e naturale della cittadinanza attiva, intesa come responsabilità verso l'altro. 
“L’interesse per la marginalità deve giungere alla stroncatura serrata dei processi di emarginazione: lo stile della denuncia non deve essergli estraneo. Il volontariato è chiamato a schierarsi.  Non può rimanere neutrale. Non deve essere pacificato. Pacifico, sì, nonviolento. Deve saper cogliere il significato conflittuale della povertà. Non gli è consentito di starsene buono in un angolo…” 
“Io non credo che il volontariato vada inteso come assistenzialismo inerte.  E’ generatore di coscienza critica, è fattore di cambiamento della realtà …” 
✴️ È una forma di permanente mobilitazione a favore dei diritti, contro la disattenzione, la distrazione, l'indifferenza, il pensare ad altro che è la negazione del pensare agli altri.

✱ Le due citazioni tra virgolette sono tratte da Don TONINO BELLO, Alfabeto della vita, ed. Paoline, Mi, 2010. 

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4 commenti:

  1. Dalla pagina facebook di La Città Radiotre:
    "6 milioni e mezzo di persone, il 12% circa della popolazione. Sono i volontari in Italia, quelli che si impegnano gratis per il prossimo e per il bene comune. Un paese spesso raccontato come teatro di odio, rabbia, intolleranza e indifferenza, mostra in realtà, in profondità, un volto diverso. Chi sono i volontari, da dove vengono e soprattutto a quali settori e occupazioni si dedicano?"

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  2. Credo che il volontariato sia una forma mentis che ti fa porre di fronte agli altri con curiosità empatica. E, per parafrasare gli scout, ti pone come "esploratore" del mondo e degli altri condividendone le storie, non come sentinella. É passare il ponte, non fare la guardia alla Fortezza Bastiani.

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  3. Il volontario è qualcuno che guarda l'altro per vederlo e, se scorge nell'altro una difficoltà, si mette a sua disposizione prima che l'altro lo chieda.

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